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Programma di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica del nostro territorio

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Un bilancio della recente ondata di maltempo che ha interessato anche la nostra regione, ma soprattutto il Programma di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica del nostro territorio che la Provincia di Reggio Emilia ha elaborato insieme agli altri enti prevedendo 106,6 milioni di primi interventi già cantierabili e finalizzati alla prevenzione, sono stati presentati questa mattina in Provincia dalla presidente Sonia Masini, dagli assessori alle infrastrutture e alla pianificazione territoriale Alfredo Gennari e Mirko Tutino con i relativi dirigenti Valerio Bussei e Anna Campeol, e dalla responsabile della protezione civile-difesa del suolo Federica Manenti.

"Presentiamo un piano che è il frutto di un lavoro iniziato da tempo - ha spiegato la presidente della Provincia, Sonia Masini - E' stato realizzato un monitoraggio della situazione ed è stata fatta una valutazione di priorità e interventi da porre in essere. Abbiamo già fatto tanto, il punto è che manca un piano per la difesa idrogeologica del territorio italiano. Anche quello reggiano è periodicamente esposto a rischi: abbiamo un Appennino che frana, il Po che tende a esondare. Finora abbiamo lavorato bene, il pronto intervento funziona e c'è un buon coordinamento. I nostri tecnici sono sempre allertati e in grado di intervenire in tempo reale, ma avremmo bisogno ogni anno di milioni di euro da investire sul territorio per fare una manutenzione continua e costante".

All’indomani dell’ennesima tragedia che ha colpito l’Italia (questa volta in particolare la Toscana, ma gravi problemi si sono avuti anche in Emilia: 2,2 milioni di euro di danni solo alle Strade provinciali reggiane, “soldi che, sia chiaro, non abbiamo visti i tagli del Governo alle Province” ha tenuto a sottolineare la presidente Masini), il Programma predisposto da Palazzo Allende riveste ancora maggiore importanza. E, per l’ennesima volta, conferma il fondamentale ruolo di coordinamento di area vasta che la Provincia è chiamata a esercitare e che, una volta attuato il piano di riordino di enti e competenze, rischia di venir meno.

“Per la prima volta, grazie alla Provincia di Reggio Emilia, è stato infatti elaborato un programma che punta sulla prevenzione , mettendo sul tavolo tutte le conoscenze in capo ai diversi enti competenti in materia di difesa del suolo: la Regione attraverso il Servizio tecnico di bacino (Stb, ex Genio civile), l’Agenzia interregionale per il Po (Aipo, ex Magistrato per il Po), Consorzio di bonifica e, appunto la Provincia”, ha sottolineato l’assessore Mirko Tutino. Il risultato è una serie di interventi ritenuti indispensabili per aumentare la sicurezza del territorio che vengono presentati non più in maniera sparsa da questo o quell’ente, ma in maniera organica e indicandone la priorità. Primi interventi già definiti e cantierabili che prevedono, complessivamente, una spesa di 106,6 milioni di euro – “il valore di un cacciabombardiere”, ha rimarcato Tutino - che, si spera, venga coperta da chi è chiamato a finanziare gli interventi a difesa del suolo: Regione, Stato e Comunità europea.

Quanto sia importante la prevenzione, lo conferma anche il bilancio di quest’ultimo fine-settimana di maltempo che, seppur in misura minore rispetto ad altre province, ha investito anche il Reggiano: “Solo per interventi straordinari sulle Strade provinciali abbiamo stimato danni per 2,2 milioni, in particolare per il cedimento di una gabbionata di valle e il relativo crollo della banchina stradale sulla Sp 513R a Vetto e per le cadute di massi sulla Sp 9 a Villa Minozzo, sulla Sp 15 a Ramiseto e sulla Sp 10 a Vetto”, ha riferito l’assessore Gennari ricordando anche l’importante lavoro svolto dalla Provincia in questi ultimi anni (2,5 milioni di investimenti solo da palazzo Allende nel 2012) per la sicurezza dei ponti.

Gli assessori Gennari e Tutino hanno infine ringraziato i rispettivi staff, “sempre in grado di rispondere in maniera rapida tanto sul fronte dell’emergenza quanto sul fronte della pianificazione perché anche questo Programma, così come il Ptcp, è stato predisposto esclusivamente da personale della Provincia”.

Gli interventi previsti dal programma

Quattro i filoni di intervento previsti dal Programma di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica del nostro territorio predisposto dalla Provincia e che andrà necessariamente aggiornato annualmente in relazione agli eventi meteo che si manifesteranno, all’evoluzione dei diversi fenomeni e agli interventi che gli enti competenti nel frattempo realizzeranno con fondi propri: consolidamento dei centri abitati (27 milioni); sistemazione di viabilità e infrastrutture, a partire da ponti e gallerie (22,3 milioni); fiumi e torrenti (25 milioni); rete di bonifica (32,3 milioni).

Per quanto riguarda le infrastrutture l’intervento più consistente (10 milioni) riguarda la risoluzione del nodo idraulico con adeguamento del ponte della Sp 62R a Sorbolo Levante di Brescello, che anche domenica scorsa è stato chiuso al traffico – anche ferroviario – per l’innalzamento del livello dell’Enza. Prioritari anche il completamento del consolidamento della frana di Fontanelle sulla Sp 27 a Baiso (450.000 euro); la messa in sicurezza della Sp 54 a Canossa (2 milioni); il rifacimento del ponte sul Crostolo della Sp 40 tra Castelnovo Sotto e Cadelbosco Sopra (3 milioni) e la sistemazione del versante lungo la Variante alla Ss 63 a Ponteresso di Castelnovo Monti (8,8 milioni).

Trenta gli interventi di consolidamento dei centri abitati previsti in particolare dall’Stb, relativi a 12 comuni: Ligonchio (in particolare Montecagno e Vaglie), Baiso (Cà Lita, Levizzano, Montecchio e Montecasale), Ramiseto (Succiso), Toano, Vetto, Villa Minozzo, Collagna, Canossa, Carpineti, Vezzano sul Crostolo, Casina e Castelnovo Monti.

Non compresa in elenco perché solo in questi giorni l’Università di Modena e Reggio Emilia ha presentato gli studi necessari ad Anas per progettare l’intervento – ma certamente priorità numero 1 – la messa in sicurezza della Statale 63 a Piagneto di Collagna, dal dicembre 2008 interrotta da una frana.

Per fiumi e torrenti, prioritari gli interventi di manutenzione straordinaria e ripristino dell’alveo nei bacini di Enza, Secchia e Crostolo (più di 4 milioni in diversi comuni), mentre per il reticolo di bonificagli interventi più consistenti (oltre 20 mln) riguardano i nodi idraulici di pianura: Castellarano, Casalgrande, Scandiano, Quattro Castella, Bibbiano, Reggio, Campegine, Correggio, Rio Saliceto, Fabbrico, Novellara, Rolo e Campagnola. Attenzione anche ai danni provocati dal terremoto alle principali opere di bonifica.