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Da parecchi mesi a questa parte l’entrata principale del cimitero di Vetto capoluogo è inagibile perché i due pilastri che sostengono il cancello di ingresso accusano gli anni e si stanno sbrecciando, così da rendersi pericolanti.
Ci aspettavamo che il Comune provvedesse a ripararli con una certa sollecitudine, vista la natura del luogo e anche perché l’intervento non pare avere costi proibitivi, ma la nostra attesa è andata totalmente delusa. Nel frattempo le strisce colorate che segnalavano il mancato accesso si sono ridotte ad alcuni fatiscenti brandelli, mentre non sono neppure stati rimossi i frammenti di mattone sgretolati e caduti a terra; e questo insieme dà un senso di completo abbandono, anche agli occhi di chi transita lungo l’adiacente via provinciale per Ramiseto. Non ci sembra la migliore delle immagini per il nostro territorio.
Otto anni or sono venne irragionevolmente abbattuto e distrutto un vecchio cippo stradale, che distava un centinaio di metri dal cimitero, e di fronte alle nostre rimostranze, portate anche in Consiglio comunale, il sindaco Sara Garofani ci rispose che quel manufatto - sui cui gradini tanti vettesi avevano sostato nei loro spostamenti a piedi, quando i mezzi di locomozione erano scarsi o inesistenti - andava considerato come un nefasto residuato dell’epoca fascista e non meritava pertanto alcun riguardo.
Non vorremmo che il nostro sindaco pensasse altrettanto per l’ingresso del cimitero, qualora ritenesse che la sua costruzione, o rifacimento, possa risalire al “ventennio”, secondo l’aberrante logica che anche le pietre possono avere “colpe” politiche. Questi vecchi e nuovi comunisti, che si professano grandi ed unici democratici, con grande spregio delle idee altrui, dimenticano troppo spesso di aver osannato la dittatura staliniana e le sanguinose repressioni messe allora in atto dal regime sovietico.
Meno male che sul fianco dell’entrata cimiteriale ha resistito al tempo una bella targa degli anni passati dove viene ricordato che “la casa dei morti esige rispetto”. Speriamo che questa sacrosanta e secolare verità induca i nostri amministratori a rimettere in sesto i due pilastri di accesso.
Tralasciamo poi il fatto che questo cimitero dispone soltanto di un punto di erogazione dell’acqua - posto all’esterno del muro di recinzione, proprio nelle vicinanze dell’entrata ora inagibile - cosa che risulta molto scomoda per chi ha i propri defunti nella parte opposta, quella dove è avvenuto l’allargamento dell’area cimiteriale. Specie quando si tratta di persone non più giovani che semmai si muovono con una qualche difficoltà, ma che non vogliono giustamente rinunciare a far visita ai propri cari, anche con cadenza giornaliera; la Garofani si è ben guardata dal far installare un secondo rubinetto al cimitero, ma in compenso ha inflessibilmente voluto giochi d’acqua nella centrale piazza Marconi (vista la sua ostinazione vien quasi da pensare che volesse essere ricordata per questi zampilli).
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Sembra “dimenticato” e abbandonato anche l’automezzo del Comune che, privo di un pneumatico nella ruota anteriore, staziona da mesi a lato della via provinciale verso Castelnovo, in località Mavore, e ci si chiede perché mai non sia stato ancora rimosso. Non ci fa francamente gran bella figura un Comune che vanta un sito Sic (Sito di interesse comunitario), come ama spesso proclamare il nostro sindaco, e che sul versante ambientale dovrebbe pertanto essere esempio di ordine e pulizia.
Anche i lavori si ristrutturazione della sede comunale sono da tempo fermi, e i vettesi si trovano con la “prima casa” del paese avvolta dalle impalcature senza sapere nulla in merito. Per chi ha il senso delle istituzioni, il Municipio è un simbolo molto importante e le sue sorti non dovrebbero avere segreti, ma forse il nostro sindaco non la pensa così visto che al riguardo non fornisce pubbliche informazioni. Ma del resto siamo abituati ai silenzi o “dimenticanze” di Sara Garofani, quando ovviamente le torna comodo, visto che ad un anno di distanza da quando la minoranza consiliare ha scoperto le anomalie contabili del Comune non conosciamo ancora la reale entità del “buco” verificatosi nelle casse comunali.
(Giovanni Ferrari, coordinatore Pdl Vetto)
Dopo gli acuti finanziari, di cui si apprezzano ancora i risultati, può darsi che le brillanti menti dell’amministrazione vettese abbiano pensato di ridurre la mortalità nel comune chiudendo il cimitero. Aspettiamo il prossimo censimento prima di criticare.
(Conte da Palude)