Prima notizia: a memoria di democrazia, in Appennino, un consiglio comunale affollato da circa cinquecento persone non si era mai visto. Sabato 16 marzo 2012 questo, a Carpineti, è successo. E, si noti, di questi tempi, Grillo non c’entra. Seconda notizia: a Carpineti, al Parco Matilde, si discute della discarica di Poiatica e del suo ampliamento dopo l’acquisto, da parte di Iren e della società Monte Querce scarl, di aree limitrofe alla stessa discarica per una superficie di almeno cinque volte l’attuale discarica; esso non avverrà. Terza notizia: il quinto lotto (la discarica attuale), contrariamente alle richieste del comitato, non sarà chiuso e la discarica per i prossimi anni andrà ad esaurire gli spazi attualmente previsti. Quarta notizia (non certo in ordine di importanza): sulla sanità i cittadini (e lo stesso Comune) esigono maggiore controllo; gli studi avviati da poco o la bassa presenza di popolazione nell’area non sono elementi giudicati sufficienti per rassicurare la popolazione “in un raggio di almeno cinque chilometri”. Anche perché il Comitato rende noto un verbale del Corpo Forestale dello Stato di Roma (intervenuto con la propria centralina mobile a controllo della discarica il 25 ottobre 2012 su richiesta del sindaco) che rileva irregolarità e mancanze nei registri di carico della medesima discarica, segnala la propria insufficienza in fatto di mezzi di controllo per effettuare adeguate analisi (sull’indice di respirazione dinamico) e auspica comunque ulteriori attività di indagine.
ERANO QUATTRO GATTI AL BAR. ORA…
Ma cosa sia potuto accadere affinchè da una prima lettera di 8 mesi fa, dalle prime riunioni affollate “da quattro gatti” (parole del sindaco) alla mobilitazione di oggi, pare difficile da capire, oppure semplicemente è frutto della mobilitazione del Comitato Fermare La Discarica (di Poiatica). Prudenti gli organizzatori: la scelta del Parco Matilde e una distesa di sedie mai vista per un consiglio comunale. Ci sono persone che vengono da Carpineti, Toano, Castelnovo, Villa, ma anche da altri luoghi dell’Appennino. Salgono ambientalisti e politici dalla città, ma anche cittadini di altri comitati di Novellara, San Maritino, Correggio. Tra il pubblico (per la complessità dei temi toccati) il presidente di Iren ambiente Stefano Mazzocchi, il responsabile Iren della discarica, il consigliere regionale Fabio Filippi, capogruppo in provincia del Pdl Giuseppe Pagliani, carabinieri, guardie forestali, il responsabile dell’igene pubblica dell’Ausl di Castelnovo Monti, il dottor Guido Tirelli, il consiglio comunale di Toano col sindaco Michele Lombardi, il Comitato Ecologicamente di Toano. Ma soprattutto persone comuni, agricoltori, mamme preoccupate, donne di Reggio che hanno perso “un fratello per un tumore” e lamentano la contraddittoria documentazione degli istituti preposti.
DEMOCRAZIA PARTECIPATA E POCHI SCHIAMAZZI
Per la cronaca il dibattito inizia con le domande del Comitato Fermare la Discarica, cui se ne assommano altre di cittadini sempre sul medesimo filone.
In fronte al pubblico sta il consiglio comunale di Carpineti interamente schierato, a destra la maggioranza, in mezzo il sindaco, a sinistra la minoranza. Un esempio di democrazia partecipata e, a onore della platea, un esempio di sapere ascoltare senza lasciare – e il rischio poteva essere alto – scivolare un confronto a semplice rissa dialettica, a parte qualche schiamazzo finale e la minaccia (non attuata) del sindaco di fare cacciare fuori il toanese Agostino Marchetti che, dopo due interventi, si alza tra il pubblico a esprimere ad alta voce le sue ragioni. Un errore di comunicazione: prima sono fatte tutte le domande (portano via circa due ore di dibattito) solo alla fine giungono le risposte, quando la platea (sono ormai le diciannove) si è più che dimezzata.
LE DOMANDE
Le domande poste dal Comitato Fermare La Discarica vertono su diversi temi. Il piano d’ambito prevedeva (a tal proposito l’assessore Tutino disse) : 'Occorre il Coinvolgimento delle popolazioni dei territori coinvolti dall'evoluzione del sistema ed analisi precisa dell'impatto ambientale di ciascun impianto); gli abitanti presenti e futuri di quei luoghi chiedono di essere i primi ad essere coinvolti tra queste scelte. In Provincia di Reggio, col Piano d’ambito, si è deciso di dare soluzione al problema rifiuti con l’incentivazione della raccolta differenziata e la realizzazione del Tmb di Gavassa (previsto entro il 2015 per il trattamento di 450.000 tonnellate di rifiuti da cui rimarranno 77.000 tonnellate di biostabilizzato al momento destinate a Poiatica): ma questo stabilizzato finirà per sempre a Poiatica? E se il Tmb non fosse realizzato il Tmb nei tempi previsti, cosa succederà?
Ancora: da dove proviene il biostabilizzato attualmente utilizzato come copertura dei rifiuti a Poiatica e da cosa è composto? Quali sono i terreni acquistati da Iren attorno alla discarica attuale e per quali scopi? Cosa può o non può fare Comune? Come Il comune pensa di tutelare le aziende intorno?
E ancora: da dove provengono attualmente i rifiuti da fuori provincia destinati a Poiatica? I dati sulla raccolta differenziata (obiettivo 70%) sono reali o futuristici? Quale è la posizione assunta in Ato dal Comune di Carpineti? Tra le proposte del Comitato: chiudere la discarica al raggiungimento del quinto lotto - e non del 6, come erroneamente scritto nella lettera del Comitato pubblicata da Redacon ieri -; fare partecipare ai tavoli decisionali i cittadini delle aree limitrofe alla discarica o – richiesta della minoranza Carpinetana guidata da Mirco Costetti una commissione di tutela sul problema discarica composta da maggioranza, minoranza, assessore competente e almeno due membri del comitato -. Con i soldi introitati, per altro, si richiede di finanziare ricerche sulla salute da parte di enti terzi e indipendenti. Tra le proposte del Comitato lo svolgere carotaggio su terreni gestiti da Ciampà, rivedere appalti e gestione Iren e multi utility, informare maggiormente i cittadini su tutto, eseguire un porta a porta capillare.
L’intero consiglio comunale è registrato dal Comune e videoregistrato su richiesta del Comitato.
DICONO QUELLI DI TOANO
Tutti i cittadini di Toano che prendono la parola (compreso lo psicologo Matteo Cavalletti che chiede di studiare anche la popolazione giovanile, dato che è dimostrato che altrove la vicinanza a inquinanti crea malformazioni congenite e deficit cognitivi) sono pro chiusura della discarica. Per altro a Toano non c’è il “ristorno ambientale”, ovvero quanto Iren paga a Carpineti per ospitare (ai confini di Toano) la famosa discarica. Prende la parola Michele Lombardi, sindaco di Toano, che con fare pacato ricorda come due anni fa col Piano d’ambito si è fatto un primo tentativo al problema rifiuti nella Provincia: la raccolta differenziata e la realizzazione del Tmb (dopo avere spendo l’inceneritore) sono proposte che vanno in questa direzione. “E’ chiaro – spiega il sindaco toanese – che il problema discarica c’è: odori, preoccupazione, il materiale usato per coprire i rifiuti. E’ un problema che sta aumentando. Fino ad alcuni anni fa i problemi pareva fossero solo dalla nostra parte, ora anche il carpinetano si è mobilitato. Ci sono preoccupazioni consistenti. Alcune settimane fa abbiamo fatto un incontro con i responsabili della medicina e della sanità pubblica e ci è stato detto che si è avviato solo da poco un monitoraggio sulle malattie, ma i risultati arriveranno tra qualche anno. Abbiamo ancora pochi dati”.
SULLA SANITA’
Tra gli interventi di altre persone – oltre ad Agostino Marchetti che chiede rassicurazioni su chi gestirà la discarica tra 70 anni – va in scena un vivace dibattito. Interviene Maria Petronio, che si presenta come apolitica e interessata alla vicenda dei controlli dopo avere perso un fratello a causa di un tumore. “Troppo spesso chi controlla e chi è controllato sono la stessa persona e ho qui le documentazioni che segnalano le omissioni degli studi scientifici”.
In risposta ci mette la faccia il dottor Guido Tirelli, carpinetano responsabile dell’igiene pubblica della dell’Asl di Castelnovo che esordisce “non vergognandomi dei miei 61 anni, ma ricordando quando non più tardi di 20 anni fa da queste parti i controlli erano assai minori, le discariche erano un po’ ovunque nei Comuni, i nostri figli respiravano diossina e, sempre da queste parti, ci si calava con mani e piedi negli smalti delle ceramiche”. Non è vero che ci sono omissioni o controlli latenti”. Il contradditorio prosegue anche oltre il Consiglio comunale e potrebbe rivelare interessanti sorprese.
LE RISPOSTE DEL SINDACO
Il sindaco Nilde Montemerli si prende tutto il tempo necessario per le risposte. Non prima di avere ricordato come, purtroppo, anche suo figlio sia cresciuto, sino al 1995, laddove c’era una discarica a Poiago assieme ad altri dieci bambini (che cita per nome) e noi genitori di allora ci attivammo per risolvere il problema delle discariche a cielo aperto che, all’epoca, costellavano tutti i comuni. Tra gli amministratori dell’epoca – ricorda il sindaco – venne avanti la scelta di Poiatica, come unico centro di raccolta dei rifiuti (e le uniche preoccupazioni che incontrarono gli amministratori all’epoca riguardarono le preoccupazioni sui posti di lavoro delle ditte di escavazione che lavoravano lì) che potesse, a pagamento, anche accogliere rifiuti di fuori dalla Comunità Montana e anche di fuori provincia, a pagamento. Una volta realizzata Poiatica fu ceduta dalla Comunità Montana ad Arcia e da questa ad Agac, poi confluita in Enia e, infine, Iren.
“Non ci è possibile modificare le destinazioni del quinto lotto – spiega il sindaco Montemeri -; ma tutti le destinazioni dell’area erano note a tutti e raramente abbiamo incontrato opposizioni nelle proposte del Prg dell’epoca (3 interpellanze della minoranza nel precedente mandato, 3 in quello attuale), a differenza delle tante richieste di modifiche sull’edificabilità delle aree. La modifica delle destinazioni del quinti lotto comporterebbero gravi penali al Comune che non potremmo sostenere”.
ANCHE IL SINDACO SI BATTE’ CONTRO LE DISCARICHE: A CIELO APERTO
Nilde Montemerli ripercorre anche la storia che ha portato alla discarica. Ricordando quando la diossina veniva respirata sino al 1995, quando i bambini vivevano di fianco alla discarica di Poiago, dove viveva mio figlio. All’epoca c’era qualche genitore che lamentava il fatto che quei bambini respirassero quella cosa lì. Nacque una discussione in montagna, in ambito Comunitario, e si individuò una cava dell’Iris dove avviare le procedure di esproprio per farne una discarica comprensoriale. “In quegli anni i contrari alla discarica temevano solo per i posti di lavoro delle cava d’argilla che si rischiavano di perdere”.
“Poiatica venne aperta nel 1995 – prosegue il sindaco - 1.400.000 euro è il ristoro ambientale avuto dal Comune di Carpineti per la presenza della discarica da parte di Iren (meno negli anni precedenti). Se la discarica facesse male, di un ristoro avrebbe diritto anche Toano o, meglio, la discarica andrebbe chiusa. Ma non abbiamo certo elementi per dire che faccia bene, sia chiaro, ma nemmeno abbiamo elementi per dire che fa male”.
“Nel 2003 la ditta Ciampà vinse un appalto da Agac per l’ampliamento della discarica; le imprese locali che ottennero il subappalto ci garantirono che i lavori di ampliamento vennero fatti regolarmente”. “E’ vero, nel 2004 uscì uno studio dell’Istituto di Sanità che indicava una incidenza di tumori superiore; ma il periodo di riferimento considerato non era antecedente (se non per i primi due anni) all’apertura della discarica”. E all’epoca molti carpinetani lavoravano nelle ceramiche.
“AI CITTADINI DICO: DENUNCIATE”
“Certo – dice il sindaco, mani in tasca e in fronte alla platea - sappiamo che la discarica non è il modo migliore per gestire i rifiuti”. Ed allora elenca le sue azioni per monitorarla: “A giugno 2004 diventai sindaco; ad agosto mandai una lettera all’istituto di epidemiologia e ad Arpa col quale chiese di essere attenti. La risposta fu che tutti sarebbero stati attenti”. Sulle polemiche dei camion che giungono di notte: “Invito chiunque li vedesse arrivare di notte a denunciarli alle autorità e non limitarsi a dirlo solo al bar”. Comunque nel 2010 le segnalazioni dei cittadini sul fatto che arrivavano autoarticolati di notte fece fare a carabinieri, forestale, Asl i controlli del caso, continuati nel tempo.
A chi competono i controlli? “Quello ambientale alla Provincia, al Comune la responsabilità sulla sanità”.
Una punzecchiatura: “Qualcuno disse che non avremmo mai fatto questo consiglio se non ci fosse stata la raccolta firme, ma in 8 anni non c’è mai stato tutto questo. Solo nel 2012, otto mesi fa, riceviamo una lettera di una ragazza, Valentina, che lamentava questi problemi. Nei primi incontri c’erano poche persone, che io definii quattro gatti. Però ricordo come nell’estate scorsa quando facemmo venire Stefano Pergolizzi a presentare un libro che parla di discariche e del mondo dei riufiuti: c’eravamo in cinque”. Per la precisione: “Nel 2004 definimmo con il Piano strutturale comunale 2004/2008 il perimetro della discarica di Poiatica. Tutta la popolazione ne fu informata. Non ricevemmo opposizioni”.
SE NON CI FOSSE POIATICA, COSA ACCADREBBE A CARPINETI?
“Chiamai il sindaco di Toano – ricorda la Montemerli - e, assieme, chiedemmo al direttore del Dipartimento di sanità di Reggio uno studio sulla sanità della popolazione. Io ho chiamato il Corpo forestale dello Stato per fare i controlli citati e che hanno portato a leggere il verbale del Comitato”.
Cosa fareste senza i soldi della discarica? “Sappiamo fare un bilancio anche senza i soldi della discarica. Certo se non ci fossero dovremmo tagliare cose in più: aliquota Imu al massimo, addizionale Irpef, contributi alle associazioni, biblioteca, turismo e anziché salare tutte le strade – dice ironica – mettere un cartello ‘attenti al ghiaccio’”.
Carpineti, lamenta uno dal pubblico, fa poca differenziata perché ha interesse ad aumentare i quantitativi consegnati alla discarica per avere più risorse… “Non è vero: siamo il primo comune del distretto in fatto di differenziata e il terzo in Appennino. Non possiamo fare la raccolta differenziata in alcune frazioni dove non passerebbe il camion per la raccolta. Al sindaco Delrio che ha dato notizia della raccolta porta a porta (molto onerosa) vorrei dire che… anche i Comuni della montagna hanno finanziato quell’operazione” – tramite Iren ndr -.
Se Iren fallisse, chi garantirebbe sulla gestione della discarica? “In Provincia è depositata una fideiussione bancaria – non è stato possibile ottenere quella assicurativa – di 57 milioni di euro di Iren”.
Questione odori nella vallata. “Per gli odori siamo preoccupati. Da un mese finché non si risolverà il problema dell’odore abbiamo fatto sospendere l’arrivo di biostabilizzato” mentre l’imprenditore Giuseppe Ruggi a fine serata spiegherà che l’odore persistente percepito a fine 2012 è riconducibile al biostabilizzato proveniente dal fiorentino non adeguatamente fermentato. “Riteniamo anche – ha detto il sindaco – che ci sia un vuoto rispetto agli strumenti di controllo e così ho lamentato con la Provincia”.
Per il futuro? “Credo siano necessari ulteriori approfondimenti. Il Piano d’Ambito della Provincia cerca di trovare un sistema migliore al fare arrivare i rifiuti in discarica. Non penso – come lamenta qualcuno del Comitato - che tutte le amministrazioni coinvolte dal pubblico siano corruttibili. Nel 2013 non abbiamo partecipato alla Conferenza dei servizi con gli altri Comuni e Iren, come atto politico, perché continuavamo a lamentare che c’erano odori e non si trovava la soluzione: abbiamo voluto dare un segnale; e ci chiediamo cosa dovesse succedere se arrivasse solo biostabilizzato (quando sarà in funzione il Tmb)?”.
POIATICA, STOP
L’area in verde scuro (nell'immagine di cui sopra) è quella dove il Psc del Comune di Carpineti, nel 2008, ha stabilito dove possono essere scaricati i rifiuti. Nel mentre Iren (in verde chiaro nella piantina sopra) e la società Monte Quercia scarl (in giallo, a destra della attuale discarica) hanno acquistato aree molto ampie attorno alla discarica. La popolazione (e il comitato) chiedono di impedire ulteriori ampliamenti. Si sta discutendo per lo scarico nel sesto lotto (500 mila tonnellate) ma non sarà consentito realizzare nuove aree di scarico”.
Una notizia che Iren apprende in diretta e, crediamo anche, possa essere colta non positivamente dal gruppo dato la recente acquisizione immobiliare. Una notizia che è colta positivamente da molti dei presenti.
Come muoversi per vincolare l’area? “Non abbiamo strumenti normativi ad hoc, dato che il Psc può essere variato dalle amministrazioni che verranno: ma possiamo fare una mozione che impegni il Consiglio Comunale a non allargare ulteriormente Poiatica oltre il sesto lotto”.
E dopo? Se il Tmb tardasse e l’attuale Poiatica si riempisse, cosa accadrebbe alle 450 mila tonnellate annue dei rifiuti di Reggio? “Che potrebbe esserci un allarme provinciale rifiuti, ma per scelta regionale il tema dei rifiuti è deciso a livello regionale e i nostri rifiuti potrebbero finire altrove”. Come nell’inceneritore di Parma con buona pace dei grillini.
(G.A.)
* * *
AGGIORNAMENTO (ore 19.00): CI SCRIVONO I COMITATI, "SIAMO PERPLESSI"
Esprimendoci sul recente consiglio comunale del 16 marzo a Carpineti,noi dei comitati Fermare la discarica ed EcologicaMente vogliamo ringraziare quanti con la loro presenza al consiglio comunale aperto di sabato hanno dimostrato che il problema discarica non e' solo di pochi.Per noi la Pagoda stracolma di gente è prova dell'attivo e crescente interesse dei cittadini ormai esasperati dai problemi causati dalla presenza della discarica nel nostro territorio.
Vogliamo anche ringraziare tutti i nostri concittadini che si sono attivati con una sorta di passaparola per fare in modo che l'affluenza al consiglio fosse elevata nonostante l'orario poco fruibile da parte della comunita' locale, a prevalenza rurale, che a quell'ora deve lavorare.
Ringraziamo inoltre la Signora Petronio che, concentrandosi sulla preoccupazione più grande per tutti ( la salute ), ha reclamato con forza il diritto dei cittadini di sapere e il dovere delle istituzioni di indagare sull'incidenza delle malattie e i disturbi alla salute in un luogo comunque esposto a rischi.Venendo al risultato dell'incontro possiamo dire che ci sentiamo perplessi su alcune delle risposte fornite dal Sindaco e sulla resistenza ad aprire un tavolo dialettico di collaborazione sul futuro di Poiatica. Ma un po' ce lo aspettavamo: e' un argomento molto delicato e dare delle risposte ad un pubblico partecipe non e' semplice.Al di la' di quello che e' emerso crediamo che ci sia ancora speranza di dialogo con le amministrazioni locali. Noi auspichiamo la chiusura di Poiatica con l'esaurimento del 5 ampliamento, poiche' quasi 20 anni di Discarica lasciano comunque una ferita difficilmente marginabile. Chiediamo solo di vederne la fine. Crediamo sia nostro diritto.Apprezziamo l'impegno del Sindaco a chiedere una mozione politica che definisca per sempre i perimetri della discarica (oltre i quali non andare) e verificare i dubbi espressi sul biostabilizzato. Apprezziamo ancora la proposta del gruppo consigliare minoritario a creare una commissione, di cui faranno parte anche elementi dei comitati locali e cittadini, per monitorare sulla gestione della discarica e partecipare direttamente alle future decisioni in merito a questa. Auspichiamo che questa proposta venga accolta da tutti i consiglieri applicando la convenzione di Aarhus.I comitati continueranno la loro azione di sensibilizzazione, apartitica e amovimentista, con incontri pubblici per informare la cittadinanza sulla situazione discarica, ma anche su come si puo' cercare di ridurre la produzione di rifiuti e sulla raccolta differenziata, portando gli esempi di comuni virtuosi (un esempio Capannori e Ponte nelle Alpi).
(I Comitati Feramere La Discarica ed EcologicaMente)* * *Correlati:- “Sabato 16 marzo è stato un giorno di grande democrazia per Carpineti” (20 marzo 2013)
Cosa hanno in mente questi quattro gatti che rompono le scatole su Poiatica? Che si organizzino e propongano qualcosa di serio e vediamo quanti li seguiranno.
(ellebi)
Ho letto con interesse la vostra documentata relazione sul dibattito di ieri in Consiglio comunale di Carpineti sulla discarica di Poiatica; devo però chiedervi di rettificare la parte che riguarda il mio intervento, per far meglio comprenderne il senso ai lettori, a fronte della sintesi del vostro corrispondente. Mi sono presentato ai presenti come un operatore della Sanità Pubblica, da 33 anni impegnato per tutelare la salute degli abitanti della montagna. Ho assicurato che non è giusto vedere nelle istituzioni sempre e comunque un nemico, che nasconde i fatti, che si fa complice di chi non rispetta le regole o che si fa corrompere, come espresso da alcuni interventi del pubblico. In questo senso ho descritto, a dimostrazione delle mie asserzioni, il percorso non indolore, partito nei tempi in cui nella nostra montagna tutti i maiali delle latterie (allora 50.00) scaricavano direttamente i liquami in acque superficiali, le fognature comunali erano praticamente tutte dirette nei torrenti senza depurazione, ogni comune aveva una discarica a cielo aperto spesso in combustione e sempre infestata da ratti, alcune industrie avevano emissioni di fumi, acque di scarico e fanghi non controllati. Tutto questo non è cambiato in meglio per caso o senza impegno di amministrazioni, collettività ed operatori di Sanità.
Ho poi spiegato rapidamente che alcuni dati epidemiologici, citati negli interventi e che hanno suscitano grande paura per la salute dei nostri bambini, sono marcati da un errore di fondo: lo studio era basato sui casi di morte per malformazione nei nati nella popolazione circostante la discarica degli anni 1883-1997 e aveva un errore di fondo; in quegli anni la discarica non era attiva o aveva appena iniziato a funzionare e quindi quei casi erano da imputare alla situazione preesistente, ad altri fattori di rischio, per esempio professionali e per questo ho ricordato come si lavorava allora in smalteria con mani e piedi bagnati di smalti ceramici. Per corretta informazione: da allora non sono più stati rilevati casi di morte per malformazioni nei nati a Carpineti. Sul versante dell’epidemiologia dei tumori segnalo che i casi di neoplasie nei comuni di Toano e Carpineti non incidono diversamente dagli altri comuni del distretto, usato come confronto. Ho poi contestato l’accusa che le popolazioni circostanti impianti di trattamento rifiuti non sono oggetto di controllo o studio: quelle circostanti agli inceneritori emiliano romagnoli sono stati oggetto di uno studio imponente il MONITER e sono in corso studi a dimensione nazionale sulle popolazioni circostanti le discariche di rifiuti. Ad oggi non esistono indizi che una discarica controllata provochi danni alla salute, mentre di contro ci sono prove che questo accade attorno agli inceneritori di rifiuti di vecchia generazione, indizi per gli inceneritori di nuova generazione e prove per le discariche di rifiuti tossici o quelle abusive. Per quanto riguarda le emissioni di odori che hanno suscitato disagio e preoccupazione ho dichiarato che ho ragione di ritenere che siano provocate dal materiale biostabilizzato attualmente usato in miscela con argille per la copertura dei rifiuti. O questo materiale non è del tutto stabilizzato, o non è correttamente miscelato con argilla per l’uso a copertura; in ogni caso non assolve il suo compito e pertanto stiamo affrontando la cosa in modo che cessi la emissione di odori nauseanti. Cordialmente.
(Dott. Guido Tirelli, direttore Servizio di igiene e sanità pubblica AUSL RE)
Carina la citazione di “ellebi” di un Fassino d’annata. Era il 2009, se non sbaglio, ed era in riferimento a Grillo. Si commetterà lo stesso errore di valutazione anche in questo caso o si comincerà ad ascoltare la gente?
(PE)
Porgo le mie scuse al dottor Tirelli, mi spiace si sia risentito del mio intervento, perché se sono entrata nel vivo del dibattito l’ho fatto con le migliori intenzioni: quelle di poter contribuire alla difesa del diritto alla salute, che spetta ad ogni cittadino italiano, e di certo non per mettere in ombra il suo operato, che condivido appieno.
Ribadisco quanto sia però impossibile ottenere dai vertici Ausl un documento univoco e puntuale, che ci possa illustrare appieno l’evolversi dei casi di incidenza e mortalità, comune per comune, con aggiornamenti al massimo biennali. Sono anni che chiedo le stesse cose e non ne veniamo a capo.
Purtroppo dai media rimbalzano giorno dopo giorno le testimonianze angoscianti di chi, vivendo accanto ad una discarica – abusiva o etichettata come a norma -, continua ad ammalarsi e a morire precocemente.
Come faccio a credere che con i business delle ecomafie che da decenni imperversano sul territorio nazionale ci si possa ancora illudere in discarica, a Poiatica, ci sia soltanto robina santa!?
Le cronache ci mostrano ogni giorno una sequela di scandali infiniti sul fatto che, dietro ad ogni attività di smaltimento o recupero rifiuti, in realtà si nasconde un business criminale e che sempre più spesso, grazie a false certificazioni, si nasconde di tutto e di più, compreso il traffico di rifiuti radioattivi.
E noi con la Sogin, i rifiuti radioattivi a Caorso e le confessioni del pentito di mafia Fonti, che negli anni ’90 abitava a Correggio e che ha avuto a che fare con lo smaltimento dei rifiuti della Karin B, possiamo davvero dire che la questione non ci tocca?
Le ecomafie in Italia non sono un’ipotesi, ma un fatto.
Così come è un fatto che se, come ha rimarcato il vostro sindaco, la ditta Ciampà ha subappaltato i lavori di ampliamento della discarica di Poiatica a terzi, questo non mi rassicura comunque, perché in soldoni sia dalla Regione – dove si visionavano tutti gli appalti – e tanto più dalla Commissione parlamentare antimafia, dove all’epoca era presente il sen. Giovanelli, nessuno riuscì a impedire il lucroso business ‘ndranghetista.
Che poi a questo si aggiunga che, nonostante la massiccia campagna di informazione antimafia scatenata trasversalmente da ogni parte politica negli ultimi cinque anni, sul sito di Iren si sia ancora scoperto, nell’aprile scorso, di altri appalti assegnati a ditte in odor di mafia, o comunque più volte alla ribalta delle cronache giudiziarie, questo dovrebbe far accapponare la pelle a chiunque abbia un po’ di buon senso.
Non ci si può far bastare l’onestà degli amministratori locali, bisogna cercare di capire chi sono i manovratori occulti che permettono che queste cose accadano, nonostante tutte le nostre migliori intenzioni.
Non ci si possono far bastare i dati epidemiologici, perché discontinui o parziali o difficilmente confrontabili con quelli dei cosiddetti comuni più “sani”, quelli – per intenderci – dove non ci sono grossi insediamenti industriali e neppure siti di stoccaggio o smaltimento rifiuti.
Difficile fare paragoni adeguati tra i comuni emiliani, perché il territorio è disseminato di attività industriali particolarmente insalubri: ceramica, chimica, plastica, galvanica, produzione di conglomerati bituminosi, cementi e calcestruzzi, senza contare i siti di stoccaggio, trattamento e recupero di rifiuti industriali.
Lo studio della dr.ssa Musumeci riguardava anche i comuni di Albinea, Casalgrande, Boretto, Luzzara e Castelnovo ne’ Monti, perché vi aveva individuato siti di stoccaggio o trattamento di rifiuti se non discariche di inerti, che nel tempo e solo ora si sa, comprendevano anche eternit..
Per info: http://www.impreseambiente.it/smaltimento-rifiuti-industriali, oppure: http://www.impreseambiente.it/smaltimento-rifiuti/imprese.
Tuttavia da un distretto industriale ad un altro si possono intuire alcune differenze, per tipologia di tumore o per via dell’incremento di altre patologie ormonodipendenti, indotte dai ben noti distruttori endocrini: diossina, metalli pesanti, ftalati, acrilonitrile, Cvm, COV, Pcb, ecc..
Noi non possiamo aspettare studi definitivi, come lei auspicherebbe, perché la storia dell’inquinamento da eternit ci insegna che purtroppo alla verità dei fatti ci si arriva tragicamente in ritardo e noi non possiamo permetterci di ampliare silenziosamente i nostri padiglioni oncologici per altri anni a venire! Non possiamo più stare a guardare!Personalmente sono dodici anni che attendo risposte.
Dodici anni in cui mi sono sentita dire dai vari amministratori locali che saranno avviati studi ed approfondimenti specifici sulla situazione epidemiologica di questo o tal’altro comune. E poi di fatto cosa? Nel caos dei metodi di classificazione e dei numeri delle grosse popolazioni di residenti, sui quali pare sia indispensabile poter svolgere ogni previsione, non emerge mai una visione univoca sulla quale riflettere obiettivamente.
Lei mi rinfaccia la mancanza di fiducia.
Io le rispondo che ho sentito con le mie orecchie una nota dottoressa dell’Ausl di Reggio Emilia – non faccio nomi, per pura pietas – che in un convegno pubblico a Correggio, pur di confortare le politiche degli inceneritoristi che governano questa provincia da decenni, ha tentato di far credere al pubblico in sala che in fondo la diossina non fa poi così male! Ho visto certi nostri politici arrampicarsi sugli specchi, per puro carrierismo, pur di darci a bere le fandonie comode alle multiutility di partito!
Ho visto tante volte sedare le inquietudini del popolo bue solo agitando vecchie bandiere e invitando a convegni e dibattiti pubblici una pletora di pseudotecnici ben pagati, purché mettessero all’angolo chiunque osasse mettere in dubbio le loro fandonie.
Io non ho fiducia. Come potrei avere fiducia, nel momento in cui ogni giorno apro il giornale e trovo notizia dei nuovi morti per cancro, scomparsi tutti prematuramente? Come potrei avere fiducia se nel momento in cui mi aspetterei che il mondo intero si ricordasse di ogni bambino che muore per cancro mi accorgo che questo fatto neppure fa numero nelle tabelle scientificamente corrette del registro tumori?
Come posso avere fiducia, se una ben nota oncologa del Registro tumori risponde dicendo che è impossibile avere dati certi sui tumori dei bambini, perché non si conosce bene il numero delle popolazioni residenti?
Stiamo scherzando?
Non me ne voglia.
Cordiali saluti.
(M. Petronio)
http://italia.panorama.it/speciale-rifiuti/Discariche-quali-rischi-per-la-salute
http://www.ilmattino.it/caserta/rifiuti_strage_nella_discarica_settimo_dipendente_ucciso_da_un_tumore/notizie/235150.shtml
http://denaro.it/blog/2011/11/19/amianto-e-discariche-in-aumento-i-tumori/
http://monteverde.romatoday.it/malagrotta/discarica-malagrotta-residenti-monti-ortaccio-21-marzo-2012html.html
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_maggio_14/tumori-201175475999.shtml
http://www.bresciapoint.it/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=7858&Itemid=265
E’ vero che 30 anni fa la situazione delle discariche era peggiore di quella attuale e quindi si è cercato di risolvere al meglio la situazione, ma sono appunto passati 30 anni e si è capito che conferire i rifiuti in discarica o ad incenerimento è il peggior modo per gestire i rifiuti. Come in altri campi, tipo medicina, tecnologia, etc.. anche lo studio sui rifiuti si è evoluto fino a considerarli non più come scarto ma come risorsa. Risorsa di quelle materie prime usate per la produzione del prodotto che si stanno velocemente esaurendo.
Credo che i cittadini e i comitati stiano chiedendo, oltre alla tutela della salute e alla lecita chiusura della discarica, una moderna e aggiornata gestione dei rifiuti sulla base della strategia “RIFIUTI ZERO” dove la raccolta differenziata raggiunge il 90% e il rifiuto indifferenziato viene ulteriormente analizzato per capire come abbatterlo.
Il nuovo programma sulla raccolta rifiuti della provincia di Reggio è ancora molto lontano da questo obbiettivo.
Sono stranita dalle dichiarazioni della Montemerli e di Tirelli che sostengono che prima era peggio; mi sembra un po’ come sostenere che raggiunto un’obbiettivo non bisogna più fare nulla per migliorarsi e raggiungerne altri.
(Cornelia)
Signora Cornelia, tutti ci rendiamo conto che una discarica in meno è un evento positivo, ma vorrei che lei mi descrivesse nella sua giornata come lavora per i rifiuti zero. Grazie.
(mc)
Questa domanda mi sembra proprio poco intelligente.. anzi provocatoria.. Perchè?
(Diana Botti)
Il vicesindaco di Ponte nelle Alpi è venuto ad illustrare la sua realtà a Castelnovo. Tecnicamente incastrare quell’esperienza da noi sarebbe molto difficile: sono arrivati al 90% di differenziata per scongiurare una megadiscarica davanti a casa, ma a Belluno a pochi km la realtà è molto diversa, i loro abitati sono molto concentrati sulla strada principale e non sparsi come da noi, chi raccoglie il rifiuto controlla e multa chi non differenzia in modo corretto, da loro hanno dato l’adesione “volontaria” circa il 90% della popolazione, le possibilità di riuso dei materiali in Veneto e nettamente maggiore che da noi (quindi costi/ricavi migliori). Lei sa che un distributore di detersivi liquidi costa 10000 euro? Lei sa che il comune di Cavriago ha oltre il 70% di differenziata senza porta a porta o raccolta tipo Carpineti solo gestendo bene la loro isola ecologica. Lei crede che potremmo rinunciare facilmente alla vaschetta sottovuoto del prosciutto? La provocazione vorrebbe portare ad un confronto costruttivo su cose reali e concreti che non sono “si informi” sui comuni ricicloni o su rifiuti zero. Ripeto mettiamo in campo i nostri comportamenti ambientalmente corretti, contaminiamo i nostri vicini di casa e potremo sperare in qualche discarica in meno.
(mc)
Concordo con la Sig.ra Cornelia. Non mi rassicura il fatto che prima era peggio, anzi, Eternit insegna che i danni si vedono dopo tanto, tanto tempo. Noi tutti constatiamo che, per fortuna, dagli anni 80, con l’avvio del Servizio Sanitario Nazionale, le nostre tasse ci hanno garantito un “miglioramento” ma le istituzioni pubbliche, cui sono affidate le funzioni di “tutela” della salute non possono guardare solo a quanto si è fatto. Non si possono “barattare” i rischi per la salute con altri servizi pubblici, per quanto importantissimi quali le strade, l’illuminazione pubblica, la cultura. Se c’è anche solo il dubbio che la “cosa” sia insicura (non dico dannosa) allora le istituzioni hanno l’obbligo morale di comunicarlo, sospenderne il funzionamento, eliminare il rischio, perseguire i colpevoli (se ci sono). Prima che si arrivi all’ILVA di Taranto!
(Tonino Fornesi)
Signor Fornesi, avrei qualche domanda anche per lei: usa il telefonino? I suoi famigliari con cosa comunicano? E’ certo che fra 20 anni non si scopra che il cellulare è peggio dell’Eternit? Le garantisco che le emissioni delle auto sono sicuramente dannose: quindi da domani lei sospenda l’uso del telefonino, non usi la macchina, non accenda il riscaldamento e cominci a denunciare. O forse cominciamo a ragionare di decrescita consapevole e se possibile felice? E se cercassimo insieme proposte condivisibili e praticabili?
(mc)
Signor mc se lo vada a cercare, è tutto ampiamente documentato. RIFIUTI ZERO. Nel mio quotidiano cerco di applicare al meglio questa strategia quindi anche molto attenta a ciò che acquisto boicottando ciò che non ritengo virtuoso. Per me è diventato uno stile di vita. Buona ricerca!
(Cornelia)
Vorrei far notare ad ellebi e ad mc che a Carpineti non ho sentito la loro voce e per questo mi viene da pensare che la convinzione sulle opinioni che esprimono non sia poi così fondata. La conferma me la date anche qui, nascondendovi dietro a delle sigle…non avete un nome ed un cognome…? Se siete così convinti delle vostre idee metteteci almeno la faccia…questi quattro gatti lo hanno fatto e lo fanno…..
Sabato è stata una bella giornata e a Carpineti è successa una cosa che porterà sicuramente delle conseguenze, c’erano tante tante persone e tanta gente così in montagna si vede raramente… E’ stato bello vedere la Pagoda piena, in compenso è stato sconfortante trovarsi davanti il solito muro contro muro come se da questi ragazzi ci si dovesse difendere. Sentire un rappresentante della sanità pubblica sostenere che solo i propri dati sono sacrosanti e veritieri e che tutti gli altri non sono attendibili non è rassicurante come se fosse la prima volta che i dati ufficiali vengono smentiti….un poco più di umiltà non guasterebbe e qualche sano dubbio a volte aiuterebbe il ragionamento. E’ sconfortante costatare come, su una problematica come questa, si fatichi ad avere un confronto aperto senza contrapposizioni pregresse, come se questi ragazzi avessero chissà quale interesse, fine od obbiettivo…come se fossero lì a voler fare la guerra alle istituzioni… Questi ragazzi, disinteressatamente, offrono la loro collaborazione e stanno chiedendo aiuto, stanno cercando solo di riprendersi in mano il loro futuro, vogliono restare qui in montagna e stanno indicando un percorso nuovo fatto di scelte non solo economiche ma attente alla qualità della vita…possibile che non riusciamo a capire questo ?
Questi ragazzi sono una grande opportunità e credo che dovremmo essere tutti orgogliosi di loro, sono una ventata di aria nuova e vorrei invitare le amministrazioni tutte a beneficiare della loro collaborazione….non sarebbe una concessione fatta a loro ma il contrario e sarebbe un investimento per tutti , un investimento sul loro e sul nostro futuro.
(Antonio Manini)
Ero presente in pagoda e sono anche intervenuto. Pur sostenendo l’impegno dei ragazzi di Fermare la Discarica e condividendone gli obiettivi di fondo, ho trovato l’intervento del dott. Tirelli interessante ed appropriato e non in contraddizione con gli obiettivi del comitato. Il dott. Tirelli ha citato i programmi di monitoraggio della salute in atto e quelli avviati più di recente dalla sanità pubblica correlati alla discarica. Ha accennato alla evoluzione delle condizioni di lavoro ed alla necessità che gli studi sanitari si sviluppino sui tempi necessari affinchè i dati raccolti siano statisticamente significativi. Nulla di tutto questo implica che la discarica faccia bene alla salute e penso che il dott. Tirelli abbia semplicemente svolto il suo ruolo istituzionale. Il problema centrale è il piano d’ambito della Provincia. Occorre spingere per una modifica del piano d’ambito e far sì che esso non preveda Poiatica come unica destinazione finale di tutto ciò che non è possibile differenziare in provincia. Poiatica ha dato fin troppo e deve essere chiusa. Per arrivare a questo risultato occorre costruire un consenso ampio tra i cittadini.
(SC)
Al contrario di lei io non desidero la pubblicità e quando commento un articolo cerco di ragionare sul contenuto e non su chi lo ha scritto. Ma per sua tranquillità non ero a Carpineti ma sono intervenuto in altre occasioni mettendoci nome, cognome e faccia. A casa mia si rispetta il pensiero anche di un gatto solo e si rispettano tutte le opinioni, qualche difficoltà quando si raccontano mezze verità. In altre occasioni ho già detto in assemblea e scritto su queste pagine che servono proposte concrete e possibili. I rifiuti zero sono un’utopia, meravigliosa ma oggi non praticabile. Un esempio concreto? A Piacenza hanno isole ecologiche dove si portano i rifiuti e si viene premiati con sconti sulla bolletta o sugli acquisti. Un altro? Mio nonno e suo nonno mettevano gli avanzi del pranzo (l’umido) nel letamaio dove diventavano magnifico concime per i campi: io nel mio orto il cumulo o compostiera lo uso da 10 anni, il mio umido viene riutilizzato a km zero e a costo zero per la comunità. L’umido del porta a porta viene preso portato a Carpi (80 km circa) se va bene perchè se la signora Cornelia (mi scusi se sfrutto il suo nome) butta qualcosa che umido non è il camion viene ricaricato e riportato a Poiatica. I ragazzi continuano a demonizzare la discarica di Poiatica, il sindaco, l’Ausl, ecc., mentre la colpa di tutto ciò è solo del nostro assurdo stile di vita.
(mc)
Vedo con piacere che anche lei è sulla buona strada…. Parlo del compostaggio domestico, una buona abitudine che però è poco pubblicizzata dalle istituzioni e non farebbe la fortuna di Poiatica. Per il resto, se avesse partecipato alle riunioni avrebbe sentito che, oltre a demonizzare la discarica, questi ragazzi portano esempi concreti ed hanno tutta la voglia e l’intenzione di cambiare questo che anche lei, definisce assurdo stile di vita…. Ci vada e si confronti con loro…. Può anche darsi che uno scambio di opinioni diretto aiuti ad affrontare il problema. Per quanto riguarda mio nonno di avanzi di pranzo ne aveva talmente pochi che il gatto non li lasciava nemmeno toccar terra, però mi ha sempre insegnato una cosa, di ragionare su tutto e ad avere il coraggio di dire quello che penso a testa alta e mai di nascosto…. e allora la pubblicità non sapevano nemmeno cos’era….
(Antonio Manini)
Ero presente in pagoda sabato e ciò che per prima non mi è piaciuta è stata la metodologia di relazione adottata dal comune. Il comitato “Fermare la discarica” avrebbe dovuto opporsi. Non esiste fare 2 ore di domande senza avere risposte, il sindaco doveva rispondere ad ogni domanda. Questo forse denota un certo astio del comune verso i cittadini? Il Comune vuole andare incontro ai cittadini o no? Vuole essere chiaro o no? Vuole ascoltare o no? Questo mi chiedo.. Lodevole il lavoro svolto dai comitati! Continuate così!
X mc: le proposte concrete e praticabili ci sono, provi a informarsi su cosa siano i comuni ricicloni! Sappiamo tutti che ci sono un milione di cose che fanno male, abbiamo l’imbarazzo della scelta purtroppo! Io però voglio morire di VECCHIAIA non avvelenata!
(Diana Botti)
Ho partecipato all’incontro di sabato, rimanendo stupito della dimostrazione di passione, impegno, documentazione, che tante ragazze e ragazzi hanno dato; credo anch’io, come Manini, che siano una grande opportunità e risorsa.
Quello che forse è mancato è ricordare ai 500 presenti che ciascuno è corresponsabile di Poiatica, in quanto produttore di rifiuti; in un certo senso siamo azionisti di un’azienda che crea grossi problemi.
Può essere utile ricordarlo, non per colpevolizzare, ma per stimolare al cambiamento: RIFIUTI ZERO non è un’utopia, ma una praticabile e intelligente azione quotidiana, normale per i nostri antenati, che ciascuno di noi può attuare anche oggi e che alcuni già praticano.
Avere amministrazioni come quella di Capannori faciliterebbe il compito, ma non è necessario; chi ha un po’ di terreno, ad esempio, può compostare i propri rifiuti organici e questo diminuirebbe già almeno del 50% il peso complessivo.
Cambiare abitudini singolarmente è però meno gratificante che farlo insieme ad altri. Anche per questo è nato, in febbraio a Casina, il movimento ” PER ESEMPIO cittadini a rifiuti zero”, di cui riporto sotto il “manifesto”.
La prima cosa che si chiede a chi aderisce è di pesare i rifiuti INDIFFERENZIATI prima di buttarli nel cassonetto e, mese per mese, comunicare il totale (se è zero si comunica zero).
I dati confluiranno in un file comune (diviso eventualmente per Comuni), che sarà visibile da tutti e fatto circolare (soprattutto verso le amministrazioni e gli enti preposti..).
Questo permetterà di confrontarci, discutere, migliorarci …
Pesare i propri rifiuti (pochi secondi ogni volta) potrebbe sembrare un gesto inutile; credo invece che sia una “misura” delle proprie azioni, un aumento di consapevolezza, un coinvolgimento che stimola al miglioramento.
PER ESEMPIO
(movimento cittadini a rifiuti zero)
Secondo gli ultimi dati (Osservatorio Provinciale Rifiuti – n. 16 – novembre 2012), nel 2011 nel comune di CASINA sono stati raccolti 1.444.000 kg di rifiuti indifferenziati, pari a 316 kg per abitante.
Tenendo conto che anche una parte dei rifiuti differenziati è andata in discarica, in media, ogni abitante di Casina nel 2011 ha mandato in discarica 1 kg di rifiuti al giorno.
C’è da riflettere su tutto questo! Noi PER ESEMPIO…
PER ESEMPIO è un gruppo di cittadini
stanchi di vedere rifiuti abbandonati fuori da cassonetti strapieni (strapieni anche di ciò che non dovrebbe esserci)
invidiosi dei comuni virtuosi, quali Capannori (Lucca), che sono vicini al traguardo “rifiuti zero”, che non hanno più cassonetti lungo le strade e che fanno pagare i cittadini in base ai rifiuti che producono
consapevoli che il problema “rifiuti” ha un grande impatto sull’ambiente, sulla salute, sull’economia, sugli stili di vita
convinti che l’impegno del singolo in questo ambito sia indispensabile e prezioso per cooperare con le amministrazioni diligenti e/o per smuovere quelle negligenti
fiduciosi che anche il nostro territorio può essere liberato dai “rifiuti“, conservando solo “materie seconde”, preziose sostitute delle materie prime
persuasi che le buone azioni debbano fare “notizia” più di quelle cattive e possano fare da lievito
Il nostro primo impegno sarà quello di PESARE i rifiuti indifferenziati prima di buttarli nel cassonetto, per comprendere concretamente il “peso” delle nostre azioni.
I dati verranno raccolti, confrontati fra chi aderirà e resi pubblici mensilmente, sfruttando anche la rete.
per ADESIONI contattare Ottavio Tarabelloni
[email protected]
Questa terra per l’uomo rosso è preziosa. … Infettate i vostri letti, ed una notte vi troverete soffocati dai vostri detriti. …
La vista delle vostre citta` fa male agli occhi dell’uomo rosso …
Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se` stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all’uomo, bensi` e` l’uomo che appartiene alla terra. Questo, noi lo sappiamo. …
Tutte le cose sono legate tra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate tra loro. …
Insegnate ai vostri bambini ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri bambini: che la terra è nostra madre.
(lettera del CAPO INDIANO SEATTLE al PRESIDENTE degli STATI UNITI – 1852)
(Ottavio Tarabelloni)
Ho partecipato all’incontro e vorrei rispondere alla signora Diana, più volte in passato ho avuto rapporti con l’amministrazione di Carpineti , ho sempre trovato persone disposte ad ascoltare e collaborare, non condivido quanto detto nei confronti del comune, mi viene spontanea una domanda, ma siamo sicuri che solo colpa loro sulla metodologia relazionale?
(Oscar)