Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento.
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I nostri figli non hanno mai sentito parlare di "legge truffa" e, interrogati in merito, pensano a una nuova legge contro furti e latrocini così abbondantemente fioriti in questi tempi sventurati. Riteniamo giusto allora che siano edotti su quanto accadde agli albori della prima Repubblica. E' molto istruttivo rileggere l’appello dell’Unità del 1953 per chiamare alla mobilitazione generale contro il premio di maggioranza previsto dalla cosiddetta "legge truffa" (De Gasperi-Scelba) che attribuiva seggi alla coalizione già forte del consenso della maggioranza assoluta degli elettori, al 50 per cento più uno.
Eccolo.
"Comunicato congiunto PCI-PSI (Unità, marzo 1953). L’assemblea nazionale degli eletti del popolo ha impegnato i consiglieri e gli amministratori comunali e provinciali, i membri delle assemblee regionali e i deputati e senatori dell’opposizione a mantenere in questi giorni un costante contatto con gli elettori e a dare tutta l’opera loro per far conoscere largamente le deliberazioni del convegno. E’ necessario che nelle apposite assemblee e in tutti i comizi e conferenze che si terranno in questi giorni, qualunque sia il motivo delle convocazioni, gli eletti del popolo illustrino l’azione dell’opposizione in Senato, denuncino i tentativi di sopraffazione della maggioranza governativa e chiamino i cittadini a levare la loro protesta contro la legge truffa. Tutti i cittadini italiani devono essere messi in grado di conoscere la gravità del tentativo governativo e sapere che il loro monito e la loro dichiarata volontà di condannare con il voto la truffa e gli illegalismi governativi possono impedire che il governo riesca nell’intento che si prefigge con la legge elettorale Scelba".
Al comunicato, come è noto agli storici, seguirono manifestazioni e un sciopero generale della Cgil, con forti manifestazioni di piazza. Cosa sarebbe successo oggi – a parti rovesciate - se anziché il 40-42,5 per cento come quorum per il premio, si fosse riproposta la legge del ’53, che premia chi ha la maggioranza e non chi non ce l’ha? Una rivoluzione contro il principio della sovranità popolare? Si aggiunga poi che Bersani, qualora non scatti il primo di maggioranza intorno al 40% - e qui pare sia d'accordo anche Casini - vuole anche un altro premio - questo di consolazione - del 10% al partito che prende il maggior numero assoluto di voti, anche se sotto la soglia del 40% circa (cioè un regalo netto al Pd del 10%?). Se la preoccupazione di Bersani è il problema della governabilità, come pare dalle sue ripetute e quasi noiose dichiarazioni, questo lo risolse a suo tempo Benito Mussolini con la legge Acerbo… Che fra l'altro aveva abolito anche le preferenze, abolizione che pure Bersani vuole. ...La riproponga. Noi stavolta saremo con l’Unità ed il vecchio Pci.
(Luigi Bottazzi)