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Sandro Govi propone la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto

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Alessandro Govi
Alessandro Govi

Dall’Unione alla Fusione: un progetto per i comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto.

Credo che l’esperienza dell’Unione dell’Alto Appennino Reggiano ( Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto) abbia rappresentato dal 1999 in poi un momento positivo di aggregazione ed un’esperienza di buon governo sui 4 comuni del Crinale .

L’Unione ha portato maggiore integrazione tra le strutture dei 4 comuni, più servizi ( micronidi, scuola di musica, servizio sociale accreditato, ecc.) , maggiori risorse ( mediamente circa 500.000,00 €. all’anno) e minor imposizione fiscale ai cittadini ( no addizionale irpef nei 4 comuni, aliquote IMU e Tarsu tra le più basse dell’intero territorio provinciale).

Tuttavia anche l’esperienza dell’Unione deve confrontarsi con le sfide nuove che attraversano il governo locale e la riforma della pubblica amministrazione.

Sono convinto che anche per i quattro comuni dell’Unione sia arrivato il tempo di avviare un confronto serio, approfondito e partecipato sulle prospettive della fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto.

Mi rendo ben conto di cosa significhi proporre di superare ed aggregare autonomie municipali che esistono da quasi 200 anni e mi rendo ben conto che prima di cancellare identità comunali che si sono radicate nel corso dei secoli occorre una riflessione approfondita che faccia perno sul confronto aperto e sull’ascolto di tutte le componenti sociali presenti sul territorio del crinale.

Servono un progetto ed una prospettiva politica che – avendo come obiettivo la creazione di un solo comune - vengano portati avanti senza l’assillo di scadenze ultimative ed in un contesto di concertazione, di dialogo e di programmazione con gli altri enti locali della montagna, della Provincia e delle Regione.

La sfida è sicuramente difficile tuttavia ho maturato la convinzione che la prospettiva di un unico grande comune del Crinale ( di quasi 4.500 abitanti e di 257 Kmq) porti maggiori vantaggi rispetto al mantenimento ed alla difesa dello status quo dei nostri quattro piccoli comuni.

Innanzi tutto l’esperienza dell’Unione ha gettato le basi per una integrazione ed una cooperazione che su alcuni grandi temi è già operativa; del resto non è un caso che la legge nazionale sulle Unioni interpretasse questi enti come un primo gradino verso un processo più compiuto di fusione tra enti, a questo si deve aggiungere che le nuove normative regionali tendono ad affermare un ruolo ed una funzione delle Unioni che difficilmente quella esistente riuscirebbe ad esercitare.

La realizzazione di un unico comune del Crinale porterebbe inoltre indubbi vantaggi economici: concreti e misurabili.

Gli incentivi statali e regionali alle fusioni garantirebbero al nuovo comune un contributo di oltre 900.000,00 Euro all’anno per i primi dieci anni ( ed anche l’esenzione dal rispetto del patto di stabilità per i primi due anni oltre alla priorità nei bandi e nei finanziamenti riservati agli enti locali).

E’ vero che dal decimo al quindicesimo anno i contributi diminuirebbero gradualmente, ma poi subentrerebbero quei risparmi che le fusioni sono in grado di garantire.

Ad esempio si concretizzerebbero risparmi sui “costi della politica”: è evidente che 4 Sindaci, 4 giunte e 4 consigli comunali costano molto di più rispetto alla struttura politica di un solo ente ( solo su questa voce un risparmio di circa 100 mila euro all’anno è un obiettivo raggiungibile).

Ma soprattutto la fusione in un unico ente porterebbe, nel medio e lungo periodo, considerevoli risparmi sulla struttura organizzativa e sui costi di personale attualmente sostenuti dai quattro comuni.

Un solo ufficio ragioneria invece di quattro, un solo ufficio tributi, un ufficio tecnico unificato e cosi via su quasi tutti i settori della vita e dell’azione amministrativa dei comuni esistenti.

Un processo di fusione ben architettato, credo che porterebbe pochi o nessun disagio reale ai cittadini.

La legge quadro sugli enti locali che disciplina ( insieme alla normativa regionale) le fusioni di comuni infatti consente di mantenere i Municipi come luoghi di erogazione dei servizi ai cittadini. I principali sportelli di “front office” e di erogazione di servizi ai cittadini potrebbero ( e io credo dovrebbero) rimanere decentrati nelle attuali sedi municipali. Gli uffici di polizia municipale, di edilizia privata, servizi sociali, urp, tributi ecc. potrebbero rimanere esattamente dove sono ora, però alle dipendenze funzionali e gestiti dal nuovo ente.

Infine credo che debba essere analizzata a fondo anche la situazione sociale, culturale e politica dei nostri comuni.

I comuni di Busana, Collagna, Ramiseto e Ligonchio nel censimento del 1951 avevano 10.860 abitanti, oggi purtroppo sono meno della metà, il mondo è cambiato ed una dimensione troppo piccola rischia di portare inefficienza e soprattutto inadeguatezza nell’elaborazione di progetti che siano all’altezza delle sfide che i tempi ci impongono.

Un unico comune potrebbe aver maggior peso nell’elaborazione dell’agenda politica della montagna, non in un ottica di contrapposizione, ma piuttosto come contributo positivo per dare maggior peso ai bisogni ed alle istanze dei cittadini del crinale.

Per realizzare la fusione occorre un referendum consultivo, delibere dei comuni coinvolti con maggioranze dei due terzi, serve una legge regionale e soprattutto un progetto condiviso dagli attuali e futuri amministratori da sottoporre al giudizio dei cittadini.

Credo sia importante avviare un percorso e stimolare su questo tema una discussione che coinvolga il maggior numero di attori possibile.

Sarà indispensabile attivare tavoli di confronto e momenti di approfondimento tra Sindaci, consiglieri comunali, forze politiche, imprese, cittadini, parrocchie, associazioni di categoria, forze sindacali, dipendenti comunali, enti locali ( Provincia, Parco Nazionale, Regione, altri comuni della montagna).

Dovremo confrontarci su questo progetto tra noi “addetti ai lavori”, ma soprattutto dovremo cercare di parlare e dialogare con i giovani e con il mondo della scuola ( lì la “fusione” è già stata realizzata!!).

Sarà un percorso non semplice, ma credo che sia nostro dovere proporlo ed approfondirlo e - come sempre- l’ultima parola spetterà alla gente.

Alessandro Govi Sindaco di Busana e Vice Presidente Unione dei Comuni Alto Appennino Reggiano

15 COMMENTS

  1. Siamo d’accordo sul principio esposto finchè e laddove si consideri la troppa costosità di comuni in relazione ad un’esigenza economistica introdotta in questi ultimi anni da un nuovo corso sul modo di circolazione e di uso del denaro. Potrebbe cambiare la situazione e allora avremmo eliminato delle fondamentali radici dell’Italia per andare incontro a una bisca finanziaria che al momento ha il pallino in mano. Però il costo di questi comuni come quello delle province in realtà non corrisponde al vero sperpero dello Stato. Interessante forse è riportare qualche numero: i comuni costano 72 m. di di euro/anno (sono 8.000), le province costano 11 m. di di euro/anno, le regioni costano 52 m. di euro/anno (spese sanitarie a parte). In proporzione costano molto di più le regioni dei comuni e delle province, benchè fatte così bersaglio di tante colpe. In realtà i numeri sono ben diversi da come ci vengono presentati e evidenziano tanti aspetti che si preferisce non considerare. Quello che io vorrei dire è che non vedo in gioco un “fatto storico” così rilevante da dover rivoluzionare il sistema istitutivo dello Stato, almeno grande quanto quello che le popolazioni e la loro cultura hanno creato nella storia. C’è in gioco “soltanto” un fortissimo pressing di una fase storica in cui una esigua ma potentissima forza in campo, quella della gestione finanziaria, pretende di poter decidere perfino l’assetto delle nazioni, come se il loro diritto fosse sacro e inviolabile. Forse la mia è solo filosofia, ma che resti soltanto tale o che si riveli invece importante lo dirà la Storia. Per ora faccio come il famoso “Ferrini” (grande anticipatore della maturità politica collettiva che sarebbe seguita agli anni ’80) e dico “non capisco ma mi adeguo”.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi
  2. Comunque mi unisco all’esigenza di affrontare subito il problema “prima” che una decisione la prenda la fatidica Regione. Non so quanto potrà decidere un referendum, visto che, come ho detto prima, i principi che regolano il gioco non sono più quelli che conosciamo da secoli. Certamente è positivo che il sindaco Govi suggerisca di attivare subito la discussione sull’argomento coinvolgendo i cittadini interessati. Mi sembra che con questo lancio di notizia la discussione si avvierà per tempo e penso che sarà necessario verificare molto bene i benefici che ognuno dei 4 comuni interessati potrà trarre da una fusione. Coinvolgere la cittadinanza con la massima cura e apertura sarà indispensabile perchè la portata di questo evento non è piccola o sfuggente, è perfino più violenta di un’azione napoleonica, questa volta ad opera di un imperatore di cui non si vede la faccia, che si chiama economia e i cui fini forse non sono così vasti come i suoi.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi
  3. Dall’Unione alla uusione: un progetto per i comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto. Sono pienamente d’accordo sull’esigenza di affrontare la questione, personalmente sono anni che chiedo di fare un passo in avanti, mi sono sempre schierato a favore. Il futuro del nostro crinale passa anche da questa proposta, una proposta che unisce e che non distrugge le varie identità dei singoli territori.

    (Luca Marco Cagnoli, assessore Comune di Ligonchio)

    • Firma - LucaCagnoli
  4. Tutti ragionamenti del caso servono ad aprire una discussione che alla fine, in ossequio alle regole di questi tempi, devono dare un solo prodotto: una maggiore disponibilità economica per il nuovo ente. Sì! Perchè non essendo partita dal sentimento collettivo, questa innovazione, ma da un bisogno di economizzare deciso da uno Stato rimasto solo in mezzo a una nazione, sarà ancor più necessario che si raggiunga un lusinghiero risultato economico. Quindi il lato a cui potranno essere più sensibili i cittadini sarà rappresentato dalla maggiore disponibilità finanziaria per i singoli Comuni, una volta divisa la torta, in modo tale non ci si rimetta rispetto lo stato attuale, secondo proporzioni coerenti con le singole zone. Dico “zone” perchè un aspetto che si considererà magari solo “dopo” la fusione sarà quello del permanere di diverse realtà territoriali che in passato formarono diversi Comuni ma che oggi si saranno unite. Non del tutto superficiale è provare a domandarsi come si chiamerà questo nuovo Comune: “Busramligoncol”, oppure “Ligonramcolbus”?! Insomma, sarà un po’ difficile pronunciarlo. Neanche si potrà chiamare Comune di Busana-Ligonchio-Collagna-Ramiseto perchè troppo lungo… Oppure qualcosa di più serio, tipo Busana, Ligonchio Collagna comuni uniti (ops! dimenticavo Ramiseto!). Oppure, con le lacrime da coccodrillo, si potrebbe cercare un archetipo storico, tipo qualcosa dei conti Dalli per Busana e dei Vallisneri a Ramiseto. E la sede? Se si chiedesse che fosse Ligonchio o se si chiedesse che fosse Ramiseto? Busana abituata ad essere centrale amministrativa ci resterebbe troppo male. E Collagna? Vabbeh! Tanto è già mezza sassalbina… Se vogliamo andare sul razionale direi che dev’essere in una posizione baricentrica e rigorosamente dotata di abbondanti parcheggi… e già, perchè se servirà l’accesso di 4 Comuni forse nessuno ne ha abbastanza adesso e quindi ne andranno costruiti. Tutte sciocchezze? Si vedrà.

    (Azzeccagarbugli)

    • Firma - Azzeccagarbugli
  5. Azzeccagarbugli, polemiche sterili, la popolazione verrà coinvolta in tutti i passaggi istituzionali, assemblee, referendum ecc. ecc. Per il nome, se questo è il problema, lo faremo decidere a lei! Se lei intende fusione con parcheggi, non la capisco, cosa c’entrano i parcheggi, forse mi sono perso un passaggio, non capisco! La fusione, se avverrà, tutto da discutere, lo si farà per salvaguadare il nostro territorio e per dare opportunità alle persone che ci vivono, lei, da quello che posso capire, non vive tra di noi! Se le fa schifo razionalizzare le spese, i servizi e tutto il resto, circa 11 milioni di euro in dieci anni, non so cosa dirle! Se il suo problema sono il nome e i parcheggi, mi dispiace, non è uno di noi!

    (Luca Marco Cagnoli – Assessore Comune di Ligonchio)

    • Firma - Luca
  6. No, no! Il nome non vorrei affatto deciderlo io, tra l’altro sarebbe l’ultimo dei problemi: l’argomento è stato introdotto per evidenziare come possa essere difficile rinominare 4 territori diversi. Ma non è questo l’aspetto che conta. Sono d’accordissimo sul fatto che quello che conta è che la fusione porti ad una maggiore disponibilità di fondi per le opere ed i servizi pubblici che servono con diritto a questo territorio e a chi ci vive. Quanto alla necessità di parcheggio invece mi pare fondamentale che nella scelta della sede se ne tenga conto. Infine ripeto, le mie “polemiche sterili” volevano soltanto stimolare l’attenzione su un aspetto che sfugge in tutte queste intervenute necessità di economizzare solo per tenere alto il valore dell’euro, dato che solo del suo valore è costituita, per ora, l’Europa. Può darsi che in un prossimo futuro cambi la mentalità e le regole del gioco cambino; in tal caso si sarebbero cambiati gli assetti istituzionali per andare incontro a delle scelte politiche di questa epoca, non eterne. Ho sempre avuto poca fretta a seguire le mode, specialmente quando vanno a intaccare equilibri storici e consolidati. Comunque, giusto per precisarlo, io sono d’accordo che la fusione, visto che gli errori dell’epoca non li possiamo correggere noi da soli: c’è solo qualche aspetto da regolare e basta.

    (Azzeccagarbugli)

    • Firma - Azzeccagarbugli
  7. Noto con favore che l’ottima idea del sindaco Govi di aprire le danze su questa discussione comincia a sortire i primi effetti: se ne parla, si sviscerano i problemi e tra una polemica e l’altra emergono le ragioni migliori. Certamente la montagna ha bisogno di riuscire a gestirsi in modo più razionale che forse è l’unico che le consenta di avantaggiarsi una maggiore quota di fondi per gli usi pubblici: quindi la fusione di questi 4 Comuni dell’Appennino è più che auspicabile per questi fini. Dispiace che non rientri Villa Minozzo che per metà del suo territorio dovrebbe essere omogeneamente un componenete di questa unità territoriale confinanate. Tra l’altro quando e se vi sarà anche l’Unione “allargata” dei Comuni montani l’avere in precedenza costituito un ente di 4 Comuni realizzerà un’unità più forte e più in grado di fronteggiare i colossi come Castelnuovo di questa futura Unione allargata, dove i piccoli Comuni attuali sarebbero fagocitati.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi
  8. Come è bello sentire parlare di fusione tra i Comuni dell’alto crinale, tutto per il risparmi di risorse, maggiori introiti per il costituendo Comune, discutere della sede, etc… Poi, dall’altra parte, si vocifera che gli amministratori di Ramiseto stanno trattando una nuova sede comunale. Alla faccia della fusione e del risparmio… col il rispetto che posso avere per Ramiseto ed i suoi abitanti non credo proprio che sia la “capitale” del costituendo Comune, quindi i soldi per una nuova sede sarebbe meglio destinarli altrove. Spero che qualche amministratore di Ramiseto mi e ci risponderà.

    (Benny)

    • Firma - benny
  9. Il tempo è galantuomo; finalmente “l’intelligenza e la lungimiranza degli amministratori comunali” (mi riferisco al Sidaco di Busana) ha tirato fuori dal cassetto, meglio dire dall’archivio degli atti dei Consigli comunali passati, un documento proposto dal sottoscrtiito a nome della minoranza comunale della passata amminitrazione, nel quale si affremava che era giunto il momento di dare corso ad un progetto di fattibilità per arrivare ad un unico Comune del crinale. L’ordine del giorno venne approvato all’unanimità da parte di tutto il Consiglio comunale. E’ sbagliato dire meglio tardi che mai; serve però dimostrare che in tempi certi gli atti di quel Consiglio comunale e le dichiarazioni del sindaco di Busana sanno tradursi in fatti concreti. Le prossime elezioni amministrative si dovranno fare per un unico Comune! Buon lavoro

    (Marino Friggeri – ex consigliere comunale di Busana)

    • Firma - friggerimarinoexconsiglierecomunaledibusana
  10. Condividio il progetto di fusione e Vi faccio i migliori auguri per realizzarlo presto. Spero, come ho chiesto per la fusione tra Villa e Toano, che assieme a questi eventi, vengano portati avanti nuovi modi di amministrare, fatti di coinvolgimento generale della gente per far funzionare le cose al meglio ed ottenere una vera democrazia condivisa. Con la stessa importanza spero in un modo nuovo di considerare ambiente e territorio che sono l’unica vera risorsa che noi montanari abbiamo a disposizione… Ora, che la speranza che qualcuno venga a costruire fabbriche qui da noi è molto remota, dobbiamo cominciare a camminare con le nostre gambe e turismo ed agricoltura potrebbero creare sinergie importanti; natura e ambiente sono sempre un bel richiamo e se conservati e curati col dovuto rispetto diventano un grande pregio; proviamo a far qualcosa con quello che abbiamo, che non è poi così poco. Fusioni o non fusioni siamo tutti montanari e se siamo qui è per l’amore per la nostra terra… Proviamo a dimostrarglielo prendendoci cura di lei… ci ripagherà sicuramente.
    In bocca al lupo.

    (Antonio Manini)

    • Firma - AntonioManini
  11. Signor Sindaco, dalle proposte sentite per la fusione dei Comuni secondo me questa è la soluzione migliore. Sono sicuro che accontenta una grande maggioranza dei montanari. (Unione Comuni le Valli).

    (Giorgio Scaruffi)

    • Firma - ScaruffiGiorgio