Ancora una volta la cura e la passione di un cittadino arricchisce il territorio di nuova memoria.
Primo Rinaldi del Faeto di Casina ha raccolto e conservato con cura gli oggetti “di una volta” d’uso familiare e quotidiano che i genitori e poi lui stesso hanno costruito o comprato per le necessità della casa come del lavoro: dalle formine per il formaggio alla pialla ai trapani al… rocchetto del filo. Ed ora perfettamente riordinati nella vecchia stalla, con il nome in dialetto e la destinazione ben indicati, sono a disposizione di chi vuole ricordare o capire la vita di un tempo sui nostri monti.
Inaugurato domenica dal sindaco Gianfranco Rinaldi, dall’assessore Silvano Domenichini in rappresentanza anche della Coldiretti e dalla signora Giovannina Landi sempre partecipe alla vita della sua borgata di origine è ora aperto a chi passando bussi alla porta di Primo.
“Primo Rinaldi, da sempre memoria e narrazione della vita del borgo di Cortogno, illustrerà volentieri usi e costumi di un tempo, vicende di chi si è distinto nel quotidiano - sollecita con sicurezza l’assessore alla cultura e alla promozione del territorio Giovanna Caroli - Il museo delle cose di una volta, una denominazione che la dice lunga sull’attenzione di Primo, si trova sul sentiero che porta a Vercallo arricchisce un territorio dalle molte offerte: da una splendida vista sulla pianura padana da un lato alla corona dei monti dell’Appennino dall’altro, dall’oratorio S. Lucia alle case in sasso, dal formaggio della latteria di Cortogno al pecorino de La Maestà. Per non dire della corte di Monchio dei Ferri o della non lontana Bergogno”.
L’inaugurazione è avvenuta in occasione della tradizionale Fiera del Faeto: “La manifestazione organizzata dalla Pro loco Cortogno ha portato, nonostante il forte vento che spirava a Faeto centinaia di visitatori a dimostrazione dell'apprezzamento che la gente riscopre ancora oggi per queste attrezzature usate dai nostri avi” sottolinea l’assessore Domenichini.