La classe 4^ B della scuola primaria “Pieve” di Castelnovo ne' Monti nei giorni scorsi ha ricevuto a Bologna un riconoscimento legato alla partecipazione al progetto dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna “ConCittadini”.
La scuola castelnovese ha ottenuto uno dei tre premi in palio, un buono di 1000 euro da investire attività e materiali scolastici, attraverso il progetto “Da una montagna di sofferenza... ad una montagna di speranza”, incentrato sulla deportazione di numerosi residenti dell’appennino reggiano nel 1944, molti dei quali assegnati al campo di prigionia e lavoro di Kahla, in Turingia, per lavorare alla realizzazione dei tunnel sotterranei dedicati alla fabbricazione dei caccia a reazione Me 262.
Una pagina storica molto buia, affrontata con competenza e con l’intenzione di trasformarla in un monito che dia speranza per il futuro dai bambini guidati dall’insegnante Esterina Fioroni. Alla premiazione erano presenti il sindaco Gian Luca Marconi e l’assessore alla scuola Mirca Gabrini.
Ha detto il primo: “Ringrazio l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed in particolare Rosi Manari, che tra l’altro è una montanara 'doc', di Busana, che ha dedicato ai nostri ragazzi ed alla nostra realtà scolastica grande attenzione. La premiazione si è svolta nell’ambito di una mattinata davvero toccante e bella, con tanti giovani che hanno partecipato a questo importante progetto, 'ConCittadini', rivolto alle scuole, agli enti locali, alle associazioni e istituzioni del territorio emiliano-romagnolo, che proponeva alle realtà giovanili di aderire a forme di incontro e scambio con le istituzioni locali e regionali. Hanno partecipato scuole da Piacenza fino a Forlì, unite da progetti che hanno riguardato in particolare la memoria come valore fondamentale per la democrazia, la giustizia e la solidarietà nel nostro Paese. Voglio fare i complimenti alle bravissime insegnanti della 4^ B della Pieve, alla dirigente scolastica Carla Canedoli, i genitori e soprattutto i bambini, veri protagonisti di questa esperienza e testimonianza, che ricorda il sacrificio dei nostri concittadini deportati in Germania”.
La motivazione del premio spiega: “Il tema della memoria è stato approfondito con i ragazzi attraverso la scoperta delle deportazioni al campo di lavoro di Kahla. Dalle ricerche storiche e dalle testimonianze, appare chiaramente che Kahla è stata l’Auschwitz della montagna reggiana, essendo il nome più frequente che ricorre nell’elenco dei morti deportati da questo territorio. Il progetto costituisce un’occasione per scoprire la storia della presenza dei deportati a Kahla, divenuto poi luogo di memoria, di commemorazioni internazionali. I ragazzi lo hanno indagato attraverso le testimonianze di molti protagonisti del passato e del presente, e con il coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e dei genitori. I ragazzi hanno incontrato i figli dei deportati, alcuni ospiti della struttura per anziani 'Villa delle Ginestre', gli amministratori comunali, gli operatori della biblioteca, un’esperta e studiosa di storia locale, e hanno potuto anche incontrare un ex deportato di Kahla e raccogliere documenti, fotografie, lettere, interviste, preparandosi per il viaggio a Kahla programmato per il prossimo anno scolastico”.
Il percorso si è articolato attraverso diversi momenti: un'iniziativa in Municipio in occasione del Giorno della memoria, incontri in classe con esperti, con reduci e “nonni”, la bozza di un libretto del progetto, realizzazione di testi, disegni e cartelloni, un video illustrativo, visite di studio al campo di Fossoli ed al museo dei Deportati di Carpi.
Tantissimi complimenti alla classe e alla mia ex collega Esterina Fioroni, un vero vulcano di idee e iniziative nelle quali, a suo tempo, mi sono lasciata volentieri trascinare. Credo che i ragazzi difficilmente dimenticheranno. Un tassello positivo in più nella loro crescita.
(Normanna Albertini)
Questa iniziativa ha fatto emergere due aspetti: il primo “RICORDARE per non DIMENTICARE” pagine di storia che molti non conoscevano o ignoravano.
I bambini si sono lasciati inizialmente guidare da queste maestre fantastiche e successivamente a loro volta sono diventati trascinatori appassionandosi ad un pezzo di storia che non gli appartiene come generazione ma al quale hanno sentito di fare parte e il progetto è diventato concreto. Il secondo aspetto che va sottolineato è quanto queste maestre credono nel loro difficile lavoro e continuano a proporre iniziative formative sapendo quanto sia difficile e quasi impossibile trovare i fondi per realizzarli. Anche questo è insegnamento, non perdere mai la speranza e andare avanti.
(Antonella Pagliara)