Ho letto recentemente un interessante articolo su questo giornale on-line riguardante uno stimolante incontro/convegno organizzato, da parte della nomenclatura politica che governa il nostro appennino, sugli sviluppi futuri del Cerreto Laghi, delle prospettive di crescita di questa località, degli indirizzi politico/organizzativi e delle idee che dovrebbero garantire nei prossimi anni benefici per le persone e per il territorio della nostra montagna e non solo.
Vorrei che i lettori più pazienti facessero con me il viaggio che da Reggio Emilia conduce al passo del Cerreto Laghi quale destinazione del pellegrinaggio.
Partendo da Reggio, cercando di evitare la strada ss 63 e la costosissima circonvallazione di Puianello, ci avviamo verso S. Polo. Transiteremo dall’"incompiuta di Montefalcone" una delle più belle irrealizzazioni dei nostri amministratori e imboccata, dopo una pericolosa rotonda misura coriandolo, la circonvallazione del paese , ci immettiamo nella strada Provinciale n. 513. Credo che i pendolari ed i pochi turisti sappiano di cosa stiamo parlando: una delle strade provinciali, a mio avviso, più neglette della nostra regione. Questa provinciale che, declassata da Strada Statale (ss) 513, dopo il periodo del Senatore Michele Cifarelli sottosegretario e parlamentare del Pri, è stata presa in carico dalla Provincia di Reggio Emilia che avrebbe dovuto far “vedere come si gestisce una strada provinciale!”, così come dichiarava, incautamente, il politico locale di turno.
Infatti… dopo i primi anni di luccichio del periodo Ruini, ora possiamo apprezzarne, tutti, la meravigliosa manutenzione e cura, in particolare dalla biforcazione (sp 57) che da Vetto s’inerpica come una biscia fino al Passo del Lagastrello (da Ramiseto sp15). Credo che sia l’unica strada dove i guard-rail sono quasi a raso del piano stradale. A Vetto (il Comune del Ragioniere, genio della finanza creativa) percorrerei volentieri la meravigliosa e panoramica strada Comunale che dal capoluogo porta al sito Sic (!) Valle del Tassaro. Purtroppo è una strada che si può certamente definire, senza tema di smentita, una vergogna che grida giustizia. Eppure nel 2009, la Sindaca del paese e Presidente, per unanime riconoscimento in stato terminale della costosa e urticante Comunità Montana, aveva garantito, naturalmente prima delle elezioni amministrative 2009, di essere in possesso delle risorse per sistemare quel tratto stradale. Chi per necessità, chi per curiosità, chi sventuratamente per errore, si trovasse a transitare è meglio che sappia, fin d’ora, che si può uscire da quel budello solo dopo averne apprezzato, quale acconto espiazione peccati, le curve, le buche, i gradini, i pericolosi tornanti senza guard – rail e con strettoie esposte in ripidi pendii. Naturalmente d’inverno, prima d’imboccare quella strada, è meglio che gli automobilisti affidino l’anima alla provvidenza.
Sarebbe meglio che invece di sistemare i famosi muri a secco della campagna Vettese, l’amministrazione Comunale avesse sistemato prima gli spancianti muri a secco della strada. Il contado, votante, avrebbe ringraziato. Noi, per prudenza, non percorreremo e andiamo speditamente a Cerreto Laghi passando per Ramiseto. Prima del paese di Ramiseto vedremo invece una delle più grandi rotonde viarie del nostro territorio definito, per la sorprendente ed inutile collocazione, il tornante del Gazzolo.
Un doveroso passaggio, anche se breve, nel paese natale di illustri concittadini deve essere considerato un sorta di pellegrinaggio politico che almeno una volta nella vita i piansan e i montanari dovrebbero fare per ingraziarsi la benevolenza superiore. Per i turisti, non votanti, provenienti da fuori provincia, non ci sono garanzie di particolari benefici. Credo che sarebbe inopportuno “collocare”, in questo santuario naturale, il canile montano perché disturberebbe la riflessione e il laico silenzio del luogo. Il canile in quella zona potrebbe prestarsi inoltre a feroci ed ingiusti accostamenti. Andiamo alla meta del nostro pellegrinaggio: il Lago del Cerreto. I simpatici “briganti” locali garantiranno una sistemazione degna per gli eroici, rimbamboliti, viaggiatori: il tragitto che da Collagna porta al Passo del Cerreto è degno di un girone dantesco. Può essere utilizzato per dimenticare disgrazie maggiori e infatti l’effetto rimbambolimento dura di solito quanto le ferie (mediamente non oltre due giorni). Eppure l’Appennino Reggiano ha espresso, anche per più di una legislatura, fior fiore di Parlamentari! Non portate mogli, famigliari e conoscenti se non volete essere denunciati per stalking e/o per maltrattamento.
Vi chiederete del perché il viaggio al Cerreto… ecco il motivo: ho letto appunto che, recentemente, è stato fatto una sorta di programma/progetto per il rilancio di questa stazione turistica. Non è il primo e presumibilmente non sarà l’ultimo perché, gli organizzatori e promotori dell’iniziativa, staranno con noi, anzi sopra di noi, ancora per qualche legislatura, salvo tristi imprevisti determinati dal “fato”. Una delle ultime costruzioni realizzate nella frazione di Cerreto Laghi è un’impattante costruzione che impedisce la visuale verso il bellissimo Monte Casarola. Quanto alla fontana, in bella pietra locale, è il più delle volte secca e le cartacce la fanno da padrone, assieme al residui dei rifiuti del bazar domenicale, ma sembra che ai Cerretani non dia fastidio, perché credo che loro siano convinti di abitare in un altro posto.
Gli organizzatori/promotori, della pur lodevole iniziativa, sono il Gotha politico montanaro: sono i non più giovani, quasi inossidabili, esponenti della punta di diamante (si fa per dire) di quella classe dirigente che crede di essere indispensabile, ma questo non sminuisce la portata dell’iniziativa. Parlano di rilanciare, ma dov’erano negli ultimi 40 anni? Prevedono di realizzare, forse, la costruzione di un bacino per l’innevamento artificiale, ma perché prima non mettono in funzione, anche solo per prova, la fontana che invece sgocciola come il naso di un raffreddato? Parlano d’innevamento artificiale, ma i cambiamenti climatici, da almeno un lustro, favoriscono l’arrivo dell’aria marina che è una vera iattura per la neve che, come tutti dovrebbero sapere, con il caldo purtroppo si scioglie. Parlano di una centrale elettrica, ma perché non fanno la diga a Vetto dove d’acqua ce ne di più e può servire anche per usi plurimi? In subordinata ipotesi perché in questi lunghi anni di “direzione politica e indirizzi programmatici” non hanno realizzato un minimo di mini/micro-bacini? Eppure di ghiaia ne è stata estratta, e tanta, dai greti dei nostri torrenti e di buchi ne sono stati fatti molti.
Peraltro non capisco con quali risorse questi enti, che dichiarano spesso di essere senza soldi, finanzierebbero il rilancio del Cerreto e soprattutto, chi sborsa e quanto sborsa? Che sia invece una sorta di comitato elettorale in vista delle prossime elezioni politiche? Credo proprio che sia già cominciata la campagna elettorale ed eccoli qua, come ampiamente previsto, portatori di ovvietà mai concretizzate.
Forse per questo e solo ora, vengono rinfacciati all’eretico Sindaco Fiocchi, quand’era, presumibilmente, iscritto al Pci, Pds, Ulivo, Pd i tanti soldi spesi per Febbio? Adesso l’Appennino Reggiano non è più omogeneo? Che ci sia l’Appennino di destra e quello di sinistra? Sostengono e sospingono il Cerreto per ripicca a Fiocchi e/o il Super Sindaco di Collagna, dopo il sonoro schiaffo elettorale, sta forse dando moderati segni di ravvedimento? E’ veramente difficile pensare che con questi politici si possa rilanciare il Cerreto e il nostro Appennino. Purtroppo infatti anche le precedenti e numerose inaugurazioni, spesso del solo progetto (ndr), non depongono a loro favore.
Nella, favoleggiata, galleria del Cerreto transiteremo un’altra volta o quando i nostri nipoti andranno al mare. Tuttavia, credetemi, il viaggio non è stato vano perché in questo caso abbiamo veramente fatto un pellegrinaggio in un luogo dove si sono ritrovati a parlare del futuro gli ultimi soggetti politici che si ritengono capaci e presumibilmente indispensabili, ma che negli ultimi 40 anni, pur potendolo fare, non hanno, a mio modesto avviso, realizzato nulla. Secondo me questi politici programmatori sono un po’ come la fibrosi polmonare: i tessuti del polmone diventano “legnosi” ed impediscono all’ossigeno di trasferirsi nel sangue, provocando il soffocamento dell’organismo.
Pur essendo in montagna infatti l’organismo politico/amministrativo, a mio parere, è male ossigenato!
Ci dovremo considerare fortunati se non porteremo con noi qualche zecca, non ci avrà attraversato la strada il capriolo o il cinghiale kamikaze e non avremo avuto bisogno di utilizzare il cellulare.
Al rientro non passeremo dalla puzzolente Poiatica e dalla valle del Secchia perchè il Sig. Assessore Prov.le ha dichiarato risolutamente, quasi minacciosamente “Da Poiatica non si torna indietro!!!!”: passeremo dalla gobba di Ca’ dei Merli utilizzando, secondo me, la più agevole ss 63 tanto, lo Sparavalle e il Ponte Rosso, in discesa non sono poi cosi terribili. Un caro, doveroso, sentito e sincero incoraggiamento a Luca Malvolti “il pendolare” che cosi chiaramente sintetizza, in un suo intervento, il disagio di molti giovani del nostro Appennino. Ragazzi fatevi sentire numerosi anche politicamente e non solo per le serate da sballo. C’è chi dovrà ascoltarvi!
(Conte da Palude)
Assolutamente perfetto! Incontestabilmente ineccepibile! Incondizionatamente condivisibile!
Conte da Palude eh….??
(Paolo Comastri)
Condivido!!! “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
(M.N)
Fino a che ci sarà qualche conte da palude a sottolinearci quello che anche tutti noi vediamo, sentiamo, non è tutto perduto. Troviamo la forza, il coraggio per non lasciarci trascinare nell’anestesia mortale di mille e mille parole inutili e nessun fatto concreto.
(Lorella)
…e bravo in Nostro Conte che le canta… a questa classe politica “INGESSATA”, che, coadiuvata da “eccellenti” tecnici, è solo capace di non riparare, ma udite… udite… mettere divieti!!!! Che Geni!!!! La strada ha un pessimo fondo… anzichè asfaltare ci si mette un bel divieto di superare i 50 km/h e vai!!!! E se peggiora… il divieto scende ai trenta… e vai!!!! E se peggiora ancora… obbligo di farla in retromarcia… Ma chi l’avrebbe mai pensata una soluzione così!!!!! A proposito di Provinciale 513, è da mesi che hanno segnato dove riparare, ben poca cosa, ma quando lo faranno i segni saranno già scomparsi, così si ridurranno drasticamente i rattoppi… E cosa dire poi se l’asfalteranno a settembre… e se qualcuno causa il pessimo fondo ci ha lasciato la… sghirba!!!! Affari suoi, doveva andare… ai 20 all’ora… L’importante che alla “Bassa”, gran bacino di voti e di gente che non si fa prendere per il naso, le strade siano lisce come un… bigliardo…
(Andrea)