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Situazione frane in alta val d’Enza

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Esiste da sempre il colore fumo di Londra ma da oggi nasce il nero delle terre alte. Gli abitanti dell'alta Val d'Enza sono di pessimo umore per il lungo inverno che sembra non avere fine con le conseguenze nefaste che ciò comporta: frane e smottamenti che creano serie preoccupazioni per chi vive in montagna e di fatto potrebbero comportare l'isolamento della zona dal resto del mondo.

A Case Colombo, fra i paesi di Ranzano e Lagrimone, sulla provinciale massese che collega Parma ad Aulla, attraverso il passo del Lagastrello (sul vecchio tracciato della strada delle cento miglia che collegava Parma a Luni) una minacciosa frana ha di fatto "mangiato" più di metà della sede stradale. Ora si viaggia a senso unico alternato con l'installazione di un semaforo ma se continuerà il maltempo la montagna soprastante rischia di precipitare a valle isolando di fatto i due importanti comuni di Monchio delle Corti e Palanzano dal resto della provincia di Parma (e soprattutto dal collegamento viario vitale con Parma e Langhirano). Stessi disagi sulla provinciale di Valcieca con lunghi tratti di percorso accidentati e con la strada pericolosa in più punti anche per la sicurezza delle stesse auto in transito.

Dal punto di vista meteorologico la situazione è nerissima: è nevicato anche ieri mattina da Valcieca al passo del Lagastrello portando a Prato Spilla qualcosa come mezzo metro di neve freschissima sulle piste da sci della nota stazione di sport monchiese. Il bilancio dell'inverno appena "ufficialmente" passato è di un maltempo quasi perenne. Al lago Paduli (passo del Lagastrello) nel solo mese di marzo sono caduti 613,8 millimetri di acqua. Per ottenere simili cifre bisogna risalire a qualcosa come cinquant'anni fa, un record storico negativo che ha fatto registrare nel marzo di quest'anno 21 giornate di neve e pioggia su un totale di 31 giorni che ha il mese medesimo. Solo nel 1937 e nell'ancora più lontano 1901 si registrano marzi più piovosi di quello di quest'anno. Sulle terre alte a marzo si è avuto più di un barile di acqua al giorno come dice l'antico adagio ed anche aprile fino ad ora non si è fatto mancare nulla in fatto di maltempo e di temperature al di sotto della media stagionale.

Tutti sperano che dalla metà del mese, come prevedono gli esperti, arrivi finalmente la "maledetta primavera" non più cantata dalla sola Loretta Goggi ma da tutti i montanari in coro che per ora si accontenterebbero della richiesta di calamità naturale per l'lta Val d'Enza a rischio assoluto di dissesto idro-geologico. E c'è anche chi propone una soluzione per la rinascita delle terre alte: la costruzione della diga di Vetto che porterebbe anche l'attivazione dell'antico sogno della Fondovalle dell'Enza, una superstrada che collegherebbe Selvanizza a Traversetolo passando per Vetto e raggiungendo Parma in meno di mezz'ora. Un antico progetto che potrebbe vedere la realtà se si desse retta agli uomini e donne capitanati dal "presidentissimo" Lino Franzini che fanno parte del Comitato pro-diga da anni impegnato a risolvere gli annosi problemi della valle dell'Enza, la vallata più interessante suggestiva e bella d'Italia. A detta degli esperti mondiali che si occupano di paesaggio.

(Francesco Compari)