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“Per l’Appennino queste sono novità oppure abbagli?”

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Galleria della Croce (Repertorio Redacon)

In questi ultimi tempi noto una crescente considerazione per alcune recenti o nascenti iniziative cui viene attribuita la capacità di risollevare le sorti sociali ed economiche del territorio montano con particolare riferimento all'Appennino più alto.
Mi riferisco, per fare qualche esempio, alle "Cooperative paese", a singole attività come Cerwood a Cervarezza, alla riscoperta dei vecchi mestieri, alla tendenza di enfatizzare la passata "storia locale" e così via:
Vorrei subito sottolineare, a scanso di equivoci, una mia molto positiva considerazione per realizzazioni ed iniziative che rappresentano segnali importanti di "reazione" ad una crisi complessiva, economica e demografica, delle nostre comunità locali (basti ricordare che nel 2012 nei Comuni del crinale i nati sono stati 40  ed i  morti 104).
Temo peraltro che il descrivere tutto ciò come sintomi di risveglio economico e sociale delle realtà dell'alto Appennino reggiano rischi di essere ingannevole e sopratutto  ponga la sordina a quelle che a mio avviso restano le necessità fondamentali, strutturali, del nostro territorio.
Esse restano due:

  • una dorsale viaria, in parte nuova,moderna e razionale che colleghi pianura e mare;
  • la manutenzione permanente del territorio:

Solo queste due scelte strutturali, qualora fossero decise e convinte scelte politiche, avrebbero concrete ricadute per un futuro di vivibilità delle comunità locali dell'alto Appennino reggiano e non solo.
Collegamenti viari moderni e scorrevoli raggiungerebbero due obiettivi:

  • rendere turisticamente più "vendibile" il nostro territorio ( dando valore e base duratura anche alle realizzazioni ed iniziative che ha citato in premessa)
  • rendere sostenibile il pendolarismo dal crinale ai luoghi di lavoro nella media e bassa montagna dove correttamente sono insediate industrie e servizi vari.

La manutanzione permanente del territorio, poi, oltrechè essenziale, è possibile con un uso più selettivo delle risorse Europee, Nazionali e Regionali su questo settore, evitando la loro distribuzione in mille rivoli. Una siffatta scelta coglierebbe due aspetti ambedue fondamentali:

  • la salvaguardia del territorio a beneficio di tutta la comunità provinciale (ed oltre);
  • il qualificare la nostra offerta turistica e renderla sempre più competitiva.
  • Avrebbe poi la conseguenza essenziale di creare quella base occupazionale permanente in loco, adeguata alla naturale vocazione del nostro territorio. Sarebbe cioè la nostra  principale "industria".
(Claudio Bucci)
* * *
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“Claudio Bucci ha ragione”(27 dicembre 2012) 

15 COMMENTS

  1. Grazie per aver già letto il “libro” e la citazione. Prima presentazione pubblica il 30 dicembre a Cinquecerri, Bar K2, ore 21. Partecipano Giorgio Lillo Galassi, Walter Magliani, Athos Nobili (editore) e Giorgio Pregheffi.

    (Fausto Giovanelli)

    • Firma - FaustoGiovanelli
  2. Condivido totalmente quanto scrive il signor Bucci, purtroppo chi ci rappresenta e chi ci ha rappresentato nella istituzione parlamentare non hai mai preso in considerazione i sacrifici in termini economici, di tempo e di rischio a cui è soggetto il pendolare dall’alto crinale. Amara constatazione: ciò non interessa a nessuno perchè “il bacino di voti” è irrisorio. Signor Bucci, credo che abbia una carriera politica alle spalle, solo adesso prende coscienza che il nostro Appennino sta morendo? Si parla tanto di investimento in attività di marketing e chi di dovere non ha pensato di titolare una pista del Cerreto Laghi al campione mondiale reggiano Razzoli, un’altra provincia è stata più lungimirante.

    (mariabianchi)

    • Firma - mariabianchi
  3. Gentile signora”mariabianchi”, La ringrazio di nuovo perchè mi permette di ricordare che esattamente tra il 1995 e il 1998 è stata rifinanziata, riaffidata e realizzata la galleria Ca’ del Merlo-Migliara, sulla ss 63, cioè la più grande opera viaria dell’Appennino degli ultimi 60 anni. Vada a vedere gli atti parlamentari relativi alla Galleria del Seminario e al decreto sbloccacantieri (sono negli archivi della XIII commissione del Senato), gli atti e la corrispondenza della commissione apposita, gli atti e la corrispondenza tra il sottoscritto e ANAS o semplicemente la stampa locale dell’epoca. Così sarà un po’ più informata. Ma se lo desidera, con un po’ di tempo provvederò io a recuperarli e a fargliene avere copia. Magari chiederò a Redacon di pubblicarli. Così tutti, con una rinfrescatina di memoria, sapremo tutti meglio di cosa stiamo parlando.

    (Fausto Giovanelli)

    • Firma - FaustoGiovanelli
  4. Ognuno ha la sua visione e le sue ricette per lo sviluppo della montagna, e molti pensano, come Claudio Bucci, che sia prioritario e imprescindibile la scelta di forti investimenti infrastrutturali, in particolare strade. In diversi territori delle montagne italiane – e non solo – sono stati ottenuti risultati positivi con scelte opposte, puntando prevalentemente sul fattore umano (competenze, creatività, capacità di aggregazione) come stimolo allo sviluppo. Ma la discussione rimane aperta e penso si protrarrà per molto tempo ancora.
    Avendo però seguito da tempo con grande interesse il fenomeno delle cooperative paese, vorrei precisare che queste esperienze non hanno mai preteso di essere “la” soluzione al problema dello sviluppo, ma “una” soluzione: una soluzione molto interessante e in parte innovativa. Dico in parte perchè forme di aggregazione in forma cooperativistica o consortile nelle nostre montagne sono vecchie come il cucco e le “cooperative paese” sono in pratica una traduzione moderna di esperienze già fatte per rispondere ai bisogni delle piccole comunità e per contribuire al loro sviluppo economico e sociale. Lo fanno con grosse difficoltà, a volte con l’indifferenza di molti (a cui oggi aggiungiamo quella di Claudio Bucci), ma provano a farlo e direi con risultati non banali. Le “cooperative paese” non cambieranno il mondo, ma vogliono – e possono – essere utili alle comunità e al territorio. Affermare però, come fa Claudio Bucci, che questa esperienza è fuorviante mi sembra ingeneroso e profondamente sbagliato.
    “Il descrivere tutto ciò – dice Bucci – come sintomi di risveglio economico e sociale delle realtà dell’alto Appennino reggiano rischia di essere ingannevole e sopratutto pone la sordina a quelle che a mio avviso restano le necessità fondamentali, strutturali, del nostro territorio”. E quando mai? Forse che inventare e proporre nuove forme di turismo, basate inoltre sullo spirito delle comunità, vuol dire impedire la realizzazione di infrastrutture? E se i turisti che vogliono e apprezzano nuove forme di proposte turistiche arrivano sul nostro Appennino anche con la viabilità che c’è adesso, dobbiamo rimandarli a casa?
    Non so se Claudio Bucci era presente al convegno “L’Appennino fra identità e innovazione” che Confcooperative e Legacoop hanno organizzato alla fine di novembre a Ginepreto. Mi è sembrato che le nuove forme di turismo (sportivo e non) che si stanno sviluppando sull’Appennino suscitino molto interesse, sia nella nostra montagna, tra diversi operatori cooperativi e non, sia tra i turisti. Nessuno pensa a Cortina o a Gardaland, ma anche i numeri degli arrivi e delle presenze non sono da prendere sottogamba. Si parla di turismi innovativi e di qualità, ma legati strettamente al territorio, che credo possano dare risposte (non “la” risposta) proprio a quelle esigenze che sottolinea Claudio Bucci alla fine del suo intervento.

    (Carlo Possa)

    • Firma - CarloPossa
  5. Caro Claudio, concordo con le tue valutazioni, sono argomenti ormai detti e ridetti e purtroppo siamo arrivati, purtroppo, al “capolinea”. Il sottoscritto, da 9 anni come minoranza, prima per cinque anni come assessore, ha sempre cercato di puntare su questi argomenti, devo però constatare che gli ultimi nove anni, di minoranza, sono un’esperienza pessima, ma nonostante questo io ed il mio gruppo cerchiamo sempre di portare avanti questi punti, nelle sedi istituzionali con risultato pari a zero. Dobbiamo però constatare che le nostre idee di sviluppo della montagna non sono condivise dalla stragrande maggioranza dei cittadini del nostro comune che per due legislature hanno premiato altre idee di sviluppo, ben diverse dai contenuti della tua valutazione, e neppure sono condivise da chi amministra gli altri enti, Parco, Comunità montana, Provincia e Regione. In occasione della penultima tornata elettorale, dopo aver sentito a Cervarezza Vasco Errani, gli inviai una lettera dove gli contestai parte di ciò che disse; dopo anni un suo delegato mi rispose dicendo non è vero che la Regione non si è occupata della montagna reggiana, abbiamo fatto…… e i risultati sono la situazione di oggi. Anche in questo caso, il presidente Errani è stato riconfermato anche con il voto di chi non ha condiviso le passate gestioni. Ti consiglio di partecipare qualche volta ai consigli comunali o dell’Unione dei comuni, sempre deserti, per assistere al livello, alla qualità e quantità (nulla) di argomenti da trattare, il minimo indispensabile per la gestione tecnica degli enti. Un piccolo esempio: come ben sai il PSC è stato adottato in data 21/12/2007, presentai a norma di legge osservazioni in merito alla viabilità, con argomentati i punti da te elencati, ad oggi nemmeno una risposta, nè al sottoscritto nè alle altre 300?… osservazioni di privati e comunque alcuni mesi fa è stato dato altro incarico per RIFARE EX NOVO IL PSC MAI TERMINATO, quindi buttati 11 anni di lavoro, 168000 euro certi, ma soprattutto buttati 11 anni e chissà quanti altri ancora, di mancato sviluppo, mancati interventi urbanistici per tutta la montagna. Raccogliamo ora, assieme alla crisi europea, le semine sbagliate.
    Cordialmente.

    (Fabio Leoncelli, capogruppo “Montagna alternativa”)

    • Firma - fabioleoncelli
  6. Non è mia abitudine replicare ai commenti, però stabilire alcune evidenze è doveroso.
    A Mariabianchi ricordo che vado pubblicamente sostenendo queste tematiche da oltre 30 anni e che un progetto di massima di ammodernamento della SS.63 fu presentato il 1 Dicembre 1966 al Teatro S.Agostino di Reggio Emilia con relazioni mia e dell’Ing. Carlo Dazzi.
    A Carlo Possa direi di rileggere meglio quanto ho scritto e penso in riferimento alle “Cooperative paese” o Cerwood o altro: “…una mia molto positiva considerazione per realizzazioni ed iniziative che rappresentano segnali importanti di “reazione” ad una crisi complessiva…” .
    Cordialmente Claudio Bucci.
    (Claudio Bucci)

    • Firma - ClaudioBucci
  7. Tendenzialmente leggo bene e ho un sacro rispetto per la scrittura. Tanto che se esprimo una opinione su quanto altri hanno scritto, ho l’abitudine di riprodurre il testo. “Temo peraltro che il descrivere tutto ciò come sintomi di risveglio economico e sociale delle realtà dell’alto Appennino reggiano rischi di essere ingannevole e soprattutto ponga la sordina a quelle che a mio avviso restano le necessità fondamentali, strutturali, del nostro territorio”: questo ha scritto Claudio Bucci e mi sembrano parole molto chiare.

    (Carlo Possa)

    • Firma - CarloPossa
  8. C’è distanza tra il sostenere e il realizzare, non crede, sig. Bucci? Dal 1° dicembre 1966 ad oggi sono passati ormai 47 anni, quale è stato allora il peso contrattuale della politica locale? Pessima abitudine il non replicare ai commenti, il più delle volte è solo “distacco”, voglio usare un eufemismo, perchè in casa il profumo dell’abete mi ricorda che è Natale.

    (mv)

    • Firma - (mv)
  9. Nella risposta alla sig. Bianchi si parla di corrispondenza tra Il sig, Giovanelli Fausto e varie commissioni. Cosa significa??? Solo per chi non sia esperto di politica. Potrebbe scriverlo sig. Fausto. Così tanto per capire l’impegno profuso! Praticamente sono la commissione e L’Anas che non hanno permesso di terminare i lavori ad oggi con le varianti egli ultimi interventi??? Grazie Fausto.
    (Roberto)

    • Firma - Roberto
  10. Mi sono attentamente riletto più volte quanto scritto da Claudio, e pur condividendo le necessità da lui evidenziate non comprendo perché si voglia contrapporle con la nascita di Cooperative Paese o d’imprese come Cerwood? Che non sono assolutamente scelte in antitesi col creare una rete di strade sicure e moderne, o con progetti di gestione forestale, da lui sostenuti.
    Però in un suo passaggio Claudio dichiara: “Temo peraltro che il descrivere tutto ciò come sintomi di risveglio economico e sociale delle realtà dell’alto Appennino reggiano rischi di essere ingannevole e soprattutto ponga la sordina a quelle che a mio avviso restano le necessità fondamentali, strutturali, del nostro territorio”.
    Voglio precisare, che proprio grazie alla nascita di progetti imprenditoriali come le Cooperative paese, nell’alto Appennino molti giovani hanno trovato un posto di lavoro, e questo ha dato la possibilità alle loro famiglie di rimanere all’interno delle nostre Comunità locali, limitando la crisi economica e demografica.
    Sono posti di lavoro”duri” come spaccare la legna, spalare la neve, allevare animali, fare gli spazzacamini, essiccare le castagne o mungere le pecore, adattarsi a fare veramente di tutto….. per assicurarsi alla fine del mese il denaro necessario per gli stipendi. Per valorizzare le nostre Comunità ci siamo reinventati come operatori del turismo, di un nuovo Turismo, che creando una rete di operatori del territorio coinvolgendo le Comunità offre un prodotto innovativo molto apprezzato, un turismo che da una visione positiva del nostro territorio. Che ad esempio, a Cerreto Alpi ha portato nel corso del 2012 un migliaio di persone a pernottare nel vecchio mulino, che a Cervarezza ha portato decine di migliaia di frequentatori grazie a Cerwood, che una volta attratti dal nostro territorio hanno frequentato i ristoranti, i negozi, hanno fruito dei servizi del territorio come le Guide Alpine, i Maestri di sci, ma anche dei “metati” che sono tornati a “fumare” diventando luoghi di turismo e di cultura, e questo in tanti piccoli Borghi, lì dove davvero abbiamo sofferto lo spopolamento e abbiamo bisogno di tenere i locali aperti e di ripartire: Succiso, Sologno, Cecciola, Cerreto Alpi, Ginepreto, Giarola, e per fortuna tanti altri. Grazie a operatori che hanno investito e stanno investendo il loro denaro e, il loro futuro in imprese/progetti che definirei eccezionali per come e dove sono nati: Parchi avventura, Parchi acquatici, Campeggi, Ristoranti, Case Vacanze, Ostelli, il nostro Appennino si sta trasformando in meta d’interesse turistico.
    Questo non vuole dire che adesso grazie a queste iniziative i problemi della montagna siano risolti! Tutt’altro! Anzi! Ben vengano le infrastrutture, ben vengano gli interventi pubblici!
    Ma attenti non fini a se stessi, non assistenzialismo!
    Mi sento di dire a nome di tanti operatori che bisogna che gli investimenti pubblici vadano lì dove assieme all’iniziativa privata si possa fare sistema, per ottenere la cosa più importante; garantire un sistema di sevizi pubblici e privati all’interno dei Borghi necessari per mantenere “vivibili” le nostre Comunità.
    Quindi caro Claudio non contrapposti ma assieme possiamo essere protagonisti del nostro futuro.
    (Renato Farina – I Briganti di Cerreto (Cooperativa Paese))

    • Firma - RenatoFarina-IBrigantidiCerreto(CooperativaPaese)
  11. Ho letto con interesse la lettera del Sig. Bucci e concordo con diversi aspetti da lui riportati (integrerei gli interventi strutturali a partire dal capitale umano). Da come ho inteso io il contenuto, il Sig. Bucci ha detto semplicemente che per uno sviluppo duraturo della nostra montagna sono in primo luogo necessari interventi strutturali (viabilità, manutenzione del territorio). Una volta che gli interventi strutturali si saranno realizzati, tutte le iniziative economiche innovative, ma di portata inferiore, potranno beneficiare ancor più di un ritorno positivo nel tempo perchè potranno per esempio anche usufruire dell’ulteriore indotto di persone che per esempio un’efficiente viabilità può portare. Non penso abbia voluto contrapporre le proposte ma semplicemente nel suo messaggio penso abbia voluto sottolineare l’importanza di quegli interventi strutturali da lui ritenuti importanti e per troppi anni non potenziati. Interventi strutturali realmente funzionali allo sviluppo e alla crescita delle recenti, interessanti e importanti iniziative economiche che si sono sviluppate.
    Cordialità.

    (E. Zobbi)

    • Firma - E.Zobbi
  12. Al sig Roberto (scusandomi x il ritardo ):
    Molto semplice signor Roberto .Gli atti parlamentari ,la corrispondenza con Anas e la stampa dell’epoca testimoniano un” impegno profuso”dal sottoscritto,nell’ esercizio del ruolo di parlamentare reggiano e di Presidente della commissione Ambiente e territorio del Senato. Non è stato solo un impegno dovuto. È stato un impegno vincente e risolutivo: risultato eccellente di esso è stato la realizzazione della galleria del Seminario,che Lei utilizza ogni volta che va o torna da Reggio Emilia.Tale opera è quella che più e meglio di ogni altra passata ( e forse anche futura) ha accorciato le distanze tra l’Appennino e la città.Nel 95 era un’ opera progettata, iniziata e assolutamente bloccata sul nascere nonché priva di finanziamento.
    Esattamente come lo era la galleria del Bocco (che infatti attendiamo di attraversare ancor oggi).
    Ci fu, anche allora,sia in parlamento che sul territorio,chi si oppose,chi resistette,chi criticó,chi propose una manifestazione di protesta a Cervarezza in nome del crinale chissà perché giudicato non interessato,chi battezzó l’opera “la galleria delle lentezze”.
    Fatto sta che la grande galleria,solo 3 anni dopo,nel 98, era aperta al traffico e la via per Reggio era diventata davvero piú breve.
    Dopo…abbiamo avuto altre maggioranze,altre dichiarazioni roboanti e solenni,titoli di giornale,manifesti e manifestazioni ripetute.. ma anche…altri governi..e anche altri presidenti(pure reggiani) delle commissioni parlamentari per l’ambiente e il territorio…ma l’ultima grande opera sulla viabilitá del nostro Appennino é rimasta quella.

    (Fausto Giovanelli)

    • Firma - FaustoGiovanelli
  13. E’ vero, ero presente all’inaugurazione, era una giornata bellissima, due i motivi: 1) si apriva finalmente la galleria del Seminario , 2) c’era un sole splendido dopo che nella nottata c’era stata una grossa nevicata. Il Senatore Giovanelli, fautore del completamento di quel manufatto (c’era il governo Prodi) fu in quell’occasione generoso ed onesto perchè nel ricordare il brigoso e complicato iter per raggiungere quell’obiettivo, disse:” non entro nel merito delle vicende giudiziarie perchè non è mio compito, sarà la magistratura a farlo, però mi corre l’obbligo di dire che a questa manifestazione non è presente uno dei principali attori della nuova statale 63 e precisamente il Senatore Bonferroni”. Giuste e sante parole, perchè pur non avendolo mai votato, tutte le volte che lo vedo, lo ringrazio per essere stato il promotore di questa grande ed indispensabile opera che per la nostra montagna la associo all’Ospedale S.Anna e all’acqueodotto della Gabellina/Agac (On. Prof. Marconi) Per la galleria del Bocco speriamo di non dovere stendere un velo pietoso perchè i governi del popolo dell’amore non hanno ancora trovato le carte e i soldi, campa montanaro che la galleria attende. Forse quache “sprovveduto” ne parlerà in questa campagna elettorale ne sono quasi sicuro. Saluti e buon anno a tutti
    (sergio tagliati)

    • Firma - sergiotagliati
  14. Grazie Fausto per il chiarimento anche se nel commento successivo i meriti vengono, non so se a ragione o torto, equamente suddivisi!! Confermo che le opere (sospese nel 98) hanno agevolato e non poco il viaggio Castelnovo ne’ Monti-Reggio Emilia!! Per questo non possiamo che ringraziarvi!!!! Solo il piccolo rammarico che con qualche altro miglioramento (vedi i progetti che spesso leggo qui su redacon) si potrebbe davvero raggiungere Reggio in pochissimo tempo e sono certo per la nostra montagna sarebbe un vantaggio enorme!! Grazie ancora Fausto per la gentilezza della risposta!
    (Roberto)

    • Firma - Roberto