La seconda scuola internazionale estiva di Reggio Children nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha terminato i suoi lavori sul crinale. La delegazione di quarantuno insegnanti giunti in Italia da quindici Paesi proseguirà il corso, ancora per una settimana, a Reggio Emilia nel centro internazionale ‘Malaguzzi’.
A salutare gli ospiti con un caloroso arrivederci è stato Giorgio Pregheffi, sindaco di Ligonchio: “Grazie a voi mi sono sentito cittadino del mondo e questa esperienza è stata un arricchimento culturale per la nostra comunità. Il mio ringraziamento va anche a Reggio Children che ha scelto Ligonchio come sede della Summer School e ha accompagnato il vostro percorso con la sua professionalità e la sua competenza. Ci lasciate ma restate nei nostri cuori, ci mancherete e spero proprio che vi saranno altre occasioni per accogliervi, magari con le vostre famiglie e i vostri amici».
Quest’esperienza si chiude sicuramente con un bilancio positivo, sia per gli ospiti internazionali, sia per gli operatori turistici del Parco Nazionale che, come lo scorso anno, non possono che essere soddisfatti.
«Anche quest’anno – racconta Emilia Paoli dell’Agriturismo 25 di Casalino – ho avuto modo di familiarizzare con le mie ospiti, nove insegnanti provenienti da Australia, Nuova Zelanda e Colombia. Persone aperte e disponibili, con cui abbiamo condiviso consuetudini e scambiato consigli di cucina».
«Mi ha colpito molto l’ospitalità e l’attenzione delle persone che ho conosciuto in Appennino – ha spiegato Christine Celada, australiana, ospite dell’Agriturismo 25 di Casalino – Erano già diversi anni che con le mie colleghe parlavano dell’opportunità di frequentare un corso di Reggio Children. Per me è stata un’esperienza al disopra delle aspettative. Le persone che vivono in questi piccoli paesi di montagna mi sono sembrate molto aperte e disponibili, proprio come se volessero l’isolamento e la solitudine che qui si può provare in certi momenti».
Le giovani insegnati russe, per la prima volta in Italia, salutano con molta emozione. Le difficoltà della lingua – ci fanno capire – non hanno consentito di approfondire i rapporti, ma la fascinazione dei luoghi e il calore che le ha accolte sarà motivo di ritorno in Appennino. A suggellare il legame: una bottiglia di vodka scambiata con una di lambrusco.
Anche quest’esperienza non fa che confermare, quindi, come l’Atelier ‘Di onda in onda’ e l’impegno di Reggio Children rappresentino, per il Parco Nazionale e il suo territorio, una grande opportunità per intercettare un turismo sensibile ai tempi della natura e della cultura.