Home Cronaca Un pomeriggio con Ceci

Un pomeriggio con Ceci

18
0

Sono reduce da febbre alta, dolori articolari, tosse convulsa... l'idea di uscire di casa proprio non mi attira ma corre "obbligo di cortesia" e mi sento in dovere di andare a salutare una nipote da pochi giorni rientrata dall'India.

Si tratta da una parentela acquisita grazie a mio marito, Cecilia Antichi, 20 anni, residente a Villa Minozzo che ha trascorso sei mesi in India, presso una Casa della Carità. Oltre al desiderio di darle personalmente il bentornato c'è  la sensazione che "si potrebbe imparare qualcosa".  Ceci è come sempre tranquilla, interpellata si profonde in spiegazioni sulla vita che si svolge colà, senza pretesa di giudizi o indottrinamenti. Sfogliamo l'album di fotografie che le è stato donato dagli abitanti della Casa, ha le connotazioni indù, ricco di applicazioni di paillettes, specchietti, ghirigori elaborati che incorniciano le fotografie degli ospiti, ognuna delle quali è accompagnata da una breve lettera di ringraziamento e commiato. Invariabilmente iniziano con "Dearest Cecelia,...", una sorta di traduzione ortografica del suo nome pronunciato in inglese: "Sisilia". Ceci illustra ogni volto con le caratteristiche che lo rendono speciale, raccontando i momenti della loro vita comune. Non v'è traccia di "illuminazione" , non ha avuto la "rivelazione sulla via di Damasco", i racconti sono pacati, pervasi però da una natualezza ed una pace che per noi occidentali pare stridere con la vita di miserie materiali ed umane di cui l'India è così ricca. Il sorriso appare dolcissimo solo nel descriviere i suoi bambini, così vengono chiamati gli ospiti della Casa di Carità, qualunque età abbiano. Abbiamo fatto famiglia - è il commento di Cecilia - ed ora mi mancano... ma va bene così.

Trascorriamo il pomeriggio tra racconto, domande e risposte, impressioni. Le ore trascorrono in un battibaleno, grazie alla immediata soddisfazione di ogni curiosità venga alla mente. Cecilia è una conversatrice accattivante, nella semplicità dell'esposizione della sua esperienza che ai suoi occhi appare perfettamente normale.

Come immaginavo c'era sì da imparare qualcosa: che una giovane donna che fa parte del mondo di oggi, che ama la compagnia degli amici, studiare, fare teatro e divertirsi come ogni coetanea porta dentro di sè il bene mirabile della generosità, della disponibilità e dell'accoglienza dell'altro. Un altro, in questo caso, che fa parte dei meno fortunati in un paese dove il debole è lasciato alla mercè di se stesso e della carità del prossimo.

Mi resta la speranza che Cecilia, Sisilia, voglia condividere la sua esperienza attraverso la sua stessa viva voce, coinvolgendo altri nella condivisione di una vicenda che certamente l'ha riportata a casa diversa da come era partita. Per me sarà interessante assistere cosa farà della sua vita. Grazie Ceci, ti abbraccio con affetto e rispetto.

Ziacri