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“Crisi, fisco, pagamenti della pubblica amministrazione e patto di stabilità: no al ‘pilota automatico’”

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Tristano Mussini
Tristano Mussini

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Il sistema delle piccole e medie imprese sta vivendo questo momento storico-economico con forti attese basate su promesse che cercano risposte concrete. L’obiettivo è semplice, non giriamoci intorno: non soffocare, non morire. Non morire perché si è indebitati, anche perché assurdamente lo si è perché a “credito” e nessuno, Stato per primo, salda il conto. Non morire di tasse perché, Stato, Regioni, comuni e Inps hanno incasellato una sequenza impressionante di aumenti e nuovi balzelli il tutto condito da una burocrazia accessoria costosa e dannosa. Non morire di sfiducia.

Chiediamoci ad esempio perché le imprese colpite dal terremoto tardano a presentare le domande per accedere agli aiuti promessi da un pacchetto “sfinge” segnato da procedure troppo pesanti e da verifiche infinite. La risposta è scontata.

Qualche luce s’intravede, ma ancora tanto buio: per uscire da una tempesta di tasse, crediti, crollo dei consumi e della domanda interna, dalla spirale dei fallimenti e dei licenziamenti affidereste il timone a un pilota automatico?

No, non è certamente ragionevole farlo: ma è quello che sta accadendo. CNA lo sostiene da troppo tempo, un tempo che oggi è scaduto. La drammaticità del bollettino di guerra sulla salute della nostra economia, con punte negative proprio qui a Reggio Emilia, ce lo ricorda quotidianamente. Ce lo ricordano gli imprenditori che giungono a gesti estremi, ce lo ricordano i dati che rivelano che un’impresa al giorno soccombe, se non di più.

Occorre allora trovare la giusta rotta, pur trovandoci in un confuso contesto per la   faticosa ricerca di un assetto di Governo: qualcuno deve  salire sul  ponte di comando. Il nostro appello va in tante direzioni e si rivolge a tutti coloro che, sia come sia, possono già da ora agire nei rispettivi campi d’intervento. Ai parlamentari, tutti, che dalle promesse o dalle proteste, devono passare ai fatti. La campagna elettorale non può continuare: la ricreazione è finita. Ora si lavori su provvedimenti concreti, a partire dal superamento del Patto di Stabilità e dal doveroso pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese, chiediamo di non lasciarsi andare al “pilota automatico”. Giovedì il governo ha annunciato lo sblocco di 40 miliardi per saldare i debiti della PA, la rotta è giusta  per garantire alle imprese di far fronte alla crisi, ma noi diciamo attenzione ai tempi, perché, all’annuncio di Monti,  è concreta la sensazione di assistere all'ennesimo rinvio, di fatto, e senza individuare soluzioni immediatamente operative. Abbiamo fatto nostra la battaglia sul Patto di Stabilità, siamo scesi in piazza insieme all’Anci, e continuiamo a essere in prima linea.

Il “pacchetto” fiscale che ci attende nei prossimi mesi è da brivido. Vogliamo parlare di  Iva, che dal primo luglio aumenterà dal 21 al 22%? Certo la ricetta giusta per deprimere i consumi interni. Idem per l’Imu sui fabbricati strumentali, sulle imprese: il “pilota  automatico”, per i nostri capannoni, “la  prima casa delle “imprese”, dice che, con l’adeguamento delle rendite, se va bene, costeranno quasi un 9% in più. Qui i sindaci battano un colpo! Altro balzello mascherato si nasconde nella nuova Tares, la vecchia tassa sui rifiuti, con possibili aumenti fino al 30%. Non ci sono mezze misure, la Tares va semplicemente rinviata al 2014 e ripensata. Si rimanga a Tassa o Tia per quest’anno, si paghino per tempo i fornitori delle aziende che operano nel settore.

Come Cna non ci limitiamo ad alzare la voce. Noi siamo già passati dalle proteste ai fatti. Ad esempio martedì nel corso al tavolo anticrisi convocato in Provincia abbiamo lanciato una idea forte, realizzabile in tempi brevi: la creazione di un fondo per dare liquidità alle imprese rendendo le banche più tranquille e disponibili.

L’idea ha trovato adesione dalla  Provincia e dalla Camera di commercio. Per stare ai fatti la stessa Cna metterà a disposizione i propri tecnici per accelerare i processi e contenere tempi di una burocrazia che in questa situazione straordinaria nessuno può permettersi, tanto meno le piccole e medie imprese coinvolte nelle procedure di concordato chieste dalle principali cooperative di costruzione reggiane. Crediamo fortemente in questa operazione: cercheremo di  raccogliere condivisione presso i Comuni  scrivendo a tutti i sindaci.

Certo intervenire a livello locale su una crisi che ha origini sovranazionali non è facile, forse non risolutivo ma dobbiamo avere consapevolezza che Reggio Emilia sta vivendo una situazione straordinaria, forse più di altri territori, perché – ad esempio per il comparto delle costruzioni - qui le grandi cooperative rappresentavano il punto di riferimento che se da un lato garantiva lavoro sul territorio dall’altro ha in un qualche modo impedito lo sviluppo delle piccole imprese. Questo è un dato di fatto che comporterà conseguenze pesanti ai concordati annunciati dai principali gruppi cooperativi.

La scorsa settimana è andato in scena il primo passo verso un gioco di squadra e una  condivisione necessaria col mondo associativo, con altri enti e istituzioni del territorio, i parlamentari, la Regione, la stessa cooperazione, il sistema bancario. Ora bisogna proseguire su quella strada, alla svelta. Perché quello che è possibile fare, qui ed ora, va fatto. Non ci sarà diversamente nessun pilota che potrà tirarci fuori dalla tempesta che assomiglia, giorno dopo giorno, a uno tsunami!