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Confcooperative Reggio dura: “Pochi soldi dalla Regione alla montagna”

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Dura presa di posizione della Confcooperative di Reggio Emilia rispetto ai finanziamenti destinati dalla regione Emilia-Romagna alle aree dell’Appennino in base alla nuova legge sulla montagna.
“Si tratta – il vicedirettore della centrale cooperativa, Giovanni Teneggi – di 4,8 milioni di euro da ripartirsi tra otto provincie; una cifra irrisoria sia per l’entità in sé, sia in relazione all’ampiezza e ai bisogni del territorio interessato, sia tenendo conto di quanto previsto dalla stessa legge regionale”.
“Al provvedimento – prosegue Teneggi - tutte le forze economiche e sociali hanno attribuito un grande valore sia economico che politico, perché da una parte si è configurata come strumento in grado di sostenere ed incentivare gli investimenti in aree ricche di opportunità ma oggi a rischio di spopolamento, mentre dall’altra ha istituito un metodo di confronto tra pubblico e privato, tra istituzioni locali, organizzazioni imprenditoriali e sociali di grande interesse”.
“Se su quest’ultimo fronte il bilancio non appare oggi esaltante – prosegue il vicedirettore della Confcooperative – sul versante dei finanziamenti è addirittura disastroso e in contrasto con il dettato legislativo”. “La legge regionale sulla montagna prevede, infatti, che agli investimenti in queste aree sia destinato il 2% del bilancio della Regione; questo vorrebbe dire una cifra che si colloca tra i 18 e i 20 milioni di euro, cioè il quadruplo di quanto è stato deliberato”.
“Si tratta – prosegue Teneggi – di un atto grave nei confronti delle aree dell’Appennino emiliano-romagnolo e, per quanto ci riguarda, riguardo allo sviluppo di quelle aree della nostra provincia in cui si sta proprio ora vivendo un grande fermento di proposte, riflessioni, progetti”.
“Ad aggravare la situazione – spiega Teneggi – è il fatto che questa cifra irrisoria viene messa a disposizione dopo che nel bilancio preventivo non era addirittura previsto alcun finanziamento, e questo lascia pensare al fatto che i finanziamenti serviranno in prevalenza destinati a sostenere progetti già avviati – in prevalenza dal pubblico - e l’ordinaria amministrazione delle Comunità Montane”.
“Siamo consapevoli e non sottovalutiamo affatto le difficoltà finanziarie della Regione – prosegue il dirigente della Confcooperative – ma è pensabile che ad un Appennino che rappresenta il 40% del territorio regionale e nel quale risiede il 20% della popolazione possa essere destinato circa lo 0,5% del bilancio regionale?”. “Le difficoltà, peraltro, non sono di oggi, ma precedenti all’approvazione della legge sulla montagna, avvenuta lo scorso anno; su quali elementi si sono dunque costruite previsioni di investimento di cui, oggi, rimane il 25%?”.
“Non possiamo che concludere con un’altra domanda”, osserva Teneggi: “come pensa la Regione di concorrere davvero allo sviluppo della montagna e quali sono le previsioni future? Gli operatori economici a questo punto attendono una risposta chiara, anche perché di fronte a questa situazione il rischio è quello che si avvii una tendenza al disinvestimento, che penalizzerebbe ulteriormente aree già segnate da un modesto sviluppo economico, con tutte le conseguenze che riguardano la qualità della vita delle persone, la mobilità, le prospettive per i giovani”.