Home Economia “Vendemmia: non credevamo ma la produzione è in leggero aumento”

“Vendemmia: non credevamo ma la produzione è in leggero aumento”

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"Contrariamente alle previsioni, la vendemmia 2012 si è chiusa con una produzione di uve in leggero aumento nella nostra provincia". Lo conferma il consuntivo stilato da Confcooperative, che parla di una crescita del 4% rispetto al 2011 e, soprattutto, di una buona intonazione dei mercati in queste prime battute della campagna di commercializzazione.

“L’uva pigiata dalle cantine sociali (che da sole detengono oltre il 90% del mercato) si è attestata a 1.264.838 quintali; una quantità – sottolinea il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative, Alberto Lasagni – inferiore del 5,82% alla media produttiva degli ultimi dieci, ma comunque superiore a quella del 2011, quando la produzione si fermò a 1.215.637 quintali”.

Nonostante una modifica ormai strutturale della viticoltura reggiana, con l’assoluta prevalenza di impianti meccanizzabili ma meno produttivi, il calo temuto e ipotizzato da più parti a seguito della perdurante siccità dei mesi estivi – che caratterizzò anche lo scorso anno – non si è dunque verificato, “e questo – spiega l’esponente di Confcooperative – a seguito della pioggia dei primi giorni di settembre e delle successive precipitazioni che si sono registrate anche in corso di vendemmia delle qualità più tardive”.

“La situazione – prosegue Lasagni – non è comunque omogenea in tutto il territorio e tra le diverse varietà: nelle aree pedecollinari e collinari, infatti, si registrano cali che vanno dal 15 al 18%, ma gli incrementi che si sono verificati in pianura, percentualmente modesti ma riferiti a quantitativi assai più elevati, hanno consentito di raggiungere un saldo positivo sul 2011, sul quale cui pesa l’aumentata quantità dell’ancellotta ed un calo delle uve di lambrusco”.

Ma le maggiori soddisfazioni, per i produttori, derivano soprattutto da una buona intonazione dei prezzi: “la produzione resta quantitativamente assai al di sotto dei livelli del 2010 e del 2009 – osserva il responsabile delle coop agricole ed agroalimentari di Confcooperative – ma assistiamo, per il secondo anno consecutivo, ad un recupero delle quotazioni del vino sfuso, che per i rossissimi fanno segnare un +15% rispetto allo scorso anno, mentre per i lambruschi, pur ancora in assenza di contratti formalizzati, dovremmo registrare aumenti non distanti dal 30%”.

“Questo andamento – osserva Lasagni - è favorito non solo dal calo produttivo nazionale (-8%, con un dato che parla di 39,7 milioni di ettolitri), ma anche dalla sostanziale assenza di giacenze; ora occorre mettere in atto ogni azione affinchè la tendenza si consolidi, ricreando quelle condizioni di redditività che per anni si sono mantenute al di sotto delle attese dei produttori e certamente non corrispondenti ai rilevanti investimenti messi in atto sui vigneti e sulle strutture di trasformazione”.

E su questo piano i viticoltori reggiani molto probabilmente potranno contare su un’arma in più: il nuovo disciplinare dell’Igp Emilia – “saltato” due anni fa, ma ora in attesa di definitiva approvazione in sede ministeriale e comunitaria - prevede infatti che tutte le operazioni di elaborazione del vino, compresa la frizzantatura, siano effettuate esclusivamente nella zona di produzione delle uve, ovvero in Emilia, ed in alcune aree limitrofe (parte della Romagna, Mantova e Cremona). “Al di fuori di queste aree – spiega Lasagni – sarà possibile solo l’imbottigliamento, ed è evidente che siamo soddisfatti di questo risultato estremamente importante per i produttori, perché consente di valorizzare al meglio l’identità del prodotto e di offrire garanzie ancora maggiori ai consumatori”.