Riceviamo e pubblichiamo.
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Premetto che quanto scritto sarà inviato in modo molto più dettagliato al Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, con riferimenti e targhe dei mezzi. Detto questo, inizio con il racconto.
Ottobre, tempo di funghi, tutti ne parlano e tutti li trovano, pertanto giovedì 4 u.s., ieri l'altro, decido, in compagnia dei miei familiari, di passare una giornata “fungaiola”. Sveglia alle 4,50, sosta al bar per i permessi e via che si parte. La macchina si dirige verso Ligonchio, poi più su alla presa Alta, nella valle dell’Ozola. Sono le 6,10 buio, i parcheggi a lato della diga sono già pieni di auto. Nell’oscurità si odono parole, persone che parlano e si preparano alla scarpinata, è buio, ma la gente parte, chi con la torcia, chi al chiaro di luna, visto che è piena. Ci vestiamo e partiamo pile in mano, oltrepassiamo la SBARRA chiusa, un tubo di ferro che chiude la strada e permette di accedere alla carraia, solamente a piedi. Possono accedere oltre la stessa solo coloro che sono autorizzati, i mezzi di soccorso, i gestori dei rifugi e la forestale.
Iniziamo la salita, si sentono i profumi del bosco, il vento che ti accarezza il viso, la strada è dura, ma alla mente ti salgono i ricordi di abbondanti raccolte di funghi e questo ti allevia la fatica, salendo incontri persone, chi solo chi a gruppi, ma tutti rigorosamente a piedi; passano i minuti e le ore si oltrepassa il ponte dell’Ozola e inizia la salita verso la Bargetana. Il buio si è tramutato in luce, la fatica inizia a farsi sentire nelle gambe, ma oramai le zone delle “fungaie” sono vicine e tutto passa in secondo piano.
Il silenzio come un fulmine a ciel sereno scompare, rotto da un fragore di un mezzo a motore che sale la strada, prima uno poi due poi tre. La domanda sorge spontanea: che ci fanno delle macchine qui alle 7 della mattina? Il tempo di pensare e vedi passare i mezzi carichi di persone con zaini e bastoni che spuntano dal baule, quasi sghignazzanti a prenderti in giro; e tu lì, FESSO, a esserti fatto 4 chilometri a piedi, alzato a notte fonda per raccogliere i funghi!!! E loro, ancora odoranti di letto e cappuccino, lì belli freschi che ti passano davanti!!!
Penso di essere diventato paonazzo dall’arrabbiatura, pensando che i BATMAN del FUNGO mi avevano preceduto, belli riposati... e io FESSO ITALIANO onesto avevo camminato per ore. Dilemma: che fare? Semplice: da ITALIANO ONESTO ho fatto le foto delle targhe, delle lettere protocollate del Parco nazionale esposte sui cruscotti. Nel pomeriggio ho chiamato un funzionario del Parco, il quale gentilmente mi ha spiegato che le persone/mezzi che hanno il permesso menzionato su quella lettera possono SOLAMENTE ACCEDERE OLTRE LA SBARRA PER ACCOMPAGNARE PERSONE NON IN GRADO DI RAGGIUNGERE I RIFUGI LA BARGETANA E BATTISTI con le proprie gambe o disabili.
Sorge spontanea la domanda: che ci facevano queste persone alle 7 del mattino, vestiti da fungaioli, armati di bastoni e zaini!!! Andavano forse a bere un cappuccino ai rifugi? La risposta la dovrà dare il Parco, certamente da ITALIANO onesto aspetto che le autorità facciano il proprio dovere, magari scrivendo su quei PROTOCOLLI usati in modo fraudolento orari e modi di utilizzo dei permessi.
(Roberto Malvolti)
Tratto dalla – Fattoria degli animali – di George Orwell:
7) “Tutti gli animali sono uguali. (ma alcuni sono più uguali degli altri)”
(mv)
Credo che a fronte di una richiesta lecita di agevolazione fatta da persone invalide l’Ente, qualunque esso sia, sia tenuto ad accettarla. Sta poi all’onestà e alla coscenza delle persone farne un uso lecito o no. Purtroppo la realtà insegna che queste qualità in Italia siano merce sempre più rara.
(Alex)
Se un fungaiolo ha il mezzo per spostarsi deve lasciarlo in garage per fare piacere a qualche pedone? ROBA DA MATTI. E coloro che lunedì scorso, nonostante non fossero residenti e la raccolta vietata, erano in giro e come se niente fosse portavano funghi in borse di plastica nelle loro auto? Ma il non residente può fare come vuole, noi residenti dobbiamo rispettare le regole, fino a quando non ci stancheremo… in questo momento 5 persone stanno raccogliendo castagne in una proprietà privata… poi si lamentano sulla stampa che vengono tagliate le gomme nelle auto, FINE.
(Adriano Mazzoni)
Quanto casino per un po’ di funghi!, mi dispiace se i locali che avevano il permesso per salire con la macchina l’hanno preceduta e raccolto qualche fungo più di lei. Qualche privilegio lo abbiamo anche noi che abitiamo da Castelnovo in su, da montanaro vero, cioè sopra Castelnovo ne’ Monti,posso dirle di stare a casa che di pianzani che vengono in montagna SOLO nel periodo dei funghi c’è ne sono anche troppi! La saluto.
(Nicola Ferretti)
Nonostante la visione un po’ troppo poetica della cosa e quasi irrealistica del Sig. Malvolti, la realtà è ben diversa. Troppo spesso ormai capita che chi non ne ha potere si permetta di insegnare agli altri come vivere, come spostarsi, che tipo di hobby avere e da chi imparare. Le cose vengono portate all’eccesso oltretutto chiedendo il sostegno di enti che, se si facesse un’analisi appropriata, si capirebbe che forse non sono nemmeno tanto legittimi. I fungaioli come Lei Sig. Malvolti, ogni tanto potrebbero riflettere un po’ prima di accusare e pensare che sulla moto che le è passata vicino, talvolta può esserci il proprietario del luogo su cui tiene i piedi, sul quale paga fior di tasse da una vita e che secondo la “democrazia” di oggi dovrebbe pure, per raccogliere un fungo fare un tesserino, che seppur gratuito, impone di recarsi di qua o di la’ per ottenerlo. Il Parco potrebbe fare molto se io con la mia moto mi recassi in un mio bosco? Sarebbe legittima ogni operazione amministrativa, pecuniaria o legale? O corretta? NON CREDO PROPRIO.
Le sembra giusto che ogni volta che mi reco a prendere 2 mirtilli, su un mio terreno, per fare una torta, mi restano solo gli avanzi di chi, “AUTORIZZATO” ha già “pettinato” tutte le mie piantine?
E non si parla solo di funghi o mirtilli….tante altre cose ci sono nel bosco che possono essere prese. Ritengo dunque assurdo il suo intervento e ancora piu’ assurda la pretesa di avere ragione.
Saluti.
(Isabella)
Perche la gente che viene su a girare nei miei posti non rispetta le regole,getta carte,bottiglie di plastica,un pò di tutto,e quello che è peggio che il permesso dice di raccogliere 3kg di funghi ai non residenti ne ho visto tanti che andavano via con 10,20,e anche 30 kg di funghi, a questo punto il controllo dov’è perche questa gente non viene controllata,perche non rilasciano un certo numero di tesserini giornalieri,(andate a vedere il bosco com’è messo).Sono sbalordito!!!!
Guardate come funziona di là in GARFAGNANA sono avanti anni rispetto a noi con la questione fungo!!!!!
(un montanaro residente)
Scusate ma avete letto quello che ho scritto, oppure avete interpretato male la mia lettera!!!
Cara Isabella se Lei e proprietaria di terreni per conto mio può accedere quando meglio crede oltre la sbarra!!!, ma può evitare di caricare 4 persone in macchina!!!
Se va a mirtilli, lasci a casa i bastoni, oppure eviti di riempire le gerle di funghi per poi tornare alla macchina, VUOTARLE e tornare a raccogliere…
Le regole sono per tutti, il mio TITOLO ER BATMAN dei funghi, voleva proprio come la Signora Maria ha colto, indicare che in quest’Italia, compreso queste regole o PERMESSI vengono gestito ad PERSONAM…. se poi mi si vuol raccontare come al solito noi montanari bla bla bla voi piansani bla bla bla, voi di castelnovo bla bla bla, allora si è capito tutto.
Per Adriano, io ho denunciato ma ho avuto rispetto dei mezzi, non colpevoli delle leggerezze dei padroni..
Per Nicola Ferretti, io in montagna non ci vengo solo per i funghi, ma spessissimo ci giro A MIE SPESE per far foto alla SS 63 strada che giornalmente Lei utilizza, dunque il suo consiglio lo rispedisco al mittente, in quanto non mi pare che nella sua vita di montanaro abbia dedicato molto del suo tempo per cercare di risollevare questo nostro territorio.
NON sono d’accordo nemmeno io di pagare per andare a funghi, ma la regola è questa, nella mia telefonata con il funzionario del PARCO ho esposto il problema controlli, il personale è poco e fanno quello che possono, ma mi pare di aver capito che il.
NON RISPETTO DELLE REGOLE DI RACCOLTA E’ INFRAZIONE PENALE e non amministrativa, pertanto bisogna pensarci bene prima di infrangere le regole del Parco, quali il peso consentito, il danneggiamento ecc ecc.
Concludo dicendo che di funghi ne ho trovati, rispettando le regole, inoltre ho lasciato la presa alta con 2 BOTTIGLIE DI VETRO ed una di PLASTICA, gettate da altri, nel tragitto di ritorno, mi sono fermato dinnanzi alla EX SAPOTEKA e le ho gettate nelle campane.
(Roberto Malvolti)
Forse sarà “infrazione penale” a Castelnovo, ma le posso assicurare che dove lei è andato a funghi non è così (L.R. n°6 2 aprile 1996).
(Mazol)
Scusate, ma nella foga di rispondere, mi sono dimenticato di aggiungere che uno dei mezzi “incriminati” riportava il protocollo indirizzato ad una persona che risiede in una frazione di Castelnovo ne’ Monti e non a un MONTANARO che pagando fior di tasse accede al suo terreno per lavorare, montanaro che teneva ben vicino l’auto comoda comoda per vuotare il contenuto delle gerle. Concludo che lungi da me l’arroganza o la maleducazione e nemmeno il gergo “forcaiolo” della signora Isabella; inoltre non erano moto ma auto cariche mediamente dalle 3 alle 5 persone. Vorrei aggiungere che in Italia la proprietà privata è una cosa ben definita recintata e tabellata… Mi scuso se mi sono divulgato, ma voler essere bollato per uno che vuol imporre agli altri gli hobby, come muoversi ecc ecc, mi fa un po arrabbiare… Buona libertà a tutti, nel rispetto delle regole.
(Roberto Malvolti)
“La proprietà privata è una cosa ben definita recintata e tabellata”. Ma cosa va dicendo, signor Malvolti? La proprietà privata è definita da un atto di proprietà, rogito, documento della Conservatoria, ecc. ecc. Se il proprietario vuole la recinta, ma anche se non è recintata rimane proprietà privata comunque. Mi spiace che questa affermazione venga da un montanaro (anche se non di crinale), perchè è esattamente quello che dicono i piansani che vengono a raccogliere a sbafo le castagne (frutto coltivato, lo ricordo) in castagneti rigorosamente privati, senza degnarsi di chiedere il permesso e chiaramente preferendo quelli dove il proprietario è andato a pulire spaccandosi per portare a casa un po’ di raccolto… Allora, se non lo sa, impari questo: la quasi totalità del Parco nazionale è su terreni di proprietà privata e ai nostri terreni riteniamo di poter accedere come e quando ci pare, portando pure ospiti, se ci aggrada! Veniamo forse a dirle se e quando può entrare nel suo giardino e con chi? Allora per cortesia non ritenga le critiche di noi “peones” del crinale come lesa maestà, sappiamo leggere perfettamente e abbiamo capito benissimo, forse è lei che è un pò duro d’orecchi…
(Montanara di crinale)
Gentilissimo signor Malvolti, dalle sue pacate risposte evinco che Lei ha un gergo molto più forcaiolo di me, infatti si permette di indagare su chi e come accede al fondo in questione, “consigliando” anche me su come dovrei accedere ad un mio ipotetico terreno (“ma può evitare di caricare 4 persone in macchina!!! Se va a mirtilli lasci a casa i bastoni, oppure eviti di riempire le gerle di funghi per poi tornare alla macchina, VUOTARLE e tornare a raccogliere…”). Le faccio un semplice esempio: se io avessi seminato delle patate non potrei sfruttare la collaborazione di qualche famigliare per la raccolta? Che la proprietà privata poi sia una cosa ben definita recintata e tabellata lo dice Lei e non il codice civile che invece si esprime definitamente su pienezza ed esclusività del bene posseduto. Nella sua grande foga di rispondere poi si è perfino dimenticato di rispondere ai quesiti che Le ho posto nel mio primo intervento, ma basterebbe che rispondesse all’ultimo: le sembra giusto che ogni volta che mi reco a prendere 2 mirtilli, su un mio terreno, per fare una torta, mi restano solo gli avanzi di chi, “AUTORIZZATO”, ha già “pettinato” tutte le mie piantine? Concludendo ribadisco, stavolta espressamente, che non provo simpatia per un sistema ormai affermato che favorisce la raccolta di tutto dappertutto, a favore di enti locali e a discapito del proprietario. Mi preme mettere un accento su una questione che Lei, signor Malvolti, propone come fosse un esempio di bungoverno e democrazia ed in riferimento alla frase: “NON sono d’accordo nemmeno io di pagare per andare a funghi, ma la regola è questa, nella mia telefonata con il funzionario del PARCO ho esposto il problema controlli, il personale è poco e fanno quello che possono, ma mi pare di aver capito che il NON RISPETTO DELLE REGOLE DI RACCOLTA E’ INFRAZIONE PENALE e non amministrativa, pertanto bisogna pensarci bene prima di infrangere le regole del Parco, quali il peso consentito, il danneggiamento ecc. ecc.”. Lei crede davvero che il Parco sia un ente nato con il beneplacito popolare? Lo sa che ai proprietari, quando i politici dell’epoca decisero di creare questa meraviglia, non è stato chiesto nulla e nemmeno espropriato nulla? Secondo Lei, che si immola come un paladino della giustizia, è giusto?
Bisognerebbe cercare di andare un po’ più in profondità delle cose cercando di non fermarsi in superficie.
(Isabella)
Isabella e “Montanara del crinale” hanno espresso perfettamente ciò che anch’io avrei voluto dire al signor Malvolti. Potrei aggiungere un’ultima cosa: mi sto rendendo conto sempre di più che l’intento di chi è al potere oggi è proprio quello di sottrarre la proprietà privata ai montanari, per farla godere “in toto” a chi, poverino, è intossicato dai fumi della città. Ma come potremo vivere in montagna senza industrie, strade, ferrovia, servizi per le telecomunicazioni, quindi vere opportunità per i giovani, SE ci viene rubata anche la terra sotto ai piedi?
(Una montanara d.o.c.g.)
Secondo me sarebbe meglio recintare il Parco, trasferire le porte bilite sulle strade e usarle come dogane. Alla Napoleonica si risolverebbero parecchi problemi.
(C.V.)
A parer mio il problema grosso è il controllo e se il Parco, o chi per lui (Unione Comuni, Comunità montana, etc) facessero un corso per una sorta di guardie ecologiche che possono controllare tutti… Che ognuno recinti il suo è una proposta un po’ utopistica, ma una sorta di gabella all’ingresso del bosco non la vedrei così male, dove si rilasciano i permessi e le stesse persone sono anche addette al controllo. Ci sono i politici che vogliono creare lavoro per i giovani in montagna, questo ne sarebbe un esempio semplice che tanti farebbero… magari una cooperativa del posto che ama il proprio territorio non sarebbe male.
(Mauro)
P.S. – Al signor Malvolti dico anche il suo lavoro per statale 63 è encomiabile, ma non mi sembra che i risultati siano molto evidenti per quanto riguarda il tratto che da Collagna va verso il passo del Cerreto.
Certo che, come ER BATMAN de Roma, siete veramente capaci di girare la frittata a vostro piacimento… e visto che parliamo della zona a monte diga Presa Alta, ove sapete benissimo che non vi è nessuna proprietà privata, e che anni or sono la Regione Emilia-Romagna acquistò dagli Armenti i terreni e che nemmeno gli usi civici di Ligonchio possono tagliare Legna, ora spiegatemi l’ACCANIMENTO di continuare a dire che avete terreni o possedimenti. Il mio intervento non era indirizzato a NOI montanari che possono o no accedere oltre al sbarra a piedi o in macchina. Ma solamente a QUELLE PERSONE CHE SI RECANO AL PARCO, CON CERTIFICATI DA CARDIOPATICI O INVALIDI, che GIUSTAMENTE vogliono andare a mangiare ai rifugi e POI UTILIZZANO a proprio piacimento i permessi. Se fosse tutto regolare nulla da dire, ma se lo fosse l’ente preposto non si sarebbe scomodato a contattarmi con solerzia. Per finire se il vostro “odio” e sarcasmo per il Parco, a vostro dire “ladro” di terreno VOSTRO (fare vedere rogiti) è così motivato, raccogliete le firme per far chiudere il parco! Signora Isabella, non sono il PALADINO della giustizia non ne ho i meriti, essendo un comune mortale! Ho solo reso pubblico un problema che altri 1000 hanno visto, ma forse hanno avuto paura di APPARIRE.
(Roberto Malvolti)
Purtroppo signor Malvolti, è difficile avere un dialogo con chi, come Lei, non vuole interagire con chi ha di fronte: Le ho fatto una domanda per ben due volte e ancora non ho ricevuto risposta. Il suo è diventato un monologo e per di più nemmeno comprensibile. Mi dispiace terminare dicendo che la frittata la gira Lei che prima aveva scritto un articolo ben interpretabile da cui ora si discosta. Saluti.
(Isabella)
Carissimi, io sono “piamsano” come dite voi, amo e frequento praticamente tutte le fine settimana il nostro appennino, vado per funghi, faccio trekking, pratico sci alpinismo e arrampico, conosco molto bene le nostre splendide montagne anzi direi molto meglio di tanti “montanari”. Spiace anche a me vedere le “orde di barbari piamsani” che quasi tutte le mattine, nel periodo della crescita, invadono strade e boschi del nostro Appennino, senza rispettare regole scritte e non, devastando e sporcando il sottobosco, disturbando il meraviglioso silenzio del bosco con urla da piazza.
Come mi dispiace vedere “montanari” presuntuosi convinti che solo il fatto d’esser nativi del luogo li autorizzi a far ciò che vogliono, poi magari gli chiedi qual’è il Casarola e ti indicano il Cusna. Credo che sia giusto denunciare chi va oltre, chi esagera e chi abusa dei privilegi siano essi piamsani o montanari. Ritengo altrettanto importante smetterla con i campanilismi atavici, che da anni impediscono il decollo nostro meraviglioso Appennino che è patrimonio di tutti e come tale va amato rispettato e salvaguardato per noi e chi verrà dopo di noi. Basta poco, solo un po’ di buon senso.
(Luca)
Gentile Luca, forse a Lei non piace vedere montanari che confondono il Cusna col Casarola ma sappia che per vivere in questi luoghi la cosa non è poi così rilevante. Essere montanari non significa solo sapere i nomi delle montagne e conoscere dove fare arrampicata… e il suo modo di pensare mi fa anche un po’ sorridere. Frequento veri montanari che conoscono il territorio sicuramente molto meglio di Lei e anzi Le posso dire che spesso i soccorsi si avvalgono del loro valido sostegno per il recupero di persone che come Lei, sfidano la montagna con sport estremi, con la sua stessa sicumera, trovandosi poi in grossissime difficoltà. Non voglio esprimermi sui soldi spesi per il recupero di questi soggetti. Cordialmente.
(Liliana)
Gentile Liliana, mi dispiace che non sia stato chiaro il mio messaggio molto semplice, “i veri amanti ella montagna sono coloro che la frequentano con passione e rispetto, siano essi del posto e della città”. Mi fa piacere che conosca questi montanari, ne conosco diversi anche io e molto spesso sono in Appennino proprio con loro per imparare e confrontarmi. Su una cosa non son d’accordo, quando si praticano certi sport la sfida non è con la montagna ma con se stessi, se di sfida si può parlare, io la chiamo passione e certamente meno pericolosa di tante altre se fatta con intelligenza e rispetto. Le ricordo anche che i recuperi sul nostro Appennino di persone che praticano “sport estremi” non credo superi il 5% degli interventi totali eseguiti. Per quanto riguarda i soldi spesi ha pienamente ragione, condivido, ma qua si potrebbero aprire tante discussioni. Voglio invece ricordare tutti coloro che dedicano tanto tempo in maniera assolutamente gratuita al soccorso in montagna.
Cordialmente.
(Luca)
Ci vuole la gabella come nel medio evo. Chi viene sul crinale deve pagare, e caro, tanto quelli che vengono su da noi di soldi non ne lasciano! Portano via e basta!, non sarà mica il prezzo del giornaliero a rimettere a posto il crinale! A proposito i soldi del tesserino giornaliero che fine fanno? Mah, nessuno lo sa.
(un montanaro residente)
Ho letto l’articolo di Malvolti e non lo trovo affatto arrogante, bensì obiettivo nella descrizione dei fatti seppure un po’ colorito. In ogni caso va riconosciuto al signor Malvolti il coraggio di mettere sempre e comunque la propria faccia e firma in ciò che dice… a differenza dei vari commenti di cui sopra. Penso inoltre che non si sia afferrato il senso del suo messaggio… scusate ma… sapete leggere e interpretare la lingua iItaliana?! Non mi pare si parlasse di proprietà e sua legislazione ma di accesso di privati mezzi in una strada in cui il normale transito é vietato o consentito a alcune categorie munite di regolare permesso. Se tale permesso viene utilizzato in modo non ortodosso e qualcuno lo rende noto, qual’é il problema? Sarebbe interessante ricevere delucidazioni dall’ente preposto.
(Stefania Costi)
Questa è la classica dimostrazione che spesso l’uomo si accende per un nonnulla. Il punto è: se oltre la sbarra uno non ha il diritto di passaggio non passa e basta e giustamente se viene pizzicato pagherà l’ammenda, se ne ha il diritto non può aprire il passaggio a altre vetture di amici che non ce l’hanno, passerà lui solo e quelli che possono stare sulla sua vettura (eventualmente). Il punto che secondo me si è voluto evidenziare nell’articolo è che se tutto viene permesso, senza il rispetto delle leggi e nessuno evidenzia comportamenti errati, ci sarebbe un escalation di comportamenti nocivi e lesivi, in questo caso a un ambiente naturale che merita il rispetto (senza entrare nel merito delle proprietà private, dei boschi privati, che assolutamente vanno rispettati e va permesso il passaggio per curarli ecc., ma mi pare che non fosse questo il messaggio evidenziato nell’articolo).
In merito al fatto che i “piansan” salgono in montagna per respirare aria pura è normale, visto che le fabbriche vengono fatte in pianura e ne beneficiano anche i montanari che vanno giù a lavorare. Per cui ci dovrebbe essere maggior rispetto da ambo le parti e tollerarsi con le rispettive caratteristiche, senza fare distinzioni. Il punto è che è stato segnalato un “presunto” comportamennto anomalo e giustamente, se uno lo desidera, lo può portare all’attenzione della comunità e delle autorità competenti.
(Ettore)
Mi permetto di partecipare alla discussione da semplice degustatrice di questo dono che ci offre la nostra montagna e che in stagioni di abbondanza si presta sempre a vivaci discussioni. Se il nostro amico Roberto ha notato solamente la fatica che ha fatto ad arrivare in Bargetana, a lui, che vive in una terra di mezzo, vorrei porre una domanda: se anche tu avessi ragione sui permessi cosa pensi che lasciano sul nostro territorio “visitatori occasionali” che a fatica fanno i permessi giornalieri? Credo che la risposta sia scontata…… Se potessero mettere un fungo nel serbatoio non si fermerebbero neanche al distributore più vicino…
(C.M.)
Una domanda all’amico Malvolti tanto impegnato nel comitato SS63. Visto che la scarsa affluenza di turisti nell’Appennino la attribuiamo spesso e volentieri alla viabilità, questi “Batman dei funghi” che arrivano a decine e decine in questi giorni, si saranno accorti del manto dissestato?? E ancora tutti questi fungaioli cosa lasciano al nostro territorio a parte la spazzatura? Perchè ci lamentiamo sempre della viabilità, ma ora che il nostro Appennino ci dona funghi in quantità c’è un notevole movimento di macchine e gente! Cosa ne pensa?
(Caterina)
Sono un anziano montanaro accanito cercatore di funghi, sono rimasto allibito nel vedere la devastazione arrecata al bosco in questo periodo, non è possibile. Orde di pseudo cercatori di funghi che al mattino, ancora a buio pesto, sono in mezzo al bosco con in testa lampade come i minatori e fanno le corse a chi arriva prima. Questi non sono davvero dei fungai e non vogliono bene e non rispettano la montagna. E’ buona norma non seguire il fungaiolo che hai davanti, non tagliargli la strada ma spostarsi di lato. Iniziare la ricerca al fare del giorno e non raspare come fanno le galline, raccogliere funghi maturi. Io non sono geloso dei “pianzani”, ma ci vuole più educazione. Siamo rimasti in pochi da queste parti e non siamo certo dei privilegiati a resistere quassù, tenuto conto degli scarsi servizi che abbiamo e della viabilità che ci mantengono i nostri amministratori. Buona raccolta a tutti e usiamo più rispetto per il bosco e per quei pochi veri fungai rimasti.
(D.Z.)
Solo in questo momento sono entrato in questo sito e ho letto sommariamente tutti i commenti. Mi permetto di far riflettere brevemente su quanto segue. Le normative dovrebbero essere rispettate da tutti, sia residenti che non, anche se l’Italia è un groviglio confusionario di norme che se a volte non vengono rispettate è da ritenersi comprensibile. E’ vero, per coloro che detengono delle proprietà residenziali, boschive, produttive ed altro, le norme locali, provinciali, regionali e statali devono agevolarli soprattutto dal punto di vista storico e per quanto concerne gli usi ed i costumi del luogo. Ciò non deve però rappresentare un motivo per eludere le norme per il solo fatto che sono nato e cresciuto o mi sono stabilizzato in quel luogo di montagna e lo gestisco come voglio io e a mio piacimento. Il problema, secondo la mia modesta opinione, non sta nel fatto che un singolo cittadino di sua iniziativa rileva delle presunte anomalie e le fa presenti alle autorità competenti, la questione più importante sta nel fatto che nel caso specifico l’ambiente della montagna dovrebbe essere occupato in modo coerente, rispettoso sia delle persone che lo frequentano per le disparate attività sia per la presenza degli animali selvaggi, etc. Purtroppo ho potuto notare, da tanti anni che frequento i boschi, sia residenti, stanziali, turisti, pendolari (soprattutto per quanto concerne la raccolta dei funghi) dimenticano i contenuti delle norme che regolano tale materia mettendo a repentaglio la sopravvivenza dei boschi in quanto per chi non lo sapesse la micologia ha una vitale importanza su quanto concerne la presenza e la vivibilità di ogni singola pianta. Stessa cosa vale anche per la presenza de sottobosco dove nascono tanti frutti commestibili. Purtroppo a gravare sulla silenziosità della montagna è la presenza in questi ultimi anni di micro attività sportive motorizzate, che da una parte vanno a rimpinguare le casse dei Comuni (non so fino a che punto), dall’altra vanno a disturbare la sopravvivenza delle specie animali ed inquinare l’ambiente montano. Come ultima segnalazione, a peggiorare la situazione ambientale della montagna è stata la pessima idea attraverso i piani regolatori ed altro di consentire la costruzione di singoli fabbricati nei posti più disparati delle montagne devastando tale ambiente, altresì con la presenza di stradine e sterrati per raggiungere tali siti. Personalmente ho sempre pensato che il paese deve crescere solo attorno alla presenza del campanile della chiesa, sia esso in montagna, in pianura o in collina. Pertanto concludo che tutti possiamo avere ragione, ma la differenza sta nel fatto se vi è la volontà di rispettare l’ambiente nel quale vivo, valutando quali sono i miei diritti e i miei doveri, sia come residente che non. Con simpatia: un residente della provincia di Treviso.
(Antonio Mattiello)