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“No all’allargamento della discarica di Poiatica”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Nel salone del Parco Matilde di Carpineti si è svolto un “Consiglio comunale aperto” al quale hanno partecipato più di cinquecento persone. I consiglieri di opposizione del Pdl Bezzi e Roffi sono intervenuti ribadendo la propria contrarietà all’allargamento della discarica di Poiatica; allargamento che provocherebbe un aumento della superficie dell’impianto, rispetto ad oggi, di cinque volte. Anche il sottoscritto, insieme al consigliere provinciale Giuseppe Pagliani, hanno partecipato alla riunione.

La proposta di ampliamento della discarica, suggerita da Iren, rappresenta una soluzione di puro business, che non tiene conto ne’dei problemi delle aziende agricole locali (Carpineti è terra di produzione di un Parmigiano Reggiano particolarmente pregiato), nè, in generale, della salute dei cittadini.

C’è un problema di controllo della discarica, controllo che attualmente è svolto dalla Provincia di Reggio Emilia, cioè da un ente che partecipa attivamente al business dei rifiuti e che difficilmente assume posizioni diverse da Iren. Si può configurare persino un conflitto d’interesse, visto che la Provincia ‘guadagna’ in base alla quantità di rifiuti che arrivano in discarica.

Il fatto grave è che la discarica di Poiatica, con  il placet del centro-sinistra locale-provinciale e regionale, è cresciuta a dismisura. Si era partiti, alla fine degli anni ‘80, con un progetto per la raccolta di rifiuti rivolto a Carpineti e ai comuni limitrofi. L’uso della discarica è poi stato esteso a tutti i comuni della montagna e in poco tempo il giro dei rifiuti è stato allargato all’intera provincia di Reggio Emilia. Da qualche anno, addirittura, portano nella discarica di Poiatica rifiuti provenienti dall’intera regione ed, ultimamente, forse anche da altre regioni, come la Campania. A questo punto i cittadini sono molto allarmati in quanto nessuno sa più cosa entra nella discarica. Tra le 125mila e le 150mila tonnellate di rifiuti arrivano ogni anno in discarica e ciò produce a favore del Comune di Carpineti un ristoro ambientale di 1milione e 450mila euro. Non è più un problema di soldi: i carpinetani non tollerano più questo business e pretendono che la discarica torni alle origini o Carpineti rischia di diventare la “fogna” dell’Appennino reggiano.

Nella vicinanza della discarica si percepiscono chiaramente odori nauseanti che impediscono alle abitazioni, presenti nel raggio di 2 km, di aprire le finestre. La situazione è diventata insopportabile. La Guardia forestale ha rilevato irregolarità e mancanze nei registri di carico e scarico della discarica medesima. Ha altresì segnalato la propria insufficienza in materia di mezzi di controllo sull’indice di respirazione dinamico ed ha auspicato un’ulteriore attività di indagine.

Ogni decisione non potrà essere presa contro la volontà dei cittadini di Carpineti, in conformità alla Convenzione europea di Aarhus. La Convenzione di Aarhus, sottoscritta dalla Comunità europea e dai suoi stati membri nel 1998 ed entrata in vigore nel 2001, regola l’accesso all’informazione, alla Giustizia ed alla partecipazione dei cittadini in materia ambientale. La seconda parte, in particolare, della Convenzione regola la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia ambientale, ossia regola il processo decisionale e, nello specifico, stabilisce che il risultato della partecipazione del pubblico deve essere debitamente preso in considerazione nella decisione finale, soprattutto se riferita all’autorizzazione di attività di tipo industriale.

(Fabio Filippi)