Home Cronaca La valanga della Nuda è stata causata dalla condotta colposa di uno...

La valanga della Nuda è stata causata dalla condotta colposa di uno degli scialpinisti

119
30

Valanga

Novità sul caso dei giorni scorsi della valanga della Nuda. A conclusione delle indagini, infatti, per i Carabinieri di Castelnovo ne' Monti essa sarebbe stata causata dalla condotta colposa di uno scialpinista. Accusa quindi di procurata valanga e denuncia alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per il 28enne reggiano che, travolto dalla massa nevosa, è poi stato fortunatamente tratto in salvo dai soccorritori.

Secondo la ricostruzione dei militari, l'uomo, insieme ad altri due escursionisti, aveva risalito il versante con attrezzature da scialpinismo, raggiungendo quota 1.870 metri. Una volta in cima è iniziata la discesa fuori pista che ha causato il distacco da un versante della valanga che lo ha poi travolto. Quindi l'allarme ai soccorsi dato dagli stessi due amici con l'odierno indagato che veniva localizzato sotto circa un metro e mezzo di neve e tratto in salvo.

E quindi le indagini, che hanno portato a quanto sopra. Da registrare che la fattispecie di reato contestata al 28enne prevede una pena sino a 12 anni se la valanga è causata con dolo mentre nel caso specifico, qualora l'interessato dovesse essere riconosciuto colpevole, il rischio è una condanna sino ad un massimo di 5 anni trattandosi di evento verificatosi per colpa.

* * *

Correlati:

Tre scialpinisti travolti da valanga su La Nuda. Tutti salvi! (16 gennaio 2013)

“Abbiamo sfiorato la tragedia”, scrive Bargiacchi, sindaco di Collagna, per gli alpinisti (17 gennaio 2013)

 

30 COMMENTS

  1. Sono tutti esperti. Possono fare quello che vogliono perché sono esperti. Ma, come diceva Messner, la montagna è sempre imprevedibile. Quindi, rimanete sulle piste, e se c’è il rischio valanghe evitiamo di fare i fenomeni…

    (M.C)

    • Firma - M.C
  2. Perchè tanta voglia di scrivere solo commenti sul fatto che Massimo debba essere punito o multato e quant’altro. Perché tanta cattiveria nei suoi confronti. Ha avuto un comportamento inadeguato, è vero, ma penso che la punizione peggiore e la lezione di vita più importante Massimo l’abbia avuta, poiché ha visto la morte in faccia. Non usiamolo come capo espiatorio per muovere lamentele contro uno sport, perché è di questo che stiamo parlando, che infastidisce la comunità. Mi piacerebbe leggere dei commenti di persone felici che sia salvo. Ricordate che egli ha anche degli amici e dei famigliari che si sono preoccupati molto per lui.

    (Valentina)

    • Firma - Valentina
  3. Vi prego, basta con certi commenti patetici! Ruffo non è il primo arrivato in montagna, è una guida alpina e vanta spedizioni all’estero, uno che con la montagna ci vive in tutti i sensi! Quindi mi sembra eccessivo dare dell’incosciente a una persona che non conoscete neanche!! A questo punto smettete di andare in vacanza perchè potreste causare un incidente in autostrada (in quel caso nessuno si preoccuperebbe di chi paga le ambulanze, i vigili del fuoco ecc….)!!

    (Daniele Gualandri)

    • Firma - DanieleGualandri
  4. Cara Valentina, come ho scritto nell’articolo correlato a questo, credo che nessuno sia dispiaciuto dal fatto che per Massimo si sia tutto risolto al meglio, anzi meno male, ma è ora di finirla una volta per tutte di parlare di sport che non piace alla comunità… Alla comunità non va bene che muoiano delle persone per questa passione “incontrollabile” per la montagna e che si superi ogni limite come in questo caso mettendo a rischio non solo la propria vita ma anche quella degli altri… e anche gli altri hanno amici e famigliari! Se è così incontrollabile e affascinante da arrivare al punto di rischiare la vita, si presume che a breve qualcun altro ci proverà e allora servono dei divieti tassativi o aspettiamo un’altra disgrazia per capirlo?!

    (pfm)

    • Firma - pfm
  5. Condivido in pieno gli aspetti umani descritti da Valentina. Però i nostri comportamenti possono avere delle conseguenze sul piano sociale e civile che ci dobbiamo assumere. Molti escursionisti, non esperti, hanno causato in passato situazioni ancora più gravi. Si tratta di verificare se il suo comportamento sia stato lecito oppure incauto.

    (Caterina)

    • Firma - Caterina
  6. Amo la montagna e rispetto chi ha questa passione, ho amici che se la sono vista brutta e altri che dalla montagna che non sono più tornati. Ma il non rispetto per le regole, a discapito della sicurezza degli altri non lo tollero, sia che una persona stia sciando o guidando una macchina!

    (Barbara)

    • Firma - Barbara
  7. Vorrei ringraziare tutti i giornalisti che con la loro “serietà”, “competenza” ed “esperienza di montagna” hanno contribuito a creare questo forum di altrettanto esperti “bacchettoni”, che invece di praticare sport, se ne stanno impettiti ed indignati davanti al loro PC aspettando notizie nefaste su cui sparare a zero. Solo gli stolti parlano di cose che non conoscono. Innanzi tutto i tre sciatori non hanno messo in pericolo nè cose nè persone se non loro stessi e sotto il loro personale arbitrio, inoltre i soccorsi non hanno l’obbligo di effettuare interventi se esistono rischi reali per i soccorritori stessi. Perciò carissimi “perditempo”… godetevi di più la vita e… VIVA LA MONTAGNA!

    (Le Chat Noir)

    NOTA DELLA REDAZIONE: Gentilissima “gatta”, compito dei giornalisti è di dare le notizie e, dei lettori come Lei, di leggerle. Possono piacere o meno e altri lettori possono liberamente commentare o meno. La felicità per una vita salvata – e i giornalisti di cui Lei scrive sono stati tra i primi a compiacersene (naturalmente dopo familiari e soccorritori) -, non deve far perdere di vista il problema della sicurezza, sia che si parli di strade che si parli di montagne. E, per chi non rispetta le regole e a tutela prima di tutto degli stessi interessati ma anche delle altre persone (soccorritori e non) il nostro vivere (e codice) civile prevede diversi tipi di “ammonimenti” e “punizioni”. Non ci vediamo nulla di strano in tutto questo.

    • Firma - LeChatNoir
  8. Sarò impopolare ma quando la comunità paga i danni causati dai tifosi di squadre di calcio o quando tutte le santissime domeniche paghiamo le forze dell’ordine per tenere a bada dei facinorosi va sempre tutto bene, lì non si dice che i poliziotti o i carabinieri rischiano la vita per uno sport (e di morti ce ne sono stati). Certo Ruffo ha sbagliato e probabilmente pagherà le conseguenze (credo che in anni di montagna e di onorata professione abbia anche messo in conto questo) ma non lo additerei come uno sprovveduto e nemmeno come incosciente. Chiunque fa volontariato lo fa conscio che potrebbe trovarsi in pericolo ma non per questo desiste, che si tratti di recuperare un ferito in montagna o in piena autostrada per altro non meno pericoloso che un recupero in montagna. Per concludere, forza Ruffo per aver tenuto duro e grazie a tutti i soccorritori che ci vegliate e soccorrete nelle nostre amate passioni.

    (Gianluca Ugoletti)

    • Firma - gianlucaugoletti
  9. Quanti commenti poco furbi che si leggono. Davanti una vita salvata in tanti, invece di esser felici, si mettono a far sentenze. O siete tutti giudici oppure state esagerando. Si fa presto a sparare a zero, ma ribadisco che non siete tutti giudici, a ognuno il suo compito! La “punizione” più grossa questo ragazzo l’ha già avuta, si è visto la morte in faccia. Ruffo, siamo felici che sei ancora qui con noi, che possiamo ridere scherzare e continuare le nostre vite con te! I tuoi amici sono con te! Chi ti critica, fregatene, forse non hanno di meglio da fare. Noi siamo contenti di averti qua!

    (Giulia)

    • Firma - GIULIA
  10. Non si può confondere il valore della vita umana, che sta al di sopra di ogni cosa, con il rispetto delle norme e delle ordinanze. Se ci pensiamo a salvare lo sfortunato scialpinista sono stati il Corpo Forestale e l’Arma dei Carabinieri. E questi ultimi dopo averlo salvato hanno ritenuto che ci fosse stato un comportamento colposo e lo hanno denunciato alla Procura. Hanno compiuto il loro dovere salvandolo e anche denunciandolo. Se c’è stato un comportamento colposo è giusto che emerga e che venga punito ma questo sarà prima la Procura e poi eventualmente un giudice a stabilirlo.

    (Claudio Iotti)

    • Firma - ClaudioIotti
  11. Basta perché dobbiamo essere tutti giudici .
    La denuncia e’ un atto dovuto.
    Ruffo si è’ salvato questo e’ quello che conta, non capisco perché tanta cattiveria nei suoi confronti.
    Non è obbligatorio lasciare commenti fate altro.
    Ciao Ruffo non curarti di loro continua ad essere te stesso.
    Ciao .

    (Enrico Bini)

    • Firma - EnricoBini.
  12. Questa non è un’aula di giustizia, ovvio Condivido il pensiero di Claudio Iotti. Il ragionamento è un altro: qua si discute dell’eventuale incuria dimostrata da 3 persone esperte “si tenga conto che questo non è un attacco personale ai soggetti in questione” può essere chiunque! Penso sia il modello civile ed etico il problema primario, cioè tutto quello che questa esperienza può e deve insegnare ai giovani oppure a tutte le persone che intendono praticare uno sport bellissimo come lo sci d’alpinismo. Allora si deve dibattere su questo senza spostare l’attenzione a personalismi vari ed eventuali. Io penso che in ragione del fatto che 3 persone esperte non hanno dimostrato il valore effettivo e sopratutto la responsabilità nel praticare questo “bellissimo sport” sia un atteggiamento sprovveduto, rischiando di dare messaggi distorti e cioè che chiunque vuole e ha le facoltà, può affrontare la montagna non curando le possibili e variabili condizioni climatiche, ma soprattutto che la nostra montagna non è governabile dall’uomo ma è la natura della montagna che condiziona l’uomo. Il rispetto della natura avviene solo se il messaggio “oggi su questo avvenimento” trae responsabilità ed educazione civica.

    (D.F.)

    • Firma - D.F.
  13. Mi piacerebbe sapere dove leggete “cattiveria”? Nessuno è cattivo ma casomai arrabbiato e dispiaciuto per questa che poteva diventare un’altra tragedia, chiunque fosse l’interessato. Io chiuderei riportando di nuovo un sunto della nota della redazione che ha capito perfettamente qual era il punto in discussione e centrato il problema:
    NOTA DELLA REDAZIONE: “…La felicità per una vita salvata… non deve far perdere di vista il problema della sicurezza, sia che si parli di strade che si parli di montagne. E, per chi non rispetta le regole e a tutela prima di tutto degli stessi interessati ma anche delle altre persone (soccorritori e non), il nostro vivere (e codice) civile prevede diversi tipi di “ammonimenti” e “punizioni”. Non ci vediamo nulla di strano in tutto questo…”. E, dico io, nemmeno cattiveria.

    (pfm)

    • Firma - pfm
  14. Siamo tutti giudici e sputiamo sentenze ad iosa non conoscendo la realtà. La denuncia è “un atto dovuto”, chi conosce il Ruffo ed ha avuto modo di andare in montagna con lui sa benissimo che è molto prudente, non si lancia in attività spregiudicate e non perde mai di vista il problema della sicurezza. Gli incidenti, cari signori, purtroppo possono capitare sul lavoro, in attività sportive, camminando per strada e non sono dovuti sempre all’imperizia, ma alla fatalità della vita!!!

    (m.b)

    • Firma - M.b
  15. L’importante è davvero che il nostro e mio amico sia salvo! Stabilito ciò se ci fossero state altre persone oltre loro tre con la stessa passione più a valle e non fossero state fortunate come lui cosa commenteremmo ora! Sono troppi i risvolti di una faccenda come questa! Le passioni vanno coltivate e non si può vietare a qualcuno di praticare il proprio sport, però in certi casi un poco più di cautela ci starebbe… tutto è andato bene io la chiuderei qui senza denunce. Solo una bella lezione per tutti.

    (Roberto)

    • Firma - Roberto
  16. Rimango allibito, chi ha mai detto di vietare questo sport? Come si può mettere sullo stesso piano, le tifoserie “facinorose” con questa vicenda? Quelli sono atti delinquenziali puri, legati ad una degenerazione. Altro paragone forviante è quello che guidare un veicolo in autostrada o per recarsi a mare sia considerato sport, non mi sembra tanto e vero pure lì esistono regole da rispettare. Per ciò bene fanno i comuni a porre rimedio imponendo divieti. Appunto la montagna non è nè un’autostrada nè uno stadio. Ma un patrimonio inalienabile da rispettare e tutelare pur sapendo che non tutti i luoghi sono accessibili a eventuali sport.

    (D.F.)

    • Firma - D.F.
  17. Sig D.F. prima di giudicare o sentenziare bisogna conoscere, informarsi e comprendere. IL paragone tra tifoserie e questa vicenda viene dal fatto che tutti si sono mossi giudicando, puntando il dito su questi ragazzi che praticavano il LORO sport nel LORO ambiente e sono stati additati come incoscienti, persone che hanno smosso una grande quantità di persone per soccorrerli, ebbene anche chi va allo stadio va li per una passione per uno sport ma pochi puntano il dito quando succedono scontri tra tifosi (detti Sportivi) nessuno dice mai che ogni sabato e domenica vengono utilizzati moltissimi mezzi di soccorso e forze dell’ordine per presidiare i campi da gioco. Ebbene sig. D.F. io ho svolto per molti anni servizio in elisoccorso e le posso assicurare che mai mi è passato per la testa che andando a soccorrere qualcuno in montagna mettevo a repentaglio la mia vita anzi ho avuto molta più paura nel soccorrere persone in strada (normata da divieti, limiti di velocità e quant’altro).
    Nessuno ha mai pensato di VIETARE questa attività per altro bellissima e che rispetta la natura molto di più di qualsiasi altro sport . Non è vietando che si fa cultura ma e di sicuro informando, facendo prevenzione che si possono creare le basi per una sana ed ecologica attività come lo scialpinismo, l’alpinismo, l’escursionismo. I ragazzi che sono stati coinvolti in questa vicenda a buon fine sono tutti amanti e praticanti di questa bellissima attività e non sono degli sprovveduti o tantomeno incoscienti ma dei ragazzi sfortunati che amano il loro sport, che amano la montagna e che la rispettano.

    (Gianluca)

    • Firma - Gianluca
  18. Sig. Gianluca le ricordo, e le assicuro non è il solo a “conoscere e ad informarsi, per conprendere ciò che è accaduto). Se vuole può rileggere attentamente tutti gli articoli di giornale ma soprattuto la denuncia fatta come atto dovuto e cioè per “procurata valanga” A quanto pare lei liquida tutto con una semplice “Sfortuna” poi mi è parso di capire che proprio lei ammette un probabile sbaglio del sig. Ruffini e per tatto, lei sostiene che, dovrà pagarne le conseguenze. Il miei interventi come ho ripetuto più volte escono dalla logica inprontata a personalismi. Detto ciò ne esce fuori da tutte queste dichiarazioni.. evidentemente esiste uno spartiacque e cioè chi vuole praticare questo tipo di sport rispettando le regole e gli eventuali divieti, e ( le assicuro che in Italia ci sono centinaia se non migliaia di persone le quali praticano lo sci d’alpinismo rispettando presrizioni varie), e chi vorrebbe fare le stesse cose trascurando quanto prima citato. Ma una cosa è sicura, ed è questa, la libertà di pensiero e la critica costruttiva non va confusa con “sentenze” a cui fa riferimento lei. Basta avere “fiducia” negli organi preposti a questo.
    (D.F.)

    • Firma - D.F.
  19. Carissimo sig D.F. vorrei informarla che la mia non è un accusa a Lei per ciò che ha scritto. Purtroppo il brutto del leggere commenti sui siti internet è che le parole vengono lette e interpretate magari in modo errato. Vorrei fare e farle capire che la mia è una normalissima conversazione che farei con qualsiasi caro amico (perche’ ritengo che questa testata sia un po’ come chiacchierare al bar tra amici) Certo chi sbaglia paga ed è giustissimo così, io invece volevo solo portare all’attenzione il fatto che quando si parla di montagna e di tragedie in montagna son tutti pronti a colpevolizzare o additare i frequentatori della stessa,a volte incriminando pure la montagna stessa come se avesse una propria volontà, mentre per altri sport ci si gira dall’altra parte. Io personalmente dopo essermi informato sulla situazione pericolo valanghe e meteo decido se vale o no la pena di affrontare l’escursione, il concetto è che un buon alpinista sa quando correre il rischio e sa ancora di più quando rimanere al calduccio della propria casa. A mia memoria in quel posto non vi è mai stata nessuna slavina ( non per questo sono da esonerare dalle proprie azioni o colpe se mai ci saranno colpe) ma e proprio per questo che li ho definiti sfortunati non per liquidare il tutto. Da questa vicenda e da tutto questo polverone mi auguro solo che ci sia un pò più di prevenzione ed informazione (basterebbe veramente poco prendere esempio da realtà vicine a noi dove in luoghi pubblici sono affissi i bollettini nivo-metereologici comperso le stazioni sciistiche). Vorrei concludere dicendo che son ben contento che il Ruffo sia riuscito a cavarsela e mi auguro che questo sfortunato evento lo renda ancora più determinato e preparato ad affronatare le altre sfide che la vita gli presenterà. Grazie sig .D.F per il dialogo costruttivo.
    (Gianluca)

    • Firma - Gianluca
  20. …prima del previsto ci obbligheranno a pagare una tassa per goderci la nostra libertà… Per la questione in oggetto c’è poco da dire, se ha sbagliato pagherà, di sicuro la lezione è già stata imparata. Per giudicare ci saranno giudici incompetenti che spero si rifacciano alle perizie di persone più ferrate in materia di montagna, neve valanghe e libertà (faccio presente che Ruffo sapeva bene che nè persone nè cose sarebbero state in perciolo da qualsivoglia azione messa in atto in quel punto).

    (E.B.)

    • Firma - E.B.
  21. Mi chiedo quanti di quelli che sono intervenuti hanno mai praticato lo scialpinismo (parliamo di scialpinismo, non sci alpino, e nemmeno sci fuoripista o di elisky). Ma soprattutto quanti di quelli che hanno scritto qui e sentenziato possono giurare di non aver MAI superato i limiti di velocità in autostrada. Perché se non rispettate i limiti di velocità in macchina (io non li supero MAI, ma faccio scialpinismo), mettete a rischio la vita degli altri molto di più di quello che ha fatto Ruffo, il quale, da quello che si desume dalle parole del gestore, non ha messo a repentaglio la vita di nessuno. I soccorritori svolgono questa attività con passione e per scelta, molti sono volontari.

    Nota dal gestore degli impianti

    “ In qualità di Direttore di Stazione, io Marco Giannarelli della Park Hotel Srl, società che gestisce gli impianti, ci tengo a precisare in merito alla slavina provocata dai 3 scialpinisti in data 16.01.2013 a Cerreto Laghi.
    L’evento è accaduto fuori dall’orario di apertura delle seggiovie e fuori dalle piste del comprensorio sciistico.
    (Alberto)

    • Firma - Alberto