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Ieri l'altro, nella piccola chiesa di Colombaia di Carpineti, i martiri Afro Rossi e Giovanni Munarini sono tornati in mezzo a noi. In una bella e tiepida domenica di primavera, Afro e Giovanni sono stati solennemente ricordati nel 57esimo anniversario della strage della Colombaia. Era come se aleggiassero nell’aria quelle commoventi parole riportate nel santino funebre delle esequie del 1955, quando oltre 15mila persone, tra le quali moltissime personalità nazionali come Mariano Rumor, si recarono a Casina per partecipare alla cerimonia in ricordo dei due eroi caduti per la libertà: “Ti hanno voluto morto e sei ancora più vivo, ti hanno assassinato nella notte e sei diventato un faro, ti hanno sparato come ad un nemico e hai affratellato i veri italiani…”.
L’assassino, Guerrino Costi, ha pagato con ventotto anni di carcere, pensava con questo crimine di dimostrare l’egemonia del potere comunista dell’epoca; ottenne invece l’esatto effetto contrario. In tanti, ancora oggi, considerano queste cerimonie come di parte, veniamo criticati per il nostro impegno, per il nostro desiderio di ridare giustizia e dignità a persone dimenticate dalla storia. Chiediamo non vengano trascurati fatti tragici cancellati o tenuti distanti dalla memoria. Vorremmo ci fosse maggiore onestà intellettuale ed unità di intenti da parte di tutti, sono passati tanti anni, è nostro dovere far emergere il vero volto della storia, rendendo omaggio a tutte le vittime innocenti.
In pochi ricordano che a Colombaia di Carpineti, il 26 marzo 1955, a dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale, due esponenti della Coldiretti vennero vigliaccamente assassinati da un fanatico partigiano comunista, che sparò loro alle spalle mentre si trovavano inermi ed indifesi all’incontro organizzato dall’associazione per festeggiare una loro vittoria. L’assassino ferì con un’arma da guerra anche altri due uomini (Gandini e Longagnani); si dice che l’attentato fosse stato organizzato la sera prima e che vi dovessero partecipare altri tre uomini, ritiratisi poi all’ultimo momento.
Vorremmo che questo tragico evento venisse ricordato anche nelle scuole dell’Appennino, le nostre terre sono particolarmente coinvolte da questo dramma e da tanti altri fatti simili a questo. Molti studenti hanno sentito parlare in casa, da genitori e nonni, dei fatti di Colombaia, ma non in sede scolastica. Mi appello a tutti i presidi affinché le cose cambino. E’ solo grazie all’iniziativa degli amici e dei famigliari delle vittime che ieri i nostri martiri sono tornati protagonisti, ricordati nell’anniversario della loro morte.
(Fabio Filippi)