Riceviamo e pubblichiamo
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Egregio Direttore, ai sensi della legge sulla stampa Le chiedo (in attesa di valutare azioni legale a tutela dell'immagine della rivista) di provvedere a rettificare l'articolo non firmato che porta il titolo "Fa il giro d’Italia la foto del Re dei cervi ucciso". Non ha, non avete, alcuna autorizzazione da parte nostra a pubblicare la fotografia che costituisce - secondo l'autore non precisato dell'articolo - la "notizia" in sé. Tale immagine non era presente in rete, prima della pubblicazione dalla Vostra testata, né alcuno può disporne se non chiedendo autorizzazione espressa alla Edisport, casa editrice di Armi e Tiro.
Il contenuto dall'articolo pubblicato sul fascicolo di dicembre del mensile Armi e Tiro è stato estrapolato ad arte, per gettare discredito sulla rivista, gli autori dell'articolo, gli enti e i personaggi citati.
Non replico sui contenuti, ma preciso che la caccia è attività lecita, ampiamente regolamentata. Che la caccia di selezione è basata sul rispetto di un piano preordinato di abbattimento, diviso per classi di sesso e di età e redatto in base a censimenti e stime secondo criteri scientifici applicati dalle province con controllo del ministero dell'Ambiente. La fauna è patrimonio indisponibile dello Stato (articolo 1 della legge 157/92), l'attività venatoria si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedano e che posseggano i requisiti previsti dalla legge (articolo 12 della legge 157/92). Che il cosiddetto "trofeo" serve per la valutazione dello stato di salute della popolazione faunistica.
Attendo al più presto che interveniate rimuovendo la foto in questione e l'articolo che abbiamo comunque salvato nei nostri server in attesa di valutare azioni legale a tutela dell'immagine della rivista.
Distinti saluti, Massimo Vallini
(direttore responsabile ARMI E TIRO - Edisport editoriale)
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Risponde la Redazione
Caro direttore stia sereno. Strano che le sia sfuggito che la legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla “protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio” citi che gli articoli “possono essere liberamente riprodotti o comunicati al pubblico in altre riviste o giornali, anche radiotelevisivi, se la riproduzione o l’utilizzazione non è stata espressamente riservata, purché si indichino la fonte da cui sono tratti, la data e il nome dell’autore, se riportato”. La fonte della notizia l’abbiamo citata, gli autori dei pezzi anche. Ma lei contraddice i fatti: l’articolo è stato preso on-line, sul sito proprio della vostra testata, – dove chiunque lo può reperire e dove si trovava già da diverso tempo, come testimoniano anche i nostri server e come ci hanno segnalato i lettori in precedenti articoli – basta cliccare qui, proprio sul suo portale.
Non conosciamo il nome dell’autore della foto ma, spiacenti per voi, abbiamo appreso proprio ieri dal signor Picciati che essa è stata scattata al Centro di Raccolta di Rosano che, lei saprà, è qui nell’Appennino reggiano e non presso la vostra redazione. Anzi, lo stesso Picciati (autore di uno dei due pezzi menzionati) comunica che la foto “è stata destinata all’archivio del Centro di Raccolta”. Ora spieghi lei come ne detiene il diritto d’autore, dopo averla messa per altro on-line senza copyright e senza citare la proprietà (il Centro di Raccolta, appunto). Se vuole informi anche i nostri lettori come è giunta in suo possesso e con quali finalità dato che, la sua rivista, si chiama Armi e Tiro e, crediamo, non sia né un ente di beneficenza né – citando Picciati – essa provveda “alla conservazione delle specie selvatiche e per creare reddito sostenibile in montagna nell’interesse dell’intera Collettività”.
Dopo averci accusato di avere “estrapolato l’articolo ad arte, per gettare discredito” avremmo gradito una replica sui contenuti e non una elucubrazione sulla legittimità (lei forse ne dubita?) della caccia. Direttore, è andato fuori tema e i nostri articoli rimangono al loro posto non avendo nulla da nascondere. Confidiamo facciano altrettanto i suoi.
Saluti
La Redazione
PS: A proposito del diritto d’autore. La sua rivista, con tanto di foto, è citata diverse volte dal periodico Natura Amica di Atc 4 Montagna. Come può vedere qui. Speriamo che i colleghi redattori cacciatori non ricevano anche loro missive di possibili azioni legali.
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AGGIORNAMENTO DEL 10.1.13 - Così come avevamo sarcasticamente immaginato nella chiusura della nostra replica la rivista Armi e tiro - e dopo che il suo direttore aveva negato la presenza della foto discussa in rete -, la rivista ha tolto dal proprio portale web la foto incriminata (anzi, l'anteprima del giornale per intero), per cui oggi cliccando sul link di cui sopra compare "Ops, pagina non trovata". Ormai centinaia di nostri lettori ne avevano già visto la diffusione in rete e, a scopo precauzionale, ne abbiamo conservato copia. Era proprio una foto che scottava?
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Fa il giro d'Italia la foto del Re dei cervi ucciso
Egr. Sig. Vallini, che la caccia sia lecita è chiaro e non è oggetto della discussione; inutile e non pertinente evidenziarlo. Di dubbio gusto farsi immortalare con le prede, pubblicare la foto su una rivista di settore (e non solo in formato cartaceo), per poi richiederne la rimozione (non pertinente bis) da un quotidiano on line. Cordialità.
(Sincero Bresciani)
Perchè, su una rivista di settore cosa dovrebbe pubblicare? le strisce dei puffi? Se uno va su youporn non è che si aspetta di vedere i puffi, così se uno va su un sito che tratta anche caccia non può pretendere di trovare articoli anti-caccia!
(Pivi)
Scrivo da ignorante in materia e faccio una domanda che non vuole essere provocatoria, per comprendere. Se si tratta di “selezione”, con criteri scientifici e “selettivi”, perchè “prelevare” [termine da voi usato] un esemplare così bello e potenziale riproduttore di qualità?? Quali sono i criteri di scelta? Grazie.
(FC)
Questa non è una domanda da ignorante, questa è La Domanda!!!
(uno che vuole un appennino diverso)
Credo che i parametri di prelievo si basino su studi di ecologica di popolazione. Tali parametri non tengono conto ovviamente della “bellezza del trofeo” ma, ad esempio, dell’età dell’animale. Non si può giudicare la salute o capacità riproduttiva di un animale solo dal trofeo. La curva predatore-preda indica chiaramente che il numero di prede aumenta esponenzialmente con la diminuzione dei predatori, ma un numero eccessivo e non controllato di prede nuoce non solo alle altre popolazioni che condividono la stessa nicchia ecologica, ma anche alla stessa popolazione ( che, ad esempio, si trova a condividere la stessa quantità di cibo con un numero troppo elevato di esemplari). La caccia, ma soprattutto l’antropizzazione del territorio hanno decimato i predatori naturali ( orsi, lupi, linci ecc) quindi si rendono necessari tali prelievi. Poi ognuno è libero di dissentire o meno e su questo non discuto. Nei parchi nazionali ad esempio, sono le stesse guardie del parco a procedere ad abbattimenti selettivi. La caccia di selezione è rivolta ovviamente anche ad individui malati o comunque in condizioni di salute precaria.
(Pivi)
Il signor FC ha centrato il problema: perchè abbattere un cervo magnifico? Non ne comprendo la ragione, visto che l’uccisione è avvenuta in ambito di “caccia di selezione”, quindi attendo che gli esperti abbattitori ritratti nella foto pubblicata anche on-line (e quindi visibile da chiunque) mi spieghino come in cacca di selezione si ammazzino animali splendidi… spero che la mia attesa di risposta non risulti vana.
(Rossella Ognibene)
Prendo spunto dal Link indicato da Redacon su Natura Amica ATC 4 Montagna che si può linkare sopra da pag 38 a 42. Si parla del Lupo che può essere pericoloso per l’uomo e gli allevamenti e quindi si auspica la apertura della caccia al lupo (come se fossero tanti!). Per l’uomo in Italia non esistono casi di attacco, per gli allevamenti sì, però voglio ricordare che molto spesso gli attacchi a animali da cortile sono opera di cani, come capitato a un mio amico che li ha visti scappare dopo avergli ucciso 30 conigli. Io da escursionista che si trova spesso anche nel nostro Appennino in ogni stagione e talvolta in solitaria non ho mai avuto problemi col lupo che ho avuto il privilegio di incontrare mentre inseguiva due mufloni e, benchè affamato, quando i mufloni mi sono passati davanti, come mi ha visto, si è fermato ed è ritornato sui suoi passi. Ho avuto più problemi con cani, i famosi cani inselvatichiti, che spesso sono quelli da caccia persi nelle battute che poi, giustamente per mangiare attaccano anche pecore ecc. (più volte statisticamente dimostrato) e quando in branco, conoscendo l’uomo, si avvicinano talvolta minacciosi (io amo i cani). Per dire dunque a quei cacciatori che si vogliono erigere a paladini in difesa della natura e degli allevatori, che talvolta sono i loro stessi cani a creare problemi, non i lupi. Senza contare di quel cacciatore che involontariamente ha sparato nella mia direzione e la rosa dei pallini mi è passata sopra la testa. Dovrei temere il lupo o i cacciatori (vedi vari incidenti di caccia che talvolta coinvolgono anche non cacciatori)? Come ho già avuto modo di dire in altri articoli, non amo la caccia, ma non sono assolutamente contrario se fatta con i giusti motivi. Non amo gli estremismi, l’accampar scuse, storielle, semplicemente per trovare la scusa di aprire la caccia a animali che non fanno parte della nostra catena alimentare e sono in numero esiguo. Saluti.
(Ettore)
Siamo alle comiche, probabilmente non finali: dal cattivo gusto alla sagra dell’orrido, passando per l’ostensione delle proprie supposte “eccellenze”. Che dire: bravi, davvero bravi. Quasi audaci. Peccato solo che ci abbia rimesso la pelle un Cervo che ha avuto la sfortuna di entrare nei (vostri) parametri, un po’ selettivi. E siamo “solo” nel 2013: ogni riferimento all’ostensione dei trofei da safari tanto in voga nell’elite alto-borghese e aristocratica dell’800 non appare esclusivamente casuale. Appare fuori tempo, fuori luogo, fuori contesto, fuori logica, fuori intelligenza. Audaci e furbi, sopratutto molto furbi. Che dire: “in bocca al lupo”? Una risata vi seppellirà.
(Mauro Chiesi)
Spero proprio vi querelino e la smettano di fare delle semplici minacce. Così starete zitti.
(FlP)
PENSARE POSITIVO. Credo che troppo spesso, ciascuno di noi, sia più portato a sottolineare ciò che NON condivide, rispetto a ciò che condivide. Anch’io sono tra quelli che ha visto il “lancio” dell’articolo su Internet eppoi, ha comprato la rivista. Vorrei quindi, tra i tanti, soffermarmi su un punto: il dott. Picciati e il dott. Toso pare abbiano scattato una foto al Centro di Raccolta. E’ ciò che chiedevo sui quotidiani in quel periodo, ritenendo grave se (dico se), cerimonie analoghe fossero accadute in un centri abitati, davanti a un pubblico esercizio, tra la gente . (Per la verità, mi ha anche stupito il coraggio di Redacon che non alza le mani davanti allo schioppo puntato…)
194 credo siano i cervi previsti in abbattimento con “sentenza” che scadrà a marzo 2013; se le spoglie venissero immortalate al Centro di Controllo e non altrove, non è che sarebbe forse più opportuno o anche soltanto, meno sconveniente ?… (Purtroppo è quasi impossibile farlo nel campo, appena abbattuto l’animale poiché, quasi sempre, i cervi escono dal bosco, pochi minuti prima che faccia buio. Difficile abbatterli all’alba, poiché quasi sempre, entrano nel folto, prima delle prime luci dell’alba…)
(Umberto Gianferrari, commisario straordinario C.P.A. per Reggio Emilia)
Il problema non è la pubblicazione della foto (che per altro mostra bene l’atteggiamento anche di un funzionario pubblico che autorizza aspetti dell’attività venatoria e che se ho ben capito sarebbe in quel luogo per motivi scientifici). Il problema ci sarebbe stato se la foto non fosse stata pubblicata. Ciò avrebbe voluto dire CENSURA. Solo la conoscenza permette la formazione di idee.
(Clizia Ferrarini – Presidente Legambiente Val d’Enza)
Condivido in pieno ciò che scrive Ettore, anch’io più d’una volta sono intervenuto, a difesa dei lupi. Come Ettore, mi sono recato più volte in solitaria
specie anche, nelle ore di primo mattino in montagna, ho avvistato, parecchi di questi canidi, ma non ho mai avuto problemi. Se mai ne ho avuti con i cani abbandonati o smarriti durante battute di caccia.
(Il Grillo Parlante)
Che dire, strano che una rivista sulla quale scrivono dei giornalisti( si spera), chiedano delle rettifiche e addirittura delle censure. Per le rettifiche si sa benissimo che daranno ancora più risalto alla notizia, anzi in questo modo si coinvolgono tanti lettori autorizzati a dire la loro anche in modo più esplicito. Per la censura poi, trattandosi di giornalismo, tocchiamo veramente il fondo. A volte l’arte di tacere porta meno danni a certi personaggi.
(Oscarnano)
Spiegateci il perchè dell’abbattere un esemplare magnifico… non è che è solo per vanità? E poi basta dire che la caccia è uno sport, armi da guerra che sparano da 200 o 300 metri, che sport è? Dite che sia una passione ma non che sia uno sport, uno sport prevede che l’avversario abbia le vostri stesse possibilità di vittoria ma loro non hanno fucili in calibro che è 7,62 NATO che tira giù i muri… Andatelo a prendere con le mani il cervo e poi vediamo… E non sono contro la caccia.
(M.F.)
certo che leggere certi commenti fa proprio pensare che la “non violenza” non sia patrimonio dell’homo sapiens
(rossella ognibene)
Scottanti? Quel che è certo è che le due foto di pag. 179 sono interessantissime se osservate con l’occhio del cacciatore e con l’ausilio di lente d’ingrandimento. Consiglio agli amanti dei cervidi “reggioemiliani” di non farsi sfuggire l’articolo che appare sull’ultimo Cacciare a Palla, a pag. 38, in cui si tratta di Cervi sì, ma in chiave Leopardiana.
(Umberto Gianferrari – commisario straordinario C.P.A. per Reggio Emilia)
Caccia ancora legale, d’accordo, ma si può dire tranquillamente che non serve a un bel niente. Se non a far ancora “divertire” qualcuno cui piace maneggiare uno schioppo, che – come cronaca informa – non di rado punta inavvertitamente contro un bipede della sua stessa specie.
Poi… ce ne sono di cose legali che hanno dubbia o nulla utilità… Magari col tempo cadrà in disuso, tra l’indifferenza generale, così come quelle norme di cent’anni fa che, pur ancora formalmente in vigore, non sappiamo più neppure se esistono perchè nel frattempo sono decaduti i motivi che le giustificavano allora. Mi auguro che capiterà la stessa cosa con la caccia. Perchè non siamo più al tempo della necessità di procurarci una bistecca.
E poi… se i cacciatori vogliono fare le loro encomiabili giornate ecologiche… benvenuti. Ma promuovere iniziative come queste non è un merito da ascrivere al fatto che si è cacciatore (casomai può prestarsi piuttosto a diventare un paravento giustificatorio); difatti, riesco pure io – che cacciatore nel bosco non sono – a parteciparvi.
Pam pam.
(Orione)
NOTA DELLA REDAZIONE: Dell’argomento citato si è discusso lungamente. Chiudiamo qui con la pubblicazione, eventuale, solo di ulteriori notizie.