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Troppi cinghiali, piano faunistico da rivedere

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TOANO (31 agosto 2012) - “Ora tocca alla Provincia”: il sindaco Michele Lombardi lancia un appello all’assessore provinciale alla caccia, Alfredo Gennari, affinché “si modifichi con urgenza il piano faunistico venatorio del territorio toanese”.

Già nella scorsa primavera “il consiglio comunale - sottolinea il primo  cittadino - aveva chiesto, all’unanimità, alla Provincia di trasformare le ampie zone di ripopolamento e cattura presenti da tanti tempo nel nostro comune in zone di tutela faunistica. Adesso occorrono atti chiari e veloci”.

L’auspicio è che “si possa arrivare - prosegue Lombardi - a un maggior controllo del numero degli ungulati, in modo da diminuire i danni a carico delle colture. Negli ultimi anni, infatti, la situazione è divenuta insostenibile. Le aziende agricole del comune, in cui sono presenti quasi cinquemila bovini, non possono continuare a subire danneggiamenti ormai divenuti pesantissimi. Da non sottovalutare poi il problema delle zecche e il pericolo di incidenti sulle strade”.

Nelle zone di ripopolamento e cattura “i prelievi di selvaggina - spiega il sindaco - non sono sempre immediati, mentre sono più agevoli in quelle di tutela faunistica, dove i cacciatori possono intervenire tempestivamente in caso di problemi. Tra l’altro, in queste aree, il rimborso agli agricoltori di eventuali danni causati alle colture dagli ungulati è effettuato direttamente dalle associazioni faunistiche e non dalla Provincia. In tal caso anche i cacciatori, forse, sarebbero più stimolati al controllo degli animali selvatici”.

Negli ultimi anni “stiamo raccogliendo - rileva poi Michele Lombardi - crescenti proteste degli agricoltori e delle associazioni di categoria per danneggiamenti, a volte davvero consistenti, provocati dagli animali alle colture. In tal caso inviamo queste segnalazioni agli uffici provinciali, ma proprio la complessità della normativa fa sì che passi troppo tempo tra  la segnalazione e l’effettivo intervento dei cacciatori nelle zone in questione. Va anche fatto presente che il toanese ha un’elevata vocazione agricola e che, purtroppo, entrano nel territorio, in cerca di cibo, anche ungulati (in particolare cinghiali) provenienti da comuni limitrofi, dove la presenza di coltivazioni è minore”.

Conclude il sindaco: “E’ per tutti questi motivi, e considerato che il problema sta raggiungendo livelli non più accettabili, che abbiamo chiesto da tempo alla Provincia di intervenire. Pure  i cacciatori toanesi sono favorevoli alla modifica richiesta dal Comune. A questo punto bisogna agire con tempestività, perché arrivare alla primavera del 2013 con la situazione attuale sarebbe veramente insostenibile”.

5 COMMENTS

  1. E perchè non chiediamo i danni a chi per anni ha introdotto una specie di cinghiale non autoctono molto prolifico a scopo venatorio? Ci sembra che i reali colpevoli sfuggano sempre. 544 cinghiali che dovranno essere uccisi per la Provincia di Reggio Emilia e non bastano?!? Altra domanda: che fine fanno i corpi dei cinghiali morti? I selettori/cacciatori li tengono? Oppure vengono venduti e il ricavato dato alla Provincia?

    (Clizia Ferrarini – Presidente Legambiente Val d’Enza)

  2. Cinghiali…? Quali cinghiali…? Forse stiamo parlando dei maiali selvatici di oltre 150 kg che scorrazzano per il nostro Appennino e che partoriscono decine di piccoli. I cinghiali che c’erano qui erano animali che si riproducevano in pochi esemplari e raggiungevano raramente i 40 Kg, che abbiano introdotto questi per andare incontro alle capacità di tiro dei nostri cacciatori? Sono d’accordo con Alessandro e Cinzia, come succede nella normalità dovrebbero pagare coloro che hanno creato i presupposti che portano a causare danni. I “maghiali”, i caprioli e cervi sono stati introdotti e stanno creando problemi sempre più seri, oltre ai danni alle colture ed ai danni ai boschi questi animali causano numerosi incidenti stradali e anche il fatto di circolare con il timore di trovarsi improvvisamente un animale in mezzo alla strada non è accettabile. Il problema è ormai vecchio ma temo che come sempre si faccia finta che non sia poi così grave e che non si faccia niente, come sempre, tanto i danni li paghiamo con i soldi di tutti. Io che non sono ambientalista ma sono montanaro ed amo l’ambiente in cui vivo e rispetto l’ambiente in cui vivono altri, io che non sono nemmeno del WWF ma amo e rispetto gli animali in quanto tali, chiedo al montanaro cacciatore quale sia la sua soluzione al problema e chiedo anche quale gusto ci sia a sparare ad animali di allevamento appena liberati o a maiali selvatici. Sì, maiali, perchè di questo si tratta. Il diritto di fare questo, di esercitare la caccia in questo modo, viene concesso solo ed esclusivamente dal giro di soldi che produce altrimenti di ragioni logiche per permetterlo ce ne sarebbero ben poche.

    (Antonio Manini)