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Il Comitato Saldine ha posto diverse domande al sindaco ed all’Amministrazione comunale di Villa Minozzo. Nessuna risposta e segnali di apertura ad oggi ci sono arrivati. Il Comitato pertanto richiede di poter incontrare il primo cittadino Fiocchi per poter discutere concretamente e a testa alta sulle nostre richieste in merito all’installazione dell’antenna. Riteniamo infatti che rimanere ancorati sulle proprie decisioni senza ascoltare le altrui esigenze e preoccupazioni non sia funzionale al raggiungimento del bene comune, della collettività. Mentre provare a instaurare un dialogo, un confronto, nella consapevolezza che potrà essere comunque acceso e colorito, anche se sempre rispettoso delle altrui opinioni, sia un segno di intelligenza e una prova concreta della volontà di mettersi in discussione per il bene comune. Per questo chiediamo ufficialmente al sindaco ed alla sua Amministrazione di poterci incontrare per poterci confrontare seriamente e provare a raggiungere una decisione condivisa. Qui sotto riportiamo anche il nostro comunicato stampa che analizza sia quello che la legislazione nazionale prevede che l’esito di alcune sentenze in merito ai danni provocati dalle onde elettromagnetiche. Nella speranza di fornire un’ulteriore contributo costruttivo alla discussione in atto non solo nel comune di Villa Minozzo. Inoltre, per chi ci volesse contattare, abbiamo creato un indirizzo di posta elettronica, [email protected]. Siamo pronti ad ascoltare le vostre opinioni e richieste in merito non solo alle onde elettromagnetiche ma ai tanti problemi ed opportunità che il nostro territorio quotidianamente vive.
(Comitato Saldine)
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Con sentenza emessa il 23 gennaio 2007 la seconda sezione civile della Corte di Cassazione aveva espresso il principio secondo cui “le immissioni di onde elettromagnetiche che si mantengano nei limiti della normativa vigente sono assistite da una presunzione di non pericolosità; deve escludersi in questi casi il diritto al risarcimento di un danno del tutto ipotetico, in mancanza di un principio codificato di precauzione che consenta una tutela avanzata a fronte di eventi di potenziale ma non provata pericolosità”.
In quel contesto e in presenza quindi di studi discordanti, fra chi sosteneva l’innocuità e chi la pericolosità dei campi elettromagnetici, l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) consigliava di applicare il cosiddetto “principio di precauzione”. Questa modalità di intervento preventivo nei confronti di un rischio potenzialmente grave, in attesa dei risultati delle ricerche in corso, mirava a fornire risposte provvisorie ma “precauzionali” in attesa della disponibilità di dati sicuri e scientificamente comprovati.
A seguito della sentenza del 2007 le riflessioni e considerazioni erano sostanzialmente le seguenti: “il sospetto, affacciato negli studi scientifici, che le onde elettromagnetiche, superando ostacoli non espressamente apprestati e penetrando all'interno di edifici e organismi viventi, possano cagionare l'insorgenza di patologie, ha indotto da tempo la giurisprudenza più sensibile (CP 214416/99) a inquadrare il fenomeno nell'ambito dell'art. 674 c.p. (getto pericoloso di cose). E tanto, in forza di una lettura a compasso allargato della condotta (chiunque getta o versa in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o altrui uso cose atte ad offendere o imbrattare o molestare persone) che l'indicata disposizione del codice penale configura come reato contravvenzionale… Preme ancora puntualizzare che vale ad integrare la contravvenzione del 674 c.p. anche una semplice situazione di fastidio o disturbo, tale essendo la molestia, mentre laddove si dovesse dimostrare la causazione di una malattia, risulterebbe consumato il delitto di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.)”.
Cinque anni dopo e precisamente il 12 ottobre 2012, la Corte di Cassazione di Brescia ha emesso la prima sentenza (causazione di malattia) su danni provocati da onde elettromagnetiche (n. 17438). Una sentenza senza precedenti: un manager obbligato ad usare il cellulare per lavoro fino a sei ore al giorno, si è ammalato di tumore e ha chiesto l'indennità all'Inail per invalidità professionale che l'ha rifiutata, ma la Corte Suprema gli ha dato ragione. Per la prima volta in Italia, e sembra nel mondo, è stato stabilito un legame causa-effetto tra uso del cellulare e tumore. Nella lotta del manager per fare valere le sue ragioni, si è avvalso delle competenze del professor Angelo Levis, ex-ordinario di mutagenesi ambientale a Padova, che tra l'altro sta seguendo, con l'appoggio di uno studio torinese specializzato in diritto della salute, altre cause di persone che hanno dichiarato di aver sviluppato un tumore alla testa dopo un uso esagerato del cellulare. Il cellulare quando non serve lo si può spegnere e non arreca più alcun danno, si è tranquilli. L’antenna no, non si spegne mai e continua a emettere onde elettromagnetiche che entrano in casa tua e nel tuo corpo giorno e notte, ogni giorno e ogni notte e allora diventa impossibile tutelare la salute tua e quella dei tuoi piccoli indifesi.
La Costituzione italiana, all’art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” e tale tutela è prevista in termini preventivi. In ogni Comune questo compito spetta in prima istanza al primo cittadino: il Sindaco prima autorità sanitaria locale.
A Villa Minozzo il terreno su cui viene proposta l’installazione di questa antenna è terreno pubblico e gli elementi in campo sono la legislazione statale e l’amministrazione comunale. Il ‘decreto Gasparri’ che aveva dato ampio margine di manovra alle compagnie telefoniche, era stato dichiarato incostituzionale e abrogato, ma sostituito poco dopo con altra norma appena più accettabile, giusto perché non fosse subito abrogato. Le compagnie si presentano nei comuni con questo supporto legale. La legge nazionale è molto chiara: “l’interesse nazionale” prevale su tutto e per i comuni l’unica via di uscita è pianificare per tempo, a partire dalla approvazione di un piano particolareggiato per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile che definisca la realizzazione delle infrastrutture (supporto antenne, locale apparati e sistema di monitoraggio) per la salvaguardia della salute pubblica e del territorio nonché per assicurare le opportunità ai cittadini ed agli operatori, rispettivamente, di accedere e di offrire servizi anche innovativi ad alta tecnologia. Se i comuni non fanno quanto detto, sono inermi e in un contenzioso con le compagnie telefoniche risulteranno sempre perdenti. Comuni che si sono mossi in modo virtuoso hanno vinto in giudizio contro compagnie telefoniche che proponevano installazioni di SRB (Stazioni Radio Base) sul territorio comunale.
Tornando alla sentenza della Corte di Cassazione di Brescia n. 17438 del 17 ottobre 2012, sui danni provocati da onde elettromagnetiche (tumore), il problema si amplia e in gioco non c’è più la sola antenna erigenda a Villa in località Saldine, ma anche le altre posizionate sul territorio comunale. Fermo restando il problema dettato dalla legge “sull’interesse nazionale”, sempre a Villa ci sono altri luoghi di possibile emissione di onde elettromagnetiche: un’antenna lungo la strada che sale a Santonio (300 mt. circa a monte di quella che si vuole costruire) e l’impianto di proprietà della Telecom posizionato a lato degli impianti sportivi di Villa, in prossimità dei supermercati.
Una domanda sorge spontanea: “Dopo l’enorme diffusione della telefonia mobile, quanti controlli sono stati fatti effettuare sull’emissione di onde elettromagnetiche e in modo particolare su quella in prossimità degli impianti sportivi e parco giochi soprattutto frequentato da bambini e ragazzi?”. C’è assolutamente bisogno di affrontare con serietà il problema del posizionamento, ri-posizionamento o se necessario di eliminazione (ad esempio dopo molti anni di utilizzo, l'impiego dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992 - legge n. 257 del 1992 - e l’eternit - fibrocemento a base amianto non più in commercio dal 1994 ) di questi “luoghi di emissione” di onde elettromagnetiche, tenendo sempre presente il “principio di precauzione” suggerito dall’OMS.
In sostanza occorre fare buona politica e, non si può non condividere quanto affermato in questi giorni dai giovani imprenditori di Confindustria a convegno: “Serve una classe politica che sia «responsabile, preparata, all’altezza”. Ne abbiamo assolutamente bisogno, in ogni comune d’Italia.
Rispondo qui ai commenti postati da “DG” e “Papà Andrea” (Rif. Articolo: Antenne/Anche a Villa problemi del 21-10-2012) perché qui c’è il nuovo comunicato stampa del comitato saldine con nuove riflessioni e considerazioni.
Cari “DG” e “Papà Andrea”
Un gruppo di persone che abitano vicino al luogo in cui installare l’antenna si sono riunite dopo che sono giunte a conoscenza che il Sindaco voleva installarla in prossimità di casa loro (Via Aldo Moro-Saldine) per discutere del problema.
Hanno deciso di raccogliere firme per chiedere al Sindaco solamente di allontanarla dalle case.
Il Comitato pensa che l’Amministrazione ha fatto bene a prendere in carico il contratto e a gestire la negoziazione con H3G. Chiede solo che venga spostato lontano da tutte le abitazioni visto che abbiamo aree verdi comunali prive di abitazioni vastissime.
Considerate queste cose, le sembra una legittima richiesta oppure no?
Chiuda gli occhi un secondo e provi a pensare al fatto che l’antenna sia installata vicino a casa sua. Cosa penserebbe?
Forse visto che abbiamo aree verdi pubbliche senza luoghi abitati vastissime non proverebbe a chiederre al Sindaco semplicemente di allontanarla da casa sua?
Il Comitato in questo ultimo comunicato stampa ha evidenziato anche il problema dell’antenna posta in prossimità degli impianti sportivi chiedendo di sapere quanti controlli sono stati fatti e perché non è mai stato previsto un regolamento comunale oltreché a fornire spunti di carattere generale sul tema della telefonia mobile. Ha anche concluso dicendo che chiunque voglia discutere di temi a lui cari li può contattare via mail.
Vedete cari “DG” e “Papà Andrea” qui nessuno di noi è un ipocrita o un rivoluzionario.
Semplicemente il Comitato si sta difendendo come meglio crede.
Senza Ipocrisia, io quello che penso è che tanti comitati, movimenti, etc. sono nati per difendere interessi personali e poi, prendendoci passione e interesse, abbiamo sempre di più allargato i loro orizzonti.
Se il Sindaco e la Sua Amministrazione si degnassero di incontrare il Comitato (così come generalmente le altre amministrazioni fanno) e i suoi responsabili con la volontà di trovare un’intesa comune io penso che il problema verrebbe risolto. Tranquillamente.
Penso che il Comitato debba essere ascoltato perché è degno di attenzione.
Questa non è una lotta contro qualcuno ma è semplicemente il cercare di trovare una soluzione che possa soddisfare tutti. Visto che le condizioni e i tempi ci sono. Ma bisogna volere sedersi attorno ad un tavolo insieme per discutere, con molta serenità e senza pregiudizi.
La discussione, il confronto è il sale della Democrazia.
Non voler incontrare chi chiede di essere ascoltato in modo civile per me non è la scelta giusta.
Se vi identificate meglio, vi invito volentieri a bere un caffè e discutere insieme di questi temi.
Cordialità
Lele Zobbi
PS: io sono a favore della modernità e del progresso. In questo caso, visto che si può, cerchiamo di trovare la migliore soluzione per tutti.
(Lele Zobbi)
Mi pare che qualcosa nelle coscienze dei villaminozzesi si stia muovendo dopo anni di “torpore”. A quanto mi è stato riferito mi pare che anche l’assemblea sui mini-idro abbia dimostrato la scarsa conoscenza dei nostri amministratori su queste tematiche. Quindi è importante più che mai che i cittadini vigilino.
(Commento firmato)