Il Comitato Alta Val Secchia desidera intervenire nel merito della vicenda sollevata in questi giorni relativamente alla situazione della strada statale 63 e in particolare su quanto scritto nell'articolo apparso sul giornale L'Informazione di Reggio Emilia del 16 u.s.
Certamente è positiva la notizia della costituzione di un Comitato per la S.S. 63 che, come successe con la costituzione del comitato Alta Val Secchia, si propone di stimolare risposte adeguate a problemi che in questi anni non hanno trovato adeguata soluzione da chi amministrava.
Restiamo però perplessi, e non poco, sul sostegno repentino e sugli elogi per la costituzione di questo comitato da parte del Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli e, si legge, dei sindaci Govi, Marconi e Caccialupi.
Di tutt'altro tenore furono e tuttora sono le esternazioni che questi signori hanno sbandierato in tutte le occasioni e per anni, sull'opportunità di dar credito a un altro comitato, il nostro. Forse perché la S.S. 63 interessa Castelnovo ne' Monti e il loro versante.
Forse perché ponevamo il tema della Gatta-Pianello e della viabilità del versante destro del fiume Secchia e non erano gradite lamentele dei cittadini per il disinteresse verso la viabilità di questi territori (al riguardo basta percorrerle). Forse perché ci sono territori, cittadini e comitati di serie B che come tali pongono problemi di serie B ed altri territori, cittadini e comitati che nascono già di serie A che ovviamente pongono problemi di serie A.
Ora questi signori pensano che una critica sulla 63 sia pertinente e opportuna (questo, peraltro, lo pensiamo anche noi); ma perché quando essi o i loro partiti di riferimento amministravano ovunque (comuni, provincia, regione, stato) poco o nulla hanno ottenuto per dare risposta ai problemi di viabilità della montagna? Sorge il dubbio che per loro è più facile, ora che sono cambiati i colori del governo nazionale, accodarsi alle proteste della gente che risolverli quando potevano.
Polemiche a parte, noi che un Comitato già l'abbiamo formato e che è ancora combattivo e operativo, non possiamo che plaudire a questa nuova iniziativa e, se richiesto, siamo pronti a collaborare purché, ovviamente, si affrontino i temi della viabilità anche nei territori di serie B, cioè nella zona del destra Secchia. Temiamo però che una tale collaborazione farebbe rapidamente diminuire molti consensi e plausi altolocati al nascente comitato per la S.S. 63.
(Piero Ferrari, per il comitato "Alta Val Secchia" per lo sviluppo della montagna)
Gentile Ferrari, mi perdoni ma è ora di finirla con questa storia del tipo “la statale serve solo a quelli di Castelnovo, a noi serve la fondovalle Secchia”; oppure che gli amministratori vogliano privilegiare Castelnovo senza ragioni. Mi scusi, ma i vostri ragazzi da Villa Minozzo una volta finite le medie dove vanno a scuola, a Sassuolo? E se qualcuno sta male o ha bisogno dell’ospedale dove va, a Sassuolo? E a fare spese? E per molti servizi essenziali? Castelnovo è il polo di servizio della montagna, la statale 63 è l’arteria principale tra la città e il crinale. Poi questo non ne escluda altre, però sinceramente la storia che altri territori vengono penalizzati per favorire Castelnovo è trita e ritrita, e non realistica: se il crinale tiene è anche per il ruolo di Castelnovo e i suoi servizi.
(Commento firmato)
Statale 63 e fondovalle Secchia
Faccio riferimento all’articolo di Piero Ferrari, che condivido, e al “commento firmato” del 20/09. Il Comitato “Alta Val Secchia” non ha mai manifestato contrarietà alla statale 63 e alla sua razionalizzazione, se pure io personalmente ho grosse perplessità sul progetto predisposto dalla Provincia, in particolare nel tratto Busana-Nismozza-Acquabona.
Ben vengano tutte le nuove strade o le razionalizzazioni come per la SS 63 che danno un beneficio al nostro territorio. Ciò che il Comitato ha sempre sostenuto e sostiene è la dimenticanza degli enti superiori per il territorio della val Secchia, territorio decentrato, per quanto attiene la viabilità o quantomeno per un trattamento diverso rispetto all’altro versante, quello dell’Enza.
Anche la polemica di Castelnovo ne’ Monti, che l’anonimo commentatore definisce giustamente capitale della montagna, è da tempo superata. Nessuno lo smentisce, nessuno nega che i nostri figli non vanno a scuola a Sassuolo ma a C. Monti ed i ricoveri avvengono in quell’ospedale. Lo continueranno sempre a fare. La domanda però è ovvia: se la popolazione di questi comuni satelliti a Castelnovo continua così a diminuire per mancanza di quelle strutture essenziali per favorire un decoroso pendolarismo verso le zone produttive, la capitale ne avrà un beneficio sia nei citati servizi – ospedale e scuole – sia nel commercio? Ho sempre ritenuto che tutto ciò che è determinante per la sopravvivenza demografica dei comuni che circondano Castelnovo sia provvidenziale per Castelnovo stesso e che quegli amministratori dovrebbero sostenerlo. Infine credo che anche il Parco nazionale debba porsi il problema e la relativa soluzione: il presidente ha portato la sede in montagna, c’è un dispiegamento di fondi per progetti importanti che dovrebbero portare gente nel nostro bel territorio. Continueranno poi nel tempo a venire fin quassù con una viabilità simile? Saranno quindi soldi spesi bene?
(Ilio Franchi)
Caro Piero
Leggendo ieri un giornale noto stupito un titolo strano, “Comitato di serie A e comitato di serie B”$. Poi lo ricollego ad interventi passati su @CRedacon#C, ove personaggi più o meno noti scrivevano che si sentivano persone di serie B in quanto quelli di A vivevano a Castelnovo e che quelli di A vogliono che tutto RUOTI INTORNO A LORO. Mi sono stropicciato gli occhi, ma mi sono accorto che ero sveglio e che non era un SOGNO.
Vedi, Piero, qui non si tratta di A o di B, ma di serie Z; sì, perchè noi tutti siamo in serie Z, come viabilità intendo. Circa 10 giorni fa, parlando con un politico, mi sono accorto che era un po’ rigido sul mio/nostro comitato in quanto credeva che così facendo andava svilito TUTTO QUELLO CHE LA POLITICA AVEVA FATTO. L’ho ascoltato ma poi ho piantato un paletto irremovibile: tutti riconoscono che la montagna ha avuto il metano, i servizi, le scuole e tante altre cose ancora!!! Ma smettiamola di guardare sempre indietro, i cittadini sono stanchi e non vi negano quello che avete fatto. Il discosrso si è chiuso li, un saluto e ci siamo lasciati con un “alla prossima”.
Piero, questo è il punto: NOI guardiamo avanti, sicuri che il nostro problema “VIARIO” è grave. Parliamo di SICUREZZA, di SVILUPPO e, aggiungo, va risolto per non MORIRE!!!
Ti lascio con una preghiera, smattiamola di sentirci di A di B ma pensiamo che siamo alla Z e che c’è tanto da fare; facciamo sentire la nostra voce, UNITI SI VINCE, e noi saremo ben felici di parlare di viabilità in generale.
(Roberto Malvolti, promotore comitato SS 63)
Il dito nella piaga
Bravo Piero, hai messo il dito nella piaga. Egregio “commentatore firmato”, che chiaramente si capisce “chi è”, non è forse vero che il capoluogo montano ha svuotato il crinale? Chi negli anni passati ha investito su abitazioni dove ha comprato casa? Forse anche perchè i piani regolatori del crinale sono scandalosi. E perchè il nuovo PSC di C. Monti prevede un numero elevatissimo di nuove costruzioni? E perchè il comune di C. Monti, una volta entrato nel Parco nazionale con il territorio della Pietra di Bismantova (e niente altro), ha subito approfittato di fondi dell’ente PN? Chieda al sindaco di C. Monti cosa disse al sottoscritto e ad altri suoi colleghi presenti, presso la vecchia sede del Parco del Gigante, alla presenza del tecnico incaricato di tracciare il nuovo perimetro che potesse collegare C. Monti al crinale. Le risparmio la fatica: “C. Monti entrerà nel PN solo ed esclusivamente per portare valore aggiunto” e mai attingerà a fondi del nuovo ente. Promesse rispettate? Non credo.
Ne approfitto per chiedere al nascente Comitato per la ss 63 (che condivido e appoggio) se il quadro generale comprenderà anche la viabilità sul Secchia, cosa ne pensa del nuovo tracciato inserito nel PSC del crinale e cosa ne pensa del progetto che dalla Croce arriverà nei pressi del centro Coni. Io credo sia devastante. Ma i cittadini di C. Monti cosa pensano dell’area sportiva, ricreativa, scolastica del Peep con scuole, palestra, campo da calcio e pista di atletica, piscina, centro benessere, residenze, con la nuova arteria principale che collega la città al crinale e quindi al capoluogo montano che arriva direttamente in un’area vocata allo sport, benessere e residenze? Certamente, una volta realizzata, l’opera, per almeno vent’anni, chi usufruirà degli impianti sportivi per anche purificarsi, respirerà anche un po’ di gas del traffico stradale, come continueranno i residenti di viale E. Bagnoli. Complimenti per la lungimiranza e la programmazione e lo sviluppo urbanistico di un capoluogo montano addirittura inserito in un Parco nazionale.
Una parola anche per in polo scolastico “Cattaneo”. Ottima scelta per l’ubicazione della partenza ed arrivo dei pullman, è osceno vedere il momento della partenza per il rientro a casa; sembra di essere in una situazione di emergenza: corriere a ridosso una dell’altra, auto di genitori, insegnanti, residenti, traffico della 63 che guidati da un vigile tentano di bruciare i tempi di partenza e transito. Complimenti, ottime scelte, lungimiranti.
Non pubblicate più commenti non firmati, siamo in democrazia e libertà di opinione, almeno credo. In questo modo le notizie vengono pilotate e falsate.
(Fabio Leoncelli)
Caro commento firmato, forse non si è accorto che l’accentramento a Castelnovo non è polemica trita e ritrita, ma la semplice verità, e se non cambierà l’atteggiamento degli amministratori della montagna nei confronti dei paesi del crinale tra meno di vent’anni credo che ai ragazzi non serviranno più le scuole di Castelnovo perchè insieme ai genitori abiteranno già a Sassuolo o a Reggio, e quelli più in basso non saliranno di certo nel centro montano. A furia di mantenere questa miopia non vi saranno purtroppo alternative.
(Romano Albertini, consigliere provinciale Lega Nord)
A proposito di castelnovocentrismo
Non voglio entrare nel dibattito comitati di A e di B. Non mi interessa. Mi preme però rammentare al sig. commento firmato che Castelnovo ha letteralmnte svuotato i comuni di crinale (Ligonchio, Ramiseto, Collagna, Busana e un po’ meno Villa), in quanto ha avocato a sè tutte le funzioni, dall’assistenza al servizio. Non è retorica dire e scrivere che una buona parte dei residenti nei comuni montani hanno pensato bene di comprare casa a Castelnovo perchè centro di servizi. L’edificazione di Castelnovo, infatti, non è dovuta ad una grande espansione “turistica”, ma, come detto sopra, dall’aver accentrato nel capoluogo tutti i servizi. Porre attenzione a che non si completi l’esodo verso Castelnovo significa decentrare su tutto il territorio montano alcuni servizi, fare “rete” e, come direbbe il presidente del Parco, ragionare di area vasta. Cosa che lo stesso sta già tentando di fare con risultati apprezzabili.
(mb)
“Gentile” Leoncelli, sarei curioso di sapere chi pensa che io sia, dato che non la conosco se non per nome. Comunque intervengo su un solo punto delle sue osservazioni: per quanto mi riguarda spero che una variante al Ponte Rosso si faccia, e presto. Sul dove farla passare non so se ci siano molte opzioni; quello che so è che al momento se succede qualcosa in quel punto la provincia resta spezzata: basta un semplice tamponamento e si sta in coda per una vita, come successo nei giorni scorsi.
(Commento firmato)
E se decidessimo di convocare una grande assemblea dove poterci confrontare apertamente?
Ho letto con molta attenzione le varie prese di posizione sulla viabilità in montagna. Emergono in modo netto due tendenze, quella che afferma che il tema è la viabilità in montagna, che io condivido; di contro chi ritiene che la priorità sia la SS 63. Resta poi da definire l’autonomia dal potere politico dei due comitati. Io credo serva con urgenza confrontarci e a tale proposito chiedo consenso alla proposta di dare vita ad una grande assemblea di tutta la montagna sul tema viabilità. Propongo, e questo per dare un segno chiaro (metodo e merito si legano sempre), del come i temi dovrebbero essere affrontati che venga convocata a Ligonchio. Non è secondario pensare che esiste un legame tra il dire e il fare.
(Giano bifronte)
Intervengo per mettere su un piano più costruttivo e se possibile rigoroso il confronto sul futuro dell’Appennino e in particolare del crinale:
1) per quanto riguarda la viabilità vorrei sommessamente ricordare che il parco ha disegnato il tracciato della Gatta-Pianello nel suo perimetro già nel 2001, prima che la stessa venisse realizzata; che la Provincia, i comuni di Villa Minozzo e Castelnovo ne’ Monti e i promotori del Parco hanno condiviso l’idea della perimetrazione dell’area dei Gessi e della Pietra e contestualmente quella della sistemazione e asfaltatura della vecchia pista nel greto del fiume Secchia; che questo ha avuto un peso determinante prima nel percorso autorizzativo dell’opera e successivamente nella difficile causa davanti al Tribunale amministrativo regionale e che tutto ciò è stato fatto e deciso proprio tenendo in grande considerazione le richieste dei cittadini e anche del Comitato Alta Val Secchia; inoltre nell’aprile scorso e di nuovo recentemente il Parco ha sollecitato iniziative e incontri per un programma di manutenzione compatibile con gli alti valori geologici e ambientali della zona;
2) per quanto riguarda Castelnovo ne’ Monti e il crinale il Parco ha mantenuto in pieno gli impegni a concentrare funzioni direzionalità e progetti nell’alto Appennino. Castelnovo ne’ Monti è punto di riferimento per il progetto “Cuore nel Parco” e per gli accordi con il CCQS sull’educazione ambientale: due iniziative legate al ruolo di centro scolastico e sede di ospedale con beneficiari i cittadini, insegnanti e studenti di tutti i comuni del territorio. Lo stesso per il sostegno -modesto – ai campionati nazionali CSI che hanno usufruito di alberghi di tutti i comuni. A Castelnovo non sono state realizzate opere rilevanti come i marciapiedi per le Fonti di Cervarezza o il ristoro Fonti di Poiano, la pavimentazione di Ponteccio o la piazza di Bosco di Corniglio. Il crinale è al centro dei progetti più importanti come le sedi di Sassalbo e Cervarezza-Ligonchio, l’atelier di Reggio Children e Centri Visita – come Succiso – e progetti innovativi come Neve Natura, Autunno d’Appennino e Parco nel Mondo che sono stati avviati nei borghi più alti. E l’elenco potrebbe continuare, ma i dati e i fatti sono assolutamente inequivocabili;
3) credo che la discussione sul crinale e sull’Appennino debba trovare sedi e forum di contatto diretto e interlocuzione più aperta e capace di ascolto oltre ai luoghi, pure insostituibili, della stampa e del web e – sempre discutendo di Appennino – è giusto distribuire impegno critico e attenzione sulla viabilità ma altrettanto sulle infrastrutture informatiche, sui nuovi turismi, sulle vocazioni di eccellenza di ciascun luogo, sulla terziarizzazione necessaria in agricoltura, su alleanze e relazioni territoriali più vaste e soprattutto sulla scuola, la formazione e la ricerca delle risorse umane in Appennino e per l’Appennino. Sono queste che devono essere sicuramente di serie A. Sono la loro la qualità e la loro motivazione il fattore di sviluppo tra tutti più decisivo.
(Fausto Giovanelli)
Comitati viabilità
Mi fa piacere leggere di Giovanelli che bisognerebbe discutere di viabilità in più larga scala, ma sembra, come sempre, che intervenga in tutti gli argomenti per fare pubblicità al Parco ed al suo operato. Io continuo a sostenere che le cose fatte dal Parco si potevano fare con un po’ di fantasia anche con il Parco del Gigante; e con i soldi per pagare gli stipendi dell’ente in questione i sindaci del crinale credo avrebbero potuto fare molto di più. Più volte ho chiarito di non essere contro i parchi a priori, ma visto che questi non portano fondi – anzi sono quasi tutti in deficit – considerato che nonostante il passaggio di tanti governi e colori politici, finchè non arriveranno leggi in cui un abitante dei parchi sia pagato per curare il territorio e vivere decorosamente, questo ente porterà più vincoli che utilità per chi lo vive. Sono poi d’accodo con chi chiede riunioni sulla viabilità e vivibilità della montagna, però deve essere dato più spazio ai cittadini negli interventi. Non vorrei che i soliti noti, come sempre, prendano le riunioni a pretesto, come già successo in passato, in cui chi parla e non sia nella linea giusta, arrivino le precisazioni dei soliti noti dicendo che non è vero nulla e non sia consentita nessuna replica. Detto questo ben venga una discussione costruttiva.
(Romano Albertini)
Noi del comitato apprezziamo che tante compagini politiche e non si interessino ai nostri comitati, ma possiamo assicurare tutte le parti in causa che quando vi sarà la nostra prima riunione sarà aperta a tutti e tutti potranno esprimere il proprio pensiero. Diciamo però che nessuno potrà etichettare o strumentalizzare questo movimento popolare, che vuol discutere della viabilità in montagna.
(Il comitato SS 63)
Viabilità che conta
Comitato o non comitato, il vero problema è che nelle province a noi vicine il nodo è stato affrontato e risolto, tanti anni fa -e noi siamo ancora qua a discutere di comitati di serie A e serie B. Lo sanno tutti che chi ha governato il nostro territorio, oltre a fare i propri comodi, altro non si è fatto, e chi è che ha pensato al futuro? Lo sappiamo tutti che la prima cosa per lo sviluppo, che esso sia industriale, artigianale, turistico, la prima voce è la viabilità, e questa per essere considerata tale in montagna si chiama fondovalle (Secchia, Tresinaro, Enza): fondovalle Secchia per servire le zone di Toano, Villa Minozzo, Ligonchio, Collagna, Busana. Fondovalle Tresinaro per Viano, Baiso, Carpineti. Fondovalle Enza per Vetto e diramazione fondovalle per Ramiseto. Castelnovo ne’ Monti, essendo in zona centrale, ha la possibilità di usufruire di tutte queste, basta creare dei raccordi adeguati. Solo in questo modo le famiglie possono pensare di restare in montagna e, perchè no, stimolarne altre a ritornare; e, perchè no, vederne delle nuove.
(Luciano Franchini)
Sono un sostenitore (e membro) del comitato Val Secchia e vorrei fare un po’ di domande ai signori che sono contro questo tipo di sviluppo. Innanzi tutto vi chiedo: quanti figli avete? Avete già procurato anche a loro la tessera politica per un lavoro sicuro in futuro? Avete mai vissuto in un paese che non ha più un’attività commerciale? Avete un lavoro sicuro che non abbia a che fare con il parco? Quanti km fate per andare al lavoro? Avete mai percorso la €SS 63 alle 4,30 di mattina in pieno inverno? Fatevi queste domande, vi assicuro che non è facile vivere in realtà di questo tipo e vedere che vengono sperperati soldi pubblici per il (turismo) di 15 giorni all’anno, di varianti che vanno a sbucare nel solito casino, nell’abbattimento di strutture chiamate ecomostri. Colgo l’occasione per fare notare come interessa la sicurezza da C. Monti in su; sono state rifatte le strisce bianche ai lati e in mezzo la 63 solo dove sono stati eseguiti lavori di rifacimento asfalto; in certi posti le strisce sono inesistenti. Che sia un nuovo metodo?
(Massimo Coli)