“Non vorrei creare allarmismi, ma se penso che in vita mia non ho mai visto un veterinario visionare un cinghiale abbattuto”. Comincia così l’appello lanciato da Umberto Gianferrari, commissario straordinario per Reggio Emilia delle associazioni venatorie Caccia pesca ambiente e selcontrollore, a seguito della notizia shock che ha colpito i boschi della Valsesia in provincia di Vercelli. Su 27 campioni di lingua e diaframma di cinghiali abbattuti nell’ultima campagna di caccia si è riscontrato un livello di cesio 137 superiore allo soglia indicata dal Regolamento 733 del 2008. “Il cesio 137 è un radionuclide artificiale prodotto dalla fissione nucleare. Viene rilasciato da siti nucleari”, spiega Elena Fantuzzi, responsabile dell'Istituto di Radioprotezione dell'Enea. Le ipotesi più immediate sono quelle secondo cui potrebbe essere stato rilasciato in seguito all'incidente nella centrale nucleare di Chernobyl del 1986.
La situazione qui, in montagna reggiana non è chiara, “Per quanto mi riguarda - dice Gianferrari- mai sono stato chiamato al Centro di raccolta e controllo di Rosano per visionare la spoglia di un ungulato abbattuto e mai in vita mia, ho visto un Medico Veterinario visionare la carcassa di un ungulato”. Sarà cura del selcontrollore raccogliere dati informativi sulla fauna selvatica della nostra montagna e comunicarli al più presto ai medici veterinari dell’Azienda Usl di Castelnovo ne’ Monti.
(Elisa Sani)
E’ una vergogna, mio suocero fin che ha potuto ha tenuto e accudito amorevolmente ovini da lattazione e carne e giustamente 2, 3 volte l’anno aveva controlli dai veterinari sul bestiame con prelievi di sangue etc… Qua da noi ci sono ungulati di ogni tipo, taglia e razza che scorrazzano liberamente dappertutto causando danni non indifferenti alle colture e ai pochi frutteti esistenti. Sono stati reintrodotti da chi sa chi e anni addietro trovavi carcasse di animali morti dappertutto ma nessuno ha mai garantito che gli stessi ungulati, anche saltuariamente, venivano visitati da veterinari e oltretutto scorrazzano e pascolano negli stessi prati dove si sfamano con erba e fieno mucche pecore etc. Se ti lamenti o vai a cercare un qualche responsabile ti guardano storto e in molti casi ti rispondono in malo modo.
(Roberta Marciani)
Quando uno non sa cosa dire, la migliore cosa sarebbe quella di tacere. Così appostofava (apostrofava, ndr) il grillo parlante ai due famosi medici chiamati al capezzale del povero Pinocchio. Insegnamento ancora molto atuale (attuale, ndr). A titolo di cronaca vorrei informare “i non informati” che la scorsa stagione venatiria (venatoria, ndr) nell’A.T.C. Montagna sono stati abbattuti 1666 cinghiali, ai quali (tutti) è stato prelevato un pezzo di diafframma (diaframma, ndr) e portato al Servizio Veterinario di C. Monti, per gli esami previsti dal protocollo della regione E.Romagna. Tutti tranquilli, teniamo anche noi alla nostra salute.
(Un caposquadra)
Non c’e’davvero nulla da fare; il “virus” è endemico e pare inestirpabile. Chiunque, membro di un’associazione, qualunque essa sia, che dinnanzi a situazioni che a suo avviso appaiono poco chiare, fumose, incerte ed ambigue, pone quesiti in merito, invece di averne risposte a chiarimento viene immancabilmente tacciato di disfattismo, polemica gratuita, rivalsa personale e chi ne ha più ne metta. Inconfutabile segnale, questo, che i dubbi e le domande davvero hanno colto nel segno…… Umberto Gianferrari pone quesiti non solo legittimi ma sacrosanti, soprattutto perchè vanno ad incidere su una questioncella di assai miserrima rilevanza; la salute pubblica, cioè la nostra. Ecco allora che iniziano a volare le “cornacchie” subito pronte, invece che “spiegare” e “chiarire”, a gracchiare su presunti complotti, rivalse personali, accuse varie e…. variegate. Gianferrari evidenzia una situazione grave e dai risvolti inquietanti; non solo a lui va tutta la mia stima e gratitudine per aver portato alla luce l’ennesima schifezza, ma auspico che proprio grazie a questo suo intervento chi di dovere ci fornisca tutte le risposte del caso.
(Paolo Comastri)
Bene, ora sappiamo che esiste il pericolo di carne di cinghiale contaminata da Cesio, inutile strapparci i capelli, aggiungiamo nel protocollo dei controlli di legge anche quelli specifici per tale fatto. Poi si valuterà il da farsi.
(Flavio Veronesi)