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L’entusiamo di padre Aurelio Rossi

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Tutti lo ricordano per i suoi mercatini, per i salvadanai dislocati in uffici postali, bar, esercizi commerciali, ma i non più giovani lo ricordano anche per gli spettacoli di burattini che conduceva con bravura ed ai quali partecipavano con entusiasmo. Padre Aurelio (Giuseppe è il nome di battesimo) viene ordinato sacerdote il 2 aprile 1949. Dopo pochi mesi gli danno la patente di predicatore. Quella di autista se la prende qualche anno dopo, dotandosi così di un nuovo strumento di lavoro.

Con le due patenti anziché passare il suo tempo in convento inizia a girare per le parrocchie di tutta Italia, caricando pulmini di quanto riusciva a riciclare nei mercatini e nelle sagre paesane e in tal modo è riuscito a finanziare parecchie missioni.

Per oltre 15 anni ha gestito come responsabile il segretariato delle missioni. Tuttora, nonostante l’età (86 anni), nonostante alcuni acciacchi, P. Aurelio continua con lo stesso entusiasmo di prima a servire ed appoggiare i suoi missionari. Appena 4 anni fa ha subito un’operazione e dopo soli 15 giorni voleva a tutti i costi andare in Turchia con il suo pulmino, ma i medici glielo hanno proibito categoricamente.

Il suo entusiasmo, ricordato da Padre Gianfranco da Carpineti, è stata la molla per molti ad andare a studiare nei conventi di Scandiano o di San Martino in Rio; Padre Gianfranco è appunto il suo “frate primogenito”. “Vieni con me nei frati - mi disse una domenica che si trovava nella mia parrocchia di origine - si mangia la carne due volte la settimana, si gioca a pallone, si studia e si prega un po’. Sono caduto nel trappolone”, confessa Padre Gianfranco.

E’ pur vero che tanti andati in convento portati da Padre Aurelio sono poi usciti, ma sei sono rimasti ed hanno preso i voti.

Questo frate dallo sguardo intelligente e dall’aspetto sorridente è da apprezzare anche per altre iniziative, tra le quali ricordiamo la pubblicazione di tre volumi: “Le collezioni dei Cappuccini”, “Le corone del rosario, medaglie devozionali e Agnus Dei” ed infine “I tabernacoli lignei dei Cappuccini emiliani”. Queste pubblicazioni evidenziano come sia diventato da autodidatta un grande esperto di arte. Il suo fiore all’occhiello rimane comunque la realizzazione del Museo di Arte Sacra dei Cappuccini di Reggio Emilia.