Castelnovo ne' Monti e Vetto sono tra i comuni comuni ricicloni dell'Emilia-Romagna. Lo si ricava dal rapporto reso noto da Legambiente, che ha diffuso i primi risultati della seconda edizione di “Comuni ricicloni dell'Emilia-Romagna”, realizzata con la collaborazione dell'autorità regionale per la gestione dei rifiuti ed il patrocinio della Regione Emilia-Romagna compilata sui dati della raccolta riferiti al 2008.
L'indagine, che si svolge mediante un questionario inviato a tutti i comuni della nostra regione, è volta a verificare l'impegno delle amministrazioni comunali e premiare le situazioni più virtuose nella gestione dei rifiuti, segnalare le migliori prestazioni quantitative e qualitative nella riduzione dei materiali destinati allo smaltimento e nella raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio.
Proprio sul fronte della capacità di risposta dei comuni si notano grandi differenze tra provincia e provincia. Alla data odierna in provincia di Ravenna 16 comuni su 18 hanno risposto al questionario inviato da Legambiente (88,9%); seguono Ferrara con 13 comuni su 26 (50%), Bologna con 25 su 60 (41,7%), Reggio Emilia con 17 s u 45 (37,8%), Forlì-Cesena con (33,3%), Parma con 14 su 47 (29,8%), Modena con 13 su 47 (27,7%), Rimini con 4 su 20 (20%) e fanalino di coda la provincia di Piacenza con solo 8 risposte su 48 comuni (16,7%).
Nel complesso hanno finora risposto al questionario inviato da Legambiente 120 comuni (il 35,2% del totale che rappresentano già la maggioranza della popolazione regionale), con un risultato in netto incremento rispetto allo scorso anno. Spicca l'assenza di risposta della città di Bologna, unica grande città dell'Emilia-Romagna a non aver ancora comunicato i propri dati.
Per quanto riguarda la nostra provincia, e più in specifico il nostro Appennino, troviamo solo Castelnovo ne' Monti e Vetto nell'elenco. Tutti gli altri comuni che hanno comunicato i propri dati si trovano nella bassa o nella pedecollina.
Non è una novità
Ancora una volta i comuni del crinale che tanto decantano azioni mirate ad incentivare il turismo, a valorizzatre il Parco nazionale e poi quando si tratta di tirare le somme o verificare cosa si è fatto, il risultato è sempre lo stesso, sempre agli ultimi posti. In agosto settanta persone, per la stragrande maggioranza villeggianti, hanno inviato al sindaco di Busana una lettera con descritte le condizioni disastrose del Parco Canevari in Busana capoluogo: nulla si è mosso. Nell’ultimo Consiglio comunale il sindaco ha annunciato la richiesta di contributi finalizzati al miglioramento del Parco Canevari, mentre fondi certi e disponibili sono e saranno impiegati per altri scopi. In passato il comune, tramite fondi “Agac”, investiva sulla formazione e l’educazione dei bambini sul tema rifiuti e riciclaggio, con progetti in collaborazione con le scuole, ora non credo qualcosa si muova in quel senso. In campagna elettorale abbiamo segnalato vari problemi di inquinamento in discariche abusive con anche amianto, deposito di sale per manto stradale, a cielo aperto con canale di scolo direttamente nel rio Riccò, torrente con acque di categoria “D”: nulla però si è mosso. A tal proposito presenteremo interrogazioni al sindaco del comune di Busana per avere spiegazioni in merito.
(Fabio Leoncelli, “Montagna alternativa”)