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“La prèssia e la felicità”- Interesse e apprezzamento per Stefano Bartolini

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Un momento della serata

Un sunto dell'intervento di Stefano Bartolini

Istruttivo

In un momento di crisi mondiale, qui aggravata dal debito e dal terremoto, è importante domandarsi in che direzione ripartire. Inseguendo i soldi come prima e andando ancora più in fretta? Consolandosi con chi la pensa alla stessa maniera nei luoghi dove andiamo di solito per fede ideologica o religiosa? E’ tempo di svoltare e un bel gruppo di persone ha rinunciato ai rituali serali per partecipare a un momento di riflessione venerdì 8 giugno nella sala del Consiglio di Castelnovo né Monti dove Stefano Bartolini dell’Università di Siena ha sintetizzato ampie rilevazioni e analisi sullo stile di vita di chi sta meglio al mondo e sugli effetti per la felicità.

Confronto

Lo studioso del mercato e della società ha descritto i fatti in modo incisivo e il suo timbro toscano ha contribuito a rendere gradevole l’ascolto. Noi europei abbiamo inseguito il modello americano con tutte le forze e abbiamo raggiunto un livello di benessere materiale simile, ma per fortuna non siamo diventati altrettanto soli e ossessionati. Le relazioni sociali in Europa e in Italia non sono state così sacrificate come negli USA, in particolare sono rimaste più vive nei centri medi e piccoli. Si può condividere questa constatazione stando a Castelnovo, però è vero che la montagna ha perduto un bel pezzo di società nei paesi svuotati e che gli abitanti dei centri se ne fregano avendo in funzione bar, bottega, scuola, oratorio e altri servizi. Poi c’è da dire che in Italia la famiglia ha preso una botta più pesante che in altri Paesi europei ed è solo attenuata se i genitori sono vicini.

Incrocio

Bartolini ha tenuto l’attenzione facendo vedere come negli USA c’è stato l’andamento inverso tra il crescere della ricchezza in 50 anni e il precipitare della soddisfazione nelle persone con tutte le ripercussioni delle cadute rovinose. Le rilevazioni hanno misurato il grado più elevato di diffusione delle malattie mentali e tossicodipendenze, le maggiori percentuali di carcerati (2.000.000 contro i 70.000 inItalia), una quota enorme di addetti in attività di controllo sociale (1 persona su 4), la solitudine riempita aumentando le ore di lavoro (più degli europei), i corpi ingozzati di dolci e grassi fino a gonfiare i piccoli con la diffusione dell’obesità irreversibile e altre infelicità. Il libretto di Bartolini, Manifesto per la felicità - editore Donzelli, riporta i rilievi, le spiegazioni e gli autori.

Bisogno

Non è che i soldi fanno schifo, sono indispensabili per soddisfare esigenze reali. Poi ci picchiano addosso i desideri stimolati dalla scienza del marketing che riescono a raggiungere una precisione inesorabile. Mirano con la pubblicità, inseguono con la promozione per catturare nel momento giusto ben conoscendo i punti deboli e i passaggi obbligati. Il marketing è una disciplina militare applicata nel sistema economico e la giusta traduzione del termine è “tiro al bersaglio”. La pressione pubblicitaria sull’uomo americano è 4 volte quella rivolta all’europeo, che non è poca. Da noi è stata esasperata da molta TV commerciale e dalla mancanza di educazione (vedi il cibo).

Crescita

Con il declino della felicità, tutti i modi per cercare di compensare il disagio fanno crescere le attività produttive. Infatti, se la vita collettiva, il cortile, la piazza, le relazioni danno delle risposte gratuite, la vita isolata e la soddisfazione individuale richiedono di spendere più tempo per fare più soldi, per fare più acquisti. Dagli oggetti per distinguersi alle medicine, ai servizi di cura e dopo essersi rinchiusi nel lavoro sono necessari i viaggi, i giochi, le altre forme di evasione. Perciò sono stati investiti ingenti mezzi per provocare situazioni di crisi e stimolare il dinamismo economico. Sia il degrado individuale, sia quello ambientale provocano più spese che alimentano la crescita.

Armamentario

Il faro dei pubblicitari non è fornire informazioni sui prodotti, ma creare associazioni tra prodotti ed emozioni. La pubblicità per funzionare deve richiamare qualcosa di diverso dal prodotto e le parole d’ordine sono amore, sicurezza, successo, cioè beni immateriali da sostituire a quelli gratuiti che vengono a mancare. Per ricreare l’inclusione sociale, ovvero il benessere, compriamo qualcosa che dia un’identità, «compro, dunque sono», siamo ciò che vestiamo, che mangiamo, che guidiamo, ecc. Un grande esperto di pubblicità ha idee precise e dichiara: “Ci sono posti dove la gente si rifugia dalle preoccupazioni quotidiane. Dove le loro difese sono abbassate. Qui la loro mente è malleabile come un budino. Questo è il momento perfetto per sbattergli il tuo prodotto in faccia”. Ma non basta, il marketing invade la sfera affettiva, adopera l’amicizia tra i giovani, paga la gente che fa tendenza, guarda a quello che accade dentro al cervello, siamo arrivati al marketing virale e al neuro marketing. Ma la crescita può cessare di esistere e ciò è avvenuto.

Crisi

E’ finita un’epoca dell’umanità iniziata nel nord dell’Occidente con la rivoluzione industriale dell’800, proseguita nel ‘900 con la storica impennata del consumo di energia fossile, tirata avanti nell’ultimo ventennio dei trucchi della finanza in cui l’Italia ha aggiunto l’indebitamento maggiore e il consumo senza limitazioni della poca superficie agricola. Adesso la riserva di popolazione contadina è scesa sotto i livelli della Germania che ci fornisce pure da mangiare. Abbiamo sprecato la risorsa non riproducibile che molte generazioni avevano ricavato da paludi, montagne ed è calata la ricchezza che viene prodotta lavorando in fabbrica. Nell’imitazione dello stile di vita americano ci siamo sbilanciati e la maggiore fragilità della famiglia provoca il calo di popolazione (senza contare gli immigrati) con conseguenti tagli su pensioni, sanità e apparati pubblici.

Umanità

Non c’è più il popolo di una volta capace di rimboccarsi le maniche e di fare tutto partendo dal niente. La scuola ha lavorato in profondità per cauterizzare fin da piccoli le capacità istintive dello spirito di sopravvivenza e le paure dei genitori accentuano la castrazione. Eliminando l’esperienza pratica non si coltiva la capacità d’inventiva e la pubblicità mira sui più giovani per determinare i comportamenti futuri. Per queste ragioni oggi la crisi è più difficile da superare rispetto al 1929, nonostante la presenza tanto più grande di scolarizzazione, mezzi tecnici e innovazioni importanti.

Poteri

La classe dirigente rimane abbarbicata ai vecchi arnesi ed entrambe le aree di pensiero si trovano superate dagli eventi. A destra si pensa che il sistema occidentale dell’economia di mercato sia imbattibile e vada sempre bene. A sinistra si è preoccupati di distinguere chi sta peggio per dedicare a questi la predicazione. In verità, dopo il fallimento del sistema statalista nel 1989 l’economia di mercato è andata a sbattere contro la saturazione e ora ogni Paese industriale è condizionato dai limiti nella disponibilità di energia, di risorse materiali e mentali. Dobbiamo fare i conti con il cambiamento in profondità e lo schema superato del battibecco tra destra e sinistra ci distoglie dalla realtà, ovvero dal fatto che il consumismo penalizza tutti in termini fisici e psichici.

Possibilità

La nostra comunità può rifiorire aprendosi e sarebbero sintomi positivi se si torna a consumare per il contenuto, a preferire l’utilitaria, a costruire per abbassare impieghi di energia e recinti, ad avere più cortili e spazi comuni, aprire porte non blindate, tenere rapporti non conflittuali, azioni dirette e non rinviate all’ente o a qualcun’altro. E’ anche l’ora di calare le finzioni pubbliche come l’ingaggio del ‘guru’per il giro stretto degli amici, il paesaggismo con le opere faraoniche e sbagliate, l’ambientalismo dei diritti per il cane e per la gazza, con troppi ‘dritti’ siamo tutti fritti.

Enrico Bussi

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