Home Cronaca “Riordino degli enti territoriali, ecco quel che ne penso”

“Riordino degli enti territoriali, ecco quel che ne penso”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Sembra essere iniziato il conto alla rovescia sul riordino istituzionale che il governo Monti ha voluto includere  nella legge di revisione della spesa pubblica ed è quindi naturale che il dibattito politico si stia scaldando, con particolare  riguardo al destino delle province - cui si imputano gli eccessivi costi di funzionamento - e le posizioni dei partiti sono in merito piuttosto diversificate, anche al proprio interno, vedi quanto sta avvenendo  tra le fila del Partito democratico.

Le regioni sono gli enti preposti  alla riorganizzazione dei propri ambiti provinciali e le decisioni che le stesse   assumeranno in proposito avranno inevitabili e diretti riflessi sulle restanti articolazioni territoriali; e ancora oggi noi non sappiamo quale configurazione intende darsi al riguardo la Regione Emilia-Romagna.

L’Unione di centro si è sempre espressa in modo chiaro per l’abolizione di tutte le province e tuttora riteniamo che questo debba essere l’obiettivo da perseguire, vuoi per alleggerire la macchina burocratica, vuoi per contenere e ridurre la spesa pubblica e destinare i relativi risparmi a nuovi e più produttivi investimenti, a partire dalla banda larga, che può “ridurre” le distanze e agevolare dunque i territori più decentrati come la montagna.

Nondimeno, visto che per ora ci dovremo accontentare di dar vita a nuove aggregazioni, il primo e concreto passo poteva essere l’unione tra Reggio e Modena, ma anche l’idea di costruire la “Provincia Emilia” non ci trova  pregiudizialmente contrari, pur se occorre avere la consapevolezza che se ci si incammina su questa strada nuovi scenari potranno profilarsi all’orizzonte  (vedi una eventuale ridefinizione dei confini regionali).

Altro ragionamento che va affrontato, di  importanza tutt’altro che secondaria, è quello che chiama in causa il futuro dei comuni. Sarà necessario trovare un equilibro tra i vari territori,  in modo particolare quelli montani, che già sono notoriamente i più deboli, sia per numero di abitanti e di occupati, sia per il mantenimento dei servizi primari ed essenziali, cominciando da quelli sanitari.

Noi crediamo che la via maestra sia quella delle unioni dei comuni, a partire dai servizi alla persona, giusto per poterli conservare nella previsione che le risorse economiche disponibili saranno sempre più scarse.

Ma il modello al quale guardiamo dovrebbe anche andare nella direzione di superare i campanilismi, così da difendere in modo compatto le eccellenze del nostro territorio, e quanto in questi decenni la nostra montagna è riuscita unitariamente a conquistarsi e in modo che si possa avere un'idea comune di sviluppo economico-occupazionale, senza disperdere quel senso di solidarietà che  appartiene ai valori e alle tradizioni  della montagna.

Per questo la proposta di un’unica comunità territoriale, che comprenda i comuni del distretto sanitario montano, può essere una buona base di inizio e di confronto, che tuttavia andrà contestualizzata alla luce delle direttive regionali - quando saranno  adottate - in tema di deleghe e di rispettive competenze.

Invitiamo quindi la Regione a formulare al più presto la propria proposta, così da poterci confrontare su elementi più concreti e certi e non su ipotesi vaghe che possono cambiare tra qualche settimana, e che però, nel frattempo, rischiano di sviare  e confondere i termini del dibattito.

(Robertino Ugolotti, enti locali Udc)

 

1 COMMENT

  1. D’accordissimo. Bravo Ugolotti. Un unico ente territoriale (e magari, perchè no, un unico Comune) che sia in grado di gestire servizi veri per i cittadini e non strutture contro i cittadini. Abolizione delle province, sostituibilissime da uffici della Regione, per il medesimo principio.
    Ma anche (vi ricorda qualcuno?) diminuzione drastica delle spese gestionali della Regione. Ma vi pare normale e giusto che un normalissimo consigliere regionale, che magari si presenta in Consiglio 2-3 volte al mese, costi a noi cittadini più di 200.000 euro l’anno? Vi ricordo che il Presidente della Francia guadagna circa 14.000 euro al mese! Ma…
    Suggerirei a tutti gli eletti, a qualsiasi livello, dalla più piccola circoscrizione al più importante parlamentare europeo, una visita dall’otorino. Come si fa a non sentire che i cittadini non riescono più a tollerare i privilegi? Malcontento.

    (Elio Peri)

    • Firma - ElioPeri