Il Comune di Villa Minozzo, guidato dal “reprobo” del Pd Luigi Fiocchi, sempre più spesso lamenta una carenza di attenzione da parte della grande maggioranza degli altri enti della nostra montagna, che a parte Viano e l’altra più recente “eccezione” Collagna, sono tutti guidati dal centrosinistra.
La Comunità montana, che li rappresenta (o, ormai, dovrebbe rappresentarli, dato che questa sua funzione è sempre più debole e “terminale”) tutti, si trova di frequente al centro degli strali anche sulle poche cose di coordinamento che continua a fare. Come, ultimo caso, la raccolta delle varie manifestazioni in programma per l’estate in tutti gli angoli del nostro Appennino per proporre un depliant organico, ordinato e unificato da presentare al turista.
Quando viene a mancare la solidarietà tra gli enti, quando subentrano, a torto o ragione, sfiducia, diffidenza, tentazione di isolarsi e fare da sé, significa che qualcosa si è inceppato, nel profondo. Dato il ristretto ambito territoriale al quale ci riferiamo, la montagna reggiana, in cui tutti gli amministratori si conoscono e dovrebbe esistere perlopiù tra loro un rapporto personale di amicizia, al di là delle ragioni di schieramento, da finalizzare al bene collettivo, questa piega che sta prendendo la politica nostrana renderà tutto ancora più difficile. Dell’aiuto vicendevole, di parlarci, di confrontarci, tutti abbiamo bisogno. Così facciamo davvero le piccole patrie. C’era una volta, in tutt’altro contesto, la Repubblica di Montefiorino… Ma chi ha maggiori responsabilità di governo e rappresentatività, se vuole, batta un colpo e non lasci andare le cose come vanno. Per di più in un frangente come quello che stiamo vivendo.
Questo è il risultato della sempre maggior crisi di rappresentanza e di idee del partito di maggioranza. Non esiste più un disegno organico e complessivo su cosa occorra fare, come lo è stato in passato (nel bene e anche qualche volta nel male). Se i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli di questo territorio diventano i trombettieri delle magnifiche e progressive sorti dell’economia liberista di mercato favoleggiando di improbabili opportunità, colpevolmente dimentichi dei sacrifici e dello spirito di forte coesione comunitaria che ha permesso a queste terre di fare un salto di qualità in pochi anni, la disgregazione e l’individualismo (anche amministrativo) diverranno come sta già accadendo la regola e così facendo si apriranno porte e finestre alla catastrofe sociale. Adagiarsi al pensiero dominante pensando con questo di essere moderni e all’avanguardia mi pare davvero operazione piccola piccola, tanto più quando alle spalle hai un territorio con tante debolezze. Serve a mio parere un nuovo spirito pubblico da trasmettere alle nuove generazioni, una nuova classe dirigente ed idee e progetti concreti che non abbiano paura di rivoluzionare il nostro attuale modo di vivere e quello che più conta mettere in discussione tanti interessi consolidati.
(Luigi Bizzarri)
Non sono sicuro di avere colto il senso dell’intervento di Luigi Bizzarri, credo invece di avere compreso, non senza un certo stupore, l’atteggiamento della redazione di Redacon, che dopo il vagamente sallustiano “Il turismo è mio e me lo gestisco io”, di un paio di giorni fa, oggi esprime un nuovo, malcelato affondo ad un sindaco ed un’amministrazione che, in completa autonomia e nel totale rispetto del mandato istituzionale che riveste, fa il suo lavoro: delle scelte. Singolare che l’attenzione sia scrupolosissima quando si tratta di postare un commento: nome, cognome e indirizzo di mail. Il commento verrà moderato, talvolta verrà verificata l’esistenza della mail mittente, poi dopo qualche ora o un paio di giorni verrà pubblicato.
Chi parla invece di “piccole patrie” suggerisce rapporti di amicizia tra i sindaci dei comuni e si abbandona a qualche rimprovero (più che legittimo, ci mancherebbe!) ad un’amministrazione e al suo operato sceglie l’assoluto anonimato e la prima pagina! Che non siate una testata giornalistica ce lo avete detto a più riprese, non siete un forum, non siete un’agenzia stampa… a me dev’essere sfuggito cosa siete! Questa è la critica piuttosto severa che vi faccio.
Nel merito dei contenuti, mi unisco alla parte che ho compreso dell’intervento di Bizzarri: la credibilità e la coesione del partito di maggioranza e, forse di conseguenza, delle istituzioni da esso presiedute, è, mai come in questo momento, sul banco degli imputati.
Chi conosce la storia di “Sì Uniti” a Villa Minozzo sa bene che non è l’ultimo capriccio di un sindaco e chi ha sentito parlare delle comunali di Parma sa bene che non è una “bolla” locale. Si parla di sprechi di denaro, efficienza, meritocrazia, rappresentanza popolare, consenso e soprattutto credibilità. A Villa, nei cinque anni del nostro mandato, abbiamo scelto di ricercare le soluzioni che ci sembrano migliori, talvolta sacrificando il “politically correct”, per esprimere la nostra opinione senza interferenze. Ancora una volta, grazie al cielo, saranno i cittadini a giudicare.
(Davide Marazzi)
—–
Pensiamo che qualcosa del nostro appunto forse le sia sfuggito. Rilegga meglio l’ultima parte. Circa invece la questione della nostra identità: siamo testata giornalistica. Quando e dove avremmo mai detto a più riprese il contrario? Siamo registrati al Tribunale di Reggio Emilia al n. 787 in data 12 marzo 1991, abbiamo un direttore responsabile e un editore (veda la pagina http://www.redacon.it/redacon). Questo per rispondere alla critica severa che ci fa.
(red)
Nel mio post mi interessavo di porre in rilievo, al di là del caso in questione e delle opinioni della redazione espresse nella chiusa dell’articolo, due riflessioni:
1) una fortissima crisi di rappresentanza del Pd che non riesce ad avere (l’ha mai avuta?) una visione unitaria delle problematiche della montagna lasciando così campo ad iniziative locali che pur importanti alla fine se restano tali diventano paradossalmente controproducenti. Infatti solo con una politica di ambito più vasto della semplice unità territoriale rappresentata da un Comune (per di più di montagna) che abbandoni l’orizzonte del piccolo recinto si può pensare di avere qualche chanches di rimonta da una china che inesorabilmente giorno dopo giorno ci trascina verso lidi di abbandono e depauperazione;
2) a fronte di questa esigenza oggi inevasa, assistiamo alla completa sudditanza della rappresentanza istituzionale ad ogni livello di questo territtorio alle logiche perverse di mercato (la vicenda Iren in paricolare) ma anche ad una totale mancanza di innovazione con l’adagiarsi al peggior status quo. C’è invece bisogno, a mio parere, di un rilancio del Bene Pubblico che eviti sprechi e diseconomie, c’è necessità di politiche innovative nel campo energetico e ambientale, nell’approntare misure che favoriscano un rilancio dell’agricoltura per ridare vita a borghi, recuperati sì, ma vivi di fatto un mese all’anno. Queste alcune sfide che l’attuale partito di maggioranza relativa ma più in generale la politica così come l’abbiamo conosciuta non riesce più ad affrontare.
(Luigi Bizzarri)
Se continuate a reprimere l’escursionismo, lo scialpinismo e l’alpinismo vedrete quanti turisti in meno verranno dalle vostre parti.
(Daniele Di Stasi)