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Piccoli “vandali” hanno rischiato la vita

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Tra i danneggiamenti dei giovani anche la penna del monumento (in marmo) all'Alpino, in centro paese

Atti di vandalismo che avrebbero potuto avere anche gravi conseguenze per gli stessi piccoli protagonisti. Contatori della corrente danneggiati, sassi nei tubi delle marmitte delle auto in parcheggio, l’ennesima (almeno terza) rottura della penna al monumento dell’alpino accanto alle scuole elementari, sporcizia nei pressi della palestra, danneggiamenti a proprietà e beni comunali (cassonetti) e di privati (con rotture dei vetri di case vuote). Nessuno ha voluto sporgere querele o notifiche intuendo la complessità del problema e la minore età dei responsabili. Solo il proprietario di una recinzione in legno ha sporto denuncia.

Quanto basta, comunque, per far svolgere le indagini alla polizia municipale e vedere attuare una delicata operazione da parte dell’amministrazione comunale vettese che ha chiamato a raccolta i genitori degli alunni della scuola media e 3°, 4°, 5° elementare.

Atti di vandalismo, in paese, avvenivano da circa un anno e mezzo. Così, il 10 marzo scorso il sindaco Sara Garofani con una lettera ha invitato i genitori degli alunni a un incontro in sala polivalente “a seguito di numerose segnalazioni di privati cittadini e del corpo di polizia municipale a Vetto circa danneggiamenti a pubbliche strutture presenti a Vetto capoluogo, considerato che tra i responsabili ci sono alunni della scuola media e delle classi 3°, 4°, 5° elementare”.

L’incontro, affollato da una quarantina di persone, si è svolto lo scorso venerdì alla presenza, oltre che dei papà e dalle mamme, del sindaco, della polizia municipale e dell’assistente sociale. Scopo della riunione informare i genitori su quanto andava accadendo, anche in via preventiva considerato che sono stati invitati anche i genitori dei bambini più piccoli, e trovare una soluzione.

“Una serata che giudico positiva – commenta Antonella, una mamma intervistata da Redacon – perché ci si è confrontati, anche partendo dalla delusione di chi ha ricevuto la lettera e si è sentito additato. Invece si era lì per trovare assieme una soluzione a questi fenomeni di baby teppismo”. Questi ultimi, infatti, sono per lo più avvenuti di pomeriggio, quando i genitori sono occupati al lavoro, ma anche perché non ci sono valide alternative al fare “gruppo” (branco) e dare sfogo alla noia. “Senza per questo togliere responsabilità a noi adulti. Anche se a Vetto – lamenta un altro genitore – non c’è il doposcuola, non c’è l’attività in parrocchia… per fare sport chi vuole si organizza a portare i bambini spesso a Castelnovo”.

Ed ecco la soluzione proposta: si insedierà a breve un tavolo di lavoro dove siederanno esponenti dell’amministrazione, dei genitori, della parrocchia e delle associazioni locali. A loro il compito di formulare proposte concrete per “impegnare i ragazzi ora alle prese con la noia” e “fare capire loro, in un ambiente sano, quale è la differenza tra il bene e il male”. Ciò non esclude che vi siano comunque azioni di confronto con le famiglie dove, con certezza, si sa essere maggiormente presente la problematica. Barbara spiega a Redacon: “I bambini rischiano di pagare un prezzo che non è loro. Aiutiamoli”.

(G.A.)

 

L'OPERA DANNEGGIATA

Un monumento di pregio di un artista locale

Non è la prima volta che il monumento all’Alpino di Vetto viene danneggiato. Inaugurato il 30 agosto del 1999 da Agostino Guazzetti, cantoniere comunale, è meta fissa ad ogni raduno degli alpini. E’ stato realizzato partendo da un blocco di marmo di Carrara del ragguardevole peso di 25 quintali. Ad opera finita il peso è “sceso a 15 quintali”, per due metri e venti di altezza. Quello che lo rende monumento con la ‘M’ maiuscola è l’animosità del milite raffigurato. Una curiosità: l’alpino, che ricorda tutte le penne nere della nostra montagna, è senza fucile, dotato di solo piccone, segno del nuovo ruolo che l’arma svolge già da molti anni in una Nazione di pace. Anche il bastone, però, venne danneggiato dai vandali.

4 COMMENTS

  1. Buongiorno, come componente del consiglio pastorale della parrocchia di Vetto tengo a precisare che l’attività di parrocchia esiste o meglio esisterebbe… Mi spiego meglio: i tentativi di fare aggregazione, in questi anni, sono stati ripetuti ma il riscontro è stato modestissimo. La parrocchia offre svaghi sani, spiritualità, metodi educativi di un certo tipo, non offre però emozioni forti…
    Abbiamo provato più volte a coinvolgere i genitori ma ormai si fatica ad avere i bambini anche per il catechismo in preparazione ai Sacramenti. Un esame di coscienza dobbiamo farlo tutti ma per primi i genitori: non può essere sempre colpa di qualcun altro…

    (Ivano Pioppi)

  2. Di fronte a simili situazioni cui da oltre un anno, così si legge, nessuno ha messo una “pezza” mi vien da pensare che stiamo un po’ tutti “rincoglionendo”. Dal famoso metodo “Montessori” dei nostri tempi… Due begli schiaffoni e in casa per una settimana e se la cosa si ripeteva quattro schiaffoni e in casa per due settimane… All’ultimo modello di cellulare a dei ragazzini… di acqua nè è passata sotto i ponti… Ma questi sono i frutti dello “scaricabarile”… A chi tocca educare i “propri” figli??!!!

    (Andrea Azzolini)

  3. Scorrendo l’articolo pare di capire che la causa, o almeno quella più importante, di questo disagio, sia da addebitare alla noia dei ragazzi. Io credo che la ragione sia da ricercare altrove. Più che un intervento a lenire la noia io consiglierei un progetto per far comprendere l’importanza del bene comune, di quanto la collettività possiede insieme, del rispetto delle regole democratiche e della responsabilità civica. Questo disagio deve, infatti, preoccupare per quanto tradisce di non risolto rispetto al sistema di valori che la nostra società è in grado di trasmettere e non per colpa delle famiglie. Si tratta, credo, di un fenomeno di bullismo che non può essere solo risolto con un’offerta di opportunità più o meno ludiche. Da quando i bambini di montagna, liberi e indipendenti, hanno bisogno che qualcuno organizzi anche il loro tempo libero?

    (Rosi Manari, responsabile dei progetti di Cittadinanza Attiva dell’Assemblea legislativa della Regione, membro dell’associazione Amanzio Fiorini)

  4. Alcune precisazioni in merito alla serata di venerdi’ 16 marzo. Il dibattito e’ stato molto acceso, in alcuni casi anche con toni molto forti e piu’ che di un confronto si e’ trattato di pareri
    personali spesso in disaccordo in merito alla lettera inviata dal comune ai genitori. Qualche genitore si e’ sentito offeso e ritiene che l’amministrazione dovesse fare colloqui privati con le famiglie dei ragazzi/e artefici di queste malefatte senza coinvolgere coloro che non hanno responsabilita’ di merito. Altri ritengono che i nomi dei colpevoli debbano essere pubblici per poter tutelare i propri figli, altri ancora sostengono che dal momento che questi episodi si protraggono da molto tempo si dovesse intervenire prima . Qualcuno ha espresso il parere che l’amministrazione anziche’ intervenire su questi fatti considerati “ragazzate” avrebbe problematiche ben piu’ gravi da gestire all’interno dell’amministrazione . Alla serata era presente anche qualche insegnante che ha appunto rimarcato la “gravita’” di questi fatti e l’importanza della collaborazione tra istituzioni e famiglie. Chi addossa la responsabilita’ di ad altri, parrocchia, scuola ecc dovrebbe prima di tutto mettere in discussione se stesso poiche’ l’educazione di base fatta di principi e morale aspetta alla famiglia poi deve essere certamente rafforzata dalla scuola e dalle altre isituzioni. Non credo sia una giustificazione dire che non c’e’ il doposcuola o l’oratorio non funziona. Ad inizio 2011 la scuola ha organizzato un incontro con le famiglie per informare che era disponibile ad inserire alcuni pomeriggi di rientro scolastico pomeridiano ed e’ stato consegnato un questionario con tre ipotesi di orario ad ogni famiglia con bambini da 1 a 9 anni. L’esito dei questionari e’ stato che la maggioranza delle famiglie non era interessata ai rientri pomeridiani. L’attivita’ di oratorio c’e’ stata per alcuni anni ma poi e’ andata via via scomparendo poiche’ la partecipazione dei bambini era quasi nulla.

    (Luigi)