Home Cronaca “Con Orizzonti circolari il Parco nazionale si apre al mondo emigrazione”

“Con Orizzonti circolari il Parco nazionale si apre al mondo emigrazione”

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

di Fausto Giovanelli (*)

"20 ragazzi, attentamente selezionati, per lo più laureati, occupati in lavori di qualità in Argentina, Brasile e Uruguay, figli e nipoti di emigrati dai paesi dell’Appennino, hanno “scoperto” e respirato per 15 giorni luoghi e atmosfere del Parco Nazionale.
Hanno incontrato l’industria competitiva dell’Emilia al museo della Ferrari, l’arte e la storia della Toscana a Firenze e Montepulciano, ma soprattutto hanno “toccato la nostra terra con le mani” visitando latterie e prosciuttifici, pievi e castelli, crinali e vette e anche incontrando i borghi di origine, parenti e discendenti dei loro genitori, la lingua e l’accento dei loro nonni, assaporando i piatti della cucina di Garfagnana, Lunigiana, dell’Appennino parmense e reggiano.
Sono ripartiti con conoscenze inedite e commozione, dichiarando di sentirsi “a km 0 nel cuore” con questa parte d’ Italia, di cui saranno “Ambasciatori” nelle città e nelle comunità di provenienza.
Con questa esperienza il progetto “Parco nel mondo” ha completato dopo la diffusione delle prime cittadinanze affettive, la sua seconda tappa. E con successo, grazie anche alla regia esperta della Comunità Montana di Garfagnana, al contributo personale del presidente della Regione Toscana Claudio Martini e della Presidente della consulta degli Emiliano – Romagnoli nel mondo Silvia Bartolini. La prossima tappa prevede un google group per continuare a tenere le relazioni con questi ragazzi, un sito specializzato e multilingue dedicato agli oltre 100.000 discendenti di generazioni degli emigrati dell’Appennino; una sorta di cabina di regia, un call – center attrezzato con video, postazioni nella sede di Sassalbo in Lunigiana; e poi la costituzione di un gruppo internazionale di amici del parco.
Tutto questo non è folclore, ma è cultura e identità per un territorio che ha nell’emigrazione e nella perdita di risorse umane il tratto dominante della sua storia recente.
Tutto ciò è richiamo di sentimenti ma non fine a se stesso. Il sentimento delle radici, il sentimento dell’Appennino, nel cuore di migliaia di persone, di giovani e di famiglie che pure vivono lontane – in grandi città o in altri continenti – è una risorsa cui le comunità dell’Appennino possono e devono attingere. Già oggi persone di questo mondo “emigrato” ricostruiscono in pietra le vecchie case di famiglia, pagano l’Ici e la tassa sui rifiuti al Comune, ritornano almeno nel mese di agosto e danno un contributo economico e di vitalità a borghi che sono sulla soglia della sopravvivenza.
Domani con investimenti anche modesti, ma continuativi ed opportuni questo “mondo” potrà diventare in misura molto maggiore parte integrante dell’economia e della vita sociale dei Comuni del Crinale, anche grazie a internet e le nuove tecnologie che rendono possibili oggi contatti impensabili fino a ieri.
Gli esperti di turismo definiscono “turismo captive” (prigioniero- cioè che rimane comunque) la presenza stagionale di persone nei luoghi delle radici.
Con Parco nel Mondo investiamo sul “turismo captive”, ma vogliamo fare una cosa ancora più grande: allarghiamo la cittadinanza, andiamo alla ricerca del capitale umano.
Il Capitale umano è ciò che manca di più nell’alto Appennino. Andare a cercarla in modo diretto, cercare di attivarla e renderla presente nei modi più creativi e possibili, è un ottimo investimento pubblico. I 15 giorni e i 20 giovani di Orizzonti Circolari hanno lasciato una impressione viva. L’emigrazione di ieri è un’opportunità dell’oggi.
Parco nel Mondo può vincere la sua scommessa ambiziosa: trasformare un ricordo in una speranza, trasformare il dolore dell’emigrazione nella gioia di nuove relazioni; trasformare la perdita pluridecennale di risorse umane in un deposito attivo cui attingere.
Oggi l’Appennino può “trovare di nuovo l’America” non come terra promessa dove emigrare, ma come capitale umano che produce valore per il luogo da cui proviene".

(*) Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano

4 COMMENTS


  1. Questo progetto ha un grande plus-valore, non tangibile: quello sentimentale dell’amore per la terra da cui si proviene. Non sempre è facile capire l’importanza di queste cose, ma chi è entrato in contatto con il gruppo dei giovani di Orizzonti Circolari ha potuto vedere la forza che questo particolare valore possiede: può essere trasmesso e diventare uno strumento per valorizzare davvero il territorio. Gli esperti in comunicazione lavorano per convincerci che il loro prodotto è valido, qui non c’è stato bisogno di convincere. Questi ragazzi oltre ad essere professionisti ed a possedere un proprio bagaglio multiculturale, sentono un legame forte con le proprie radici e vogliono testimoniare la bellezza della nostra montagna con i suoi paesaggi ed i suoi prodotti perchè li hanno apprezzati conoscendoli prima da lontano attraverso i racconti dei familiari e poi di persona, vivendo il territorio e la sua gente.
    Nessuno spot pubblicitario potrebbe essere più efficace… Ma Orizzonti Circolari non è stato solo questo, perchè questa esperienza ha anche arricchito coloro che hanno seguito o conosciuto il gruppo dal punto di vista umano, lasciando alcuni perfino sorpresi nel vedere i ragazzi a contatto con la nostra realtà e nel sentirli parlare di loro stessi e di quella che considerano la loro vera patria.

    (Rachele Grassi)


  2. Ho avuto occasione di incontrare i ragazzi di Orizzonti Circolari durante l’aperitivo organizzato presso il bar Magnani di Castelnovo ne’ Monti. E’ stato molto interessante chiacchierare e scambiare opinioni con loro ed ho notato con piacere l’affetto con il quale coltivano il legame con la loro terra d’origine. Penso che questo progetto rappresenti un’ottima occasione di scoperta e confronto non solo per i ragazzi ospiti ma anche per noi residenti nel territorio del Parco nazionale. I racconti di questi giovani ambasciatori vanno ad intrecciarsi con la storia del nostro territorio creando un legame sincero, un ponte ideale tra chi è rimasto e chi, tanti anni fa, ha cercato fortuna altrove ma portando i ricordi della propria terra stretti nella memoria.

    (Simona Dolci)

  3. Emigrazione come opportunità
    “Me chiamo Javier, vengo dall’Argentina e mio nonno era di Campolungo…”. E’ cominciato così il racconto di uno dei 20 giovani che, attraverso il progetto “Orizzonti circolari”, hanno potuto scoprire le loro radici. Chi scrive ha avuto il piacere e l’onore, in qualità di sindaco di Ligonchio, di partecipare ad una serata di settembre a Villa Minozzo, dove ognuno di questi figli e nipoti di emigrati ha raccontato la sua storia sul filo delle emozioni, affermando il proprio orgoglio di essere ancora legato alla terra di origine, tanto che, nell’esempio che abbiamo fatto, Campolungo, piccola frazione di Castelnovo ne’ Monti, è diventato quasi un luogo magico. L’emigrazione, scommessa e sfida di ieri della nostra gente accolta da una terra straniera ma ospitale, diventa così a pieno titolo “l’opportunità di oggi”, come sottolinea il presidente del Parco, e mantenere i rapporti con chi ha saputo esportare la nostra cultura consente di allargare gli “orizzonti” (termine da virgolettare per l’occasione) e di creare le basi per la “cittadinanza affettiva”, diffusa dal progetto “Parco nel mondo”, prima tappa del percorso sviluppato con “Orizzonti circolari”.
    Il privilegio di essere stati partecipi di una sera d’ascolto di storie straordinarie ci fa dire che i due progetti devono trovare una continuità e il capitale umano che viene a galla in queste occasioni è una sorta di specie protetta e da proteggere.
    Grazie ragazzi e a presto.

    (Giorgio Pregheffi, sindaco di Ligonchio)