Nella prima uscita abbiamo fissato i nostri obiettivi, nella seconda pianificato il nostro percorso, oggi cercheremo di fissare la terza regola: metodo e disciplina.
Uno degli errori più comuni ma anche dei più gravi che riscontro negli investitori è farsi portare dall’emotività anziché dalla ragione. Guardiamo il grafico della cosiddetta “curva emozionale” e proviamo a specchiarci negli stili comportamentali evidenziati.
Sappiamo che il mercato costantemente mostra alti e bassi, anzi più che mai negli ultimi anni ci è sembrato di muoverci sulle montagne russe (quante volte abbiamo sentito parlare di volatilità? ).
Sappiamo che i grandi investitori spostano volumi importanti (anche utilizzando strumenti complessi ed a leva come i derivati), determinando forti oscillazioni sul mercato (in sostanza la speculazione guida spesso gli scambi). D’altra parte come potremmo altrimenti spiegarci oscillazioni di diversi punti percentuali di guadagno un giorno e di perdita il giorno dopo o viceversa sullo stesso titolo o sugli indici se non con comportamenti speculativi e/o condotti dall’emotività (sia di panico che di euforia)?
Pensiamo che il Dow Jones, l’indice più importante e normalmente più stabile che spesso è di riferimento per i mercati globali, nei periodi di massima turbolenza ha sfiorato un calo del 10% in pochi minuti! Pazzesco ma è successo!
In questi anni abbiamo visto bruciare miliardi di capitalizzazione in poche sedute e molti investitori sono stati travolti dal panico ed hanno visto vanificare in poco tempo i sacrifici di molti anni. Se vogliamo che questo non accada anche a noi dobbiamo guidare il nostro cammino con metodo e disciplina e mai con l’emotività.
Per capirci meglio andiamo ad analizzare i comportamenti sulla curva emozionale che rispecchia in modo fedele quello che realmente accade nella realtà. Il mercato sale ma quasi non ce ne accorgiamo e soprattutto non ci fidiamo perché noi o tanti che conosciamo sono rimasti pesantemente scottati. Piano piano però il clima si rasserena, il peggio sembra alle spalle, migliora il cosiddetto sentiment di mercato e gli indici continuano a salire. Il parco buoi (come viene volgarmente chiamato) incomincia ad eccitarsi, forse potrei investire qualcosa anch’io, l’eccitazione diventa euforia, guadagnare è facile basta comprare (pensiamo alla bolla tecnologica nel 2000 quando un titolo come Tiscali è arrivato in poco tempo ad una capitalizzazione di borsa superiore alla Fiat ed era sostanzialmente un semplice provider internet). Non posso perdere l’occasione, compro anch’io.
Quando la signora della porta accanto, persona degnissima ma priva di cultura finanziaria, intanto che va a comprare il pane consiglia all'amica casalinga di comprare azioni perché ha fatto un affare, se Voi ne avete ancora in portafoglio correte a vendere perché presumibilmente siamo al cosiddetto “point of maximun financial risk” ovvero punto di massimo rischio finanziario.
I grandi investitori hanno alimentato il fuoco e rosolato a dovere la loro carne ed incominciamo a gustarsela, il fuoco piano piano si raffredda perché il combustibile “vero” comincia a scemare ma per il parco buoi è ancora tempo di affari. Gli indici scendono, faccio media, l’ho comprato a 10, a 9 è di sicuro un affare. Il prezzo scende va ad 8. Sono preoccupato. E adesso? Non so cosa fare e sto alla finestra. Scende ancora 7/6. Panico, vendo per salvare qualcosa e qui siamo al “point of maximun financial opportunity" ovvero punto di massima opportunità finanziaria.
Ci direte. Facile dirlo così. Eppure credete è quello che succede da decenni sui mercati di tutto il mondo. Certo nè chi scrive, ne peniamo altri, potranno dirvi qual è il punto massimo e quale il punto minimo ma l’esperienza insegna che i momenti di entusiasmo sono i migliori per vendere e quelli del panico i migliori per comprare.
Una massima di Franklin Templeton che è riconosciuto come uno dei guru della finanza globale dice: "i mercati 'toro' nascono dal pessimismo, crescono con lo scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono sull’euforia. Il periodo di massimo pessimismo è il migliore per comprare , e il periodo di di massimo ottimismo è il migliore per vendere".
Metodo e disciplina dunque. Abbiamo fissato la nostra meta,. Pianificato il nostro cammino, con metodo e disciplina procediamo senza farci portare fuori strada dalla notizia del momento. In modo provocatorio potremmo dire di non ascoltare la notizia. Da anni pur seguendo la stampa finanziaria specializzata nemmeno noi siamo immuni da trasmissioni televisive dove si parla dello spread, piuttosto che del credit crunch o del deleveraging o di qualche altro accidente dal nome complicato.
Ebbene, se io non posso esimermi dal tenermi informato per il ruolo che ricopro, dico comunque basta con la cultura della cattiva notizia. Il nostro paese, la nostra vita ha bisogno di postività che non significa nascondersi i problemi ma significa far leva sulle migliori risorse, portare ad esempio i ritorni e gli esempi positivi affinché possano essere da traino. Facciamo vedere non solo le porcherie che infangano il mondo ma anche le bellezze, le qualità, la grandezza ed i valori che tanti uomini (e donne) hanno saputo esprimere e generare.
Nel prossimo capitolo proveremo a parlare di costruzione di portafoglio ma vi anticipiamo, una volta costruito nel modo più consapevole e ragionevole possibile, di godervi la vita, di fare una sana passeggiata , una cena in buona compagnia e di non farvi rovinare il fegato ed il vostro portafoglio dalle paure (spesso sapientemente alimentate). Scegliete qualità (e credete in mezzo a tanto marciume comunque non manca) e vivete sereni le vostre scelte che non significa fregarsene se le cose non vanno bene ma significa credere nella bontà delle nostre scelte a prescindere da un momento sfavorevole che sempre prima o dopo incontreremo ma non ci deve distogliere dal nostro obiettivo finale.
Quando parleremo di asset allocation strategica e tattica capiremo meglio questa impostazione.
(Franco Quaretti)