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La Giornata mondiale dell’ammalato si celebra lunedì 11 febbraio presso l’ospedale S.Anna di Castelnovo ne’ Monti

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malato Lunedì 11 febbraio (festa di Nostra Signora di Lourdes) si celebra la XXI Giornata Mondiale dell'Ammalato. Presso l'Ospedale S.Anna di Castelnovo ne' Monti si celebrerà una S. Messa alle 18,30.   

Lorenzo Calabrese ci invia una nota sulla ricorrenza che volentieri pubblichiamo.     


XXI Giornata Mondiale del Malato, 11 febbraio 2013

«Và e anche tu fà lo stesso» (Lc 10,37)

Le ricorrenze, come questa della XXIGiornata Mondiale del Malato, sono importanti ci obbligano a fare memoria, a fermare la nostra attenzione su ciò che è essenziale e a volte rischia di sfuggirci perché troppo presi nel vortice della vita, diceva la volpe al piccolo principe nel noto racconto di Antoine de Saint-Exupéry: "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".

Emblematica al riguardo rimarrà per sempre, credenti e non, la parabola del Buon Samaritano riportata dall'evangelista e medico Luca, per sensibilità professionale particolarmente attento ad cogliere questa visione del cuore. Sì c'è un vedere indifferente proprio dell'atteggiamento del sacerdote e del levita, « lo vide e passò oltre », ed un vedere con il cuore, proprio del samaritano, «lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, ... gli fasciò le ferite », poi « lo portò a una locanda e si prese cura di lui (Lc 10, 33-34)». Gesù ci ricorda e ci ammonisce:«Và e anche tu fà lo stesso» (Lc 10,37)

Da semprei grandi santi hanno vissuto e fatto proprio questo atteggiamento, come i due insigni apostoli della sofferenza e della carità nostrani, il Prof. Pasquale Marconi e Don Mario Prandi, che nelle loro vite hanno rivissuto la parabola lucana, insegnandoci che i poveri e i deboli non sono inutili, da emarginare, un peso o un problema per la società bensì fonte di vita. Se ci avviciniamo ad essi, con il cuore e gli occhi per vedere in profondità oltre le miserevoli ed ingannatrici apparenze, hanno il potere in qualche modo misterioso, di portarci a ciò che è essenziale, chiamandoci alla verità dell’essere umano, alla compassione, alla capacità di inchinarci alla suprema dignità della persona umana.

Le vie della salute devono necessariamente passare dallo sviluppo della scienza medica e della tecnologia, nello sforzo umano di combattere la malattia attraverso sempre nuove scoperte ma guai alla medicina ed alla scienza prive di anima e di cuore e di intelligenza poichè il rischio, in questa società ipertecnologica, che riguarda non solo la comunità civile ma anche e soprattutto quella ecclesiale è che si stenti a recepire, per disattenzione ed indifferenza, il carattere intrinsecamente prioritario della sollecitudine per i malati ed i sofferenti nella pastorale d’insieme della Chiesa e di perdere il senso del perchè della sofferenza, risposta a cui la scienza, considerata da taluni come un Dio, non potrà mai dare risposta.

Diceva Don Vittorio Chiari, di cui ricorre l'11 febbraio prossimo il secondo anniversario del suo trapasso in Cielo, nel suo ultimo libro "Apri le ali e poi vola" commissionatogli dall'UNITALSI di Castelnovo ne' Monti, proprio per aiutare gli amici nel dolore: “Vi doniamo un libro in un tempo in cui si legge poco. E' un libro che ti giunge in tempo di malattia, dove per età o malanno, leggero o grave, sei costretto a letto o all'inattività. Ti sembra di essere inutile, di peso, un aggravio economico. Noi crediamo che sia uno sbaglio pensarla così! La malattia è si una sofferenza ma anche una sfida all'amore di chi ti vuole bene che deve volertene di più; una prova del tuo coraggio che, da soli, si può smarrire, ma con l'aiuto di altri, si irrobustisce e ti fa accettare anche i giorni del dolore; per un credente la sofferenza è il modo di unirsi alla Passione di Gesù Cristo per salvare il mondo. Anche al figlio di Dio non è stato risparmiato il soffrire !

La Giornata Mondiale del Malato, è stata ideata e voluta da Giovanni Paolo II, il papa che cominciò il suo pontificato chiedendo espressamente ai malati il sostegno della loro preghiera e l'offerta della loro sofferenza, ricordava nella Lettera Apostolica "Salvifici doloris", un testo di straodinaria profondità e bellezza (n.29): "Si potrebbe dire che la sofferenza, presente sotto tante forme diverse nel nostro mondo umano, vi sia presente anche per sprigionare nell'uomo l'amore, proprio quel dono disinteressato del proprio «io» in favore degli altri uomini, degli uomini sofferenti. Il mondo dell'umana sofferenza invoca, per così dire, senza sosta un altro mondo: quello dell'amore umano; e quell'amore disinteressato, che si desta nel suo cuore e nelle sue opere, l'uomo lo deve in un certo senso alla sofferenza".

Lorenzo Calabrese

1 COMMENT

  1. Tre anni fa c’ era in ospedale la mia mamma ricoverata in brutte condizioni di salute ed io, alla sera avevo ascoltato la messa degli ammalati lì, in ospedale chiedendo con umiltà e tanta sofferenza alla Madonnina di Lourdes di lasciarmi ancora la mia mamma. Dpo un lungo ricovero siamo tornate a casa, la salute della mia mamma è molto cagionevole ma l’ho ancora! Ringrazio la Madonnina di Lourdes e l’11 febbraio tonerò in ospedale ad ascoltare la messa degli ammalati con commozione e con preghiere per tutte le sofferenze.
    (Concetta)