La popolazione in Emilia-Romagna è cresciuta nell’ultimo anno di 26.807 unità. Si tratta di un +0,6%, in ulteriore flessione rispetto al +0,84% del 2011 dovuta per lo più al minore afflusso di cittadini stranieri. Il Servizio controllo strategico e statistica della Regione ha pubblicato i risultati - aggiornati al 1° gennaio 2012 - della rilevazione sulla popolazione residente. Gli iscritti in anagrafe in Emilia-Romagna sono 4.459.246 (2.295.039 femmine e 2.164.207 maschi).
“Tra i dati su cui vale la pena di riflettere - sottolinea l’assessore regionale Donatella Bortolazzi - c’è senz’altro il fatto che, dal 2009, il numero delle donne straniere ha superato quello degli uomini e che, quindi, ci troviamo di fronte ad una immigrazione non più legata solo ai ricongiungimenti, ma determinata in parte dalla domanda di lavori di cura richiesti nella nostra società. Altri spunti importanti per le nostre politiche del futuro - aggiunge Bortolazzi - vengono da quei dati che ci parlano sia dell’aumento costante della fascia degli over 65 (ove sono approdati dal 2011 i primi gruppi di persone nate nel primo dopoguerra) sia dell’aumento dell’età media della popolazione attiva”. Quest’ultimo fenomeno è misurato dall’indice di struttura della popolazione in età attiva ed indica, in particolare, il grado di invecchiamento della popolazione considerando le persone di età compresa tra 15 e i 64 anni. Il dato è in equilibrio (e indicato con un indice pari a 100) se la popolazione tra i 40 e i 64 anni eguaglia quella tra i 15 e i 39. In Emilia-Romagna si è passati dall’indice 101,6 del 2001 al 128,5 del 2012. In particolare, nell'ultimo quinquennio, la popolazione in età 15-39 anni è diminuita di 28.037 unità e il calo sarebbe stato di 115.140 senza l’apporto degli 87.103 stranieri arrivati, con conseguenze importanti per il mondo del lavoro.
Tendenzialmente stabile in regione il rapporto tra anziani di età maggiore a 65 anni e giovani di età inferiore a 15. Si tratta dell’indice di vecchiaia, passato dai quasi 2 anziani per ogni giovane di 10 anni fa agli attuali 1,7 e che nel futuro potrebbe di nuovo aumentare per effetto del calo della natalità (dovuto alla diminuzione del numero e per l’invecchiamento delle donne in età feconda) e per l’aumento della popolazione anziana.
Intanto nell’ultimo anno, gli anziani sono aumentati di 17.605 unità (+1,8%), arrivando al 22,5% della popolazione, mentre i giovani sono cresciuti di 8.269 individui (+1,4%). Parte dell’incremento degli anziani si concentra poi sui grandi anziani (di 80 anni e più), che aumentano nel corso dell’anno del 2%, arrivando al 7,2% dell’intera popolazione. Di questi circa 2 su 3 sono femmine.
I differenti andamenti nelle diverse fasce di età portano a un incremento dell’indice di dipendenza, il rapporto cioè tra chi è in età “non lavorativa” (ha cioè meno di 15 anni o più di 64) e chi è in età “lavorativa “(tra i 15 e i 64 anni). Questo indice continua ad aumentare passando dal 50,6 del 2001 al 56,1 di quest’anno.
Per quanto riguarda i cittadini stranieri, i residenti al primo gennaio 2012 sono a 530.015 (pari all’11,89% del totale) e in aumento di 29.430 unità in un anno (5,9%). L’età media degli stranieri residenti in regione è di quasi 32 anni, contro i 45,1 della popolazione complessiva . Il 90% degli stranieri ha meno di 52 anni, circa il 2,3% ha più di 65 anni e il 24% è minorenne. Le donne rappresentano il 51,47% del totale.
In termini di cittadinanze, le comunità più rappresentate a livello regionale sono quella marocchina (73.318 residenti, +3,9% rispetto allo scorso anno), rumena (72.720, +10,1%), albanese (62.642, +3,2%), moldava (30.686, +10,4%) e ucraina (29.224, +6,2%). Le prime 5 cittadinanze coprono il 50,7% degli stranieri residenti in Emilia-Romagna.
Al di là delle cittadinanze marocchina, rumena e albanese diffuse su tutto il territorio regionale, alcune province si caratterizzano maggiormente per la presenza di talune cittadinanze: a Parma e a Bologna la moldava, a Piacenza la macedone, a Reggio Emilia l’indiana, a Modena la ghanese, a Ferrara e a Rimini l’ucraina, a Ravenna la senegalese e a Forlì-Cesena la cinese.
La rilevazione della Regione è frutto della stretta collaborazione con gli uffici di statistica o delle politiche sociali delle province e dei comuni e si è in parte sovrapposta alle operazione censuarie. I risultati elaborati dalla Regione e quelli del censimento differiscono per le diverse modalità di acquisizione e trattamento delle informazioni.
In allegato i dati di analisi territoriale e grafici con dati di dettaglio. Tutti i dati sono consultabili sul portale della statistica.
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Analisi territoriale
L’incremento maggiore di popolazione rispetto all’anno precedente si è registrato nella provincia di Rimini (+0,86%), mentre la provincia di Ferrara è l’unica in cui si sia registrato un decremento (-0,1%).
La provincia più giovane dell’Emilia-Romagna è Reggio Emilia, con il 15,25% della popolazione sotto i 15 anni e poco meno del 20% anziana: il suo indice di vecchiaia è pari a 130 (1,3 anziani per ogni giovane).
Ferrara risulta, invece, la provincia più vecchia. Solo il 11,1% della popolazione ha un’età inferiore a 15 anni, mentre il 25,8% è anziana. L’indice di vecchiaia è 233, pari quindi a 2,3 anziani per giovane (a fronte di una media regionale di circa 1,7 anziani per giovane di età tra 0 e 14 anni).
L’aumento della popolazione non riguarda tutte le fasce di età, infatti, rispetto all’ultimo decennio, a livello regionale la popolazione di età compresa tra i 15 e i 39 anni è diminuita di circa 63mila unità mentre è aumentata nelle altre fasce di età. Solo le province di Reggio Emilia e di Rimini fanno registrare in tale periodo un aumento (rispettivamente +0,5% e +0,2%) della popolazione nella fascia dei 15-39-enni, mentre tra tutte le altre province con dato negativo, Ferrara, con -14,3%, è quella col calo maggiore in questa classe di età.
Sempre nell’ultimo decennio, la popolazione è aumentata del 10,5% e in termini di distribuzione territoriale cresce sia quella residente in pianura (+11,3%) sia in collina (+9,7%) sia in montagna (+2,9%); l’aumento relativo alla montagna è da attribuire prevalentemente alla forte crescita delle popolazioni montane del bolognese (+6,7%) e del modenese (+5,6%), mentre nel piacentino (-13,7%), nel parmense (-5,6%) e nella provincia di Forlì-Cesena (-1,4%) persiste la tendenza alla diminuzione.
Nel corso dell’ultimo anno continua il trend positivo, anche se più contenuto, delle popolazione residenti in pianura (+0,66%) e in collina (+0,64%) mentre tende a calare la popolazione residente in montagna (-0,42%) un po’ in tutto il territorio regionale.Gli aumenti più consistenti della popolazione straniera nell’ultimo anno si sono registrati - in valore assoluto - nelle province di Bologna (+6.889 unità), Modena (+5.013) , Parma (+3.278) e Reggio Emilia (+3.164) mentre, in termini percentuali, la crescita è stata maggiore nelle province di Bologna (+6,7%), Ferrara (+6,5%) e Forlì-Cesena (+6,3%). Incidenze di cittadini stranieri sulla popolazione complessiva più elevate della media regionale si riscontrano nelle province di Piacenza (14,1%), Reggio Emilia (13,6%), Modena (13,4%) e Parma (13,1%).
Dall’analisi a livello territoriale emerge come gli stranieri, similmente alla popolazione complessiva, si stabiliscano (per il 70% circa) soprattutto in pianura (dove rappresentano il 12,2% di tutta la popolazione) e in collina (per il 27% con un’incidenza dell’11,6%), pur mantenendo una certa presenza anche in montagna (incidenza del 9,6%). L’aumento dei cittadini stranieri rispetto allo scorso anno è più evidente in collina (+6,3%) rispetto alla pianura (+5,8%) o alla montagna (+3,9%).
Il numero delle residenti straniere supera quello dei maschi stranieri in tutte le province ad esclusione di quella di Piacenza, dove il tasso di mascolinità (cioè il rapporto tra maschi e femmine) è pari a 100,5. Invece la provincia in cui il rapporto di mascolinità degli stranieri è più basso è Ferrara (79,1 maschi ogni 100 femmine).
Popolazione residente per provincia e sesso
Popolazione per provincia, età, residenza