Riceviamo e pubblichiamo.
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Nei giorni scorsi si è riunito il Consiglio di Ato, dove sono presenti tutti i sindaci della nostra provincia, allo scopo di definire indirizzi e linee guida all’interno di Iren, sia per quanto riguarda la programmazione degli interventi sia in ordine alle tariffe che verranno annualmente applicate ai cittadini-utenti. Novità rilevanti sono uscite da tale consesso, vuoi sul fronte organizzativo, posto che in molti ambiti comunali sarà avviata la sperimentazione della raccolta rifiuti col sistema porta a porta, e dunque ci si dovrà predisporre in tal senso, con tutte le incognite del caso, vuoi sul versante economico, atteso che per il 2012 si prevede un aumento dei costi intorno al 7,5%, il quale ricadrà inevitabilmente sulle tariffe a carico dell’utenza.
In un momento in cui la crisi economica sta già mettendo in difficoltà parecchie famiglie, siffatti nuovi prelievi sui bilanci familiari devono essere valutati con molta attenzione e dovrebbero comunque rappresentare l’ultimo strumento cui far ricorso.
Sembra quasi che la situazione sia sfuggita di mano ai nostri governanti locali, nonostante le loro ripetute assicurazioni di questi anni, e per di più col rischio che il futuro ci riservi ulteriori amare sorprese; si impone dunque una prima valutazione: Iren opera di fatto in regime di totale monopolio, sia nei servizi idrici che nel campo rifiuti, così come in diversi altri comparti, e la sua maggioranza è ancora in mano pubblica nonostante le trasformazioni societarie che l’hanno portata a raggiungere dimensioni abbastanza uniche nel panorama nazionale del settore.
Ora, il vedere che tutti i nostri sindaci, all’infuori di quello di Viano che non ha votato, sono sempre appiattiti sui vertici di Iren induce giocoforza a chiedersi se il ruolo della parte pubblica abbia effettivamente un qualche peso o se invece prevalgono sempre e comunque le logiche del mercato (come fin dall’inizio sospettavamo, senza mai farne mistero).
L’interrogativo è legittimo, pertinente ed attuale, perché se deve essere il mercato a dettare le regole, diviene allora necessario e impellente dare il via alla liberalizzazione delle municipalizzate, onde creare maggiore concorrenza ed evitare altresì i “cartelli” tra aziende; in tal modo metteremmo sia i comuni che i cittadini nelle condizioni di potersi avvalere di una rosa di prezzi e di opzioni, e dunque di poter esercitare una libera scelta, e anche di cambiare il gestore se il servizio fornito non dovesse risultare soddisfacente.
Ma la realtà reggiana è ben diversa e contraddittoria: ci troviamo con Iren che negli ultimi mesi ha perduto in Borsa diversi milioni di euro ed ha più volte annunciato che dovrà non solo rivedere i propri conti ma anche ridurre gli interventi di manutenzione sul territorio, causa la mancanza di fondi, mentre gli utenti sono praticamente inermi di fronte alle decisioni Iren, e senza disporre di alternativa alcuna.
Tutto ciò ha quasi del paradosso, dovrebbe indurre i nostri amministratori ad una seria e ponderata riflessione e convincerli a riacquistare un ruolo vero ed essenziale quanto a programmazione e a proposte, visto che lo spazio per una loro azione di certo non manca, a partire dalle retribuzioni dei dirigenti dell'azienda Iren che in molti giudicano eccessive, specie in questo momento di generale difficoltà economica.
In buona sostanza la politicadeve riappropriarsi del proprio compito a tutela dei cittadini, anche e soprattutto nei confronti di un “colosso” come Iren, piuttosto che assecondare la scelta di far quadrare i conti nella maniera più comoda e scontata, vale a dire l’aumento delle tariffe, come purtroppo da anni ci hanno abituato i nostri sindaci, a partire dal primo cittadino di Reggio Emilia che possiede la quota più alta delle azioni Iren.
Quando infatti la politica abdica al proprio ruolo e demanda ad altri decisioni di propria competenza vengono meno, nella nostra società, importanti ed insostituibili elementi di riequilibrio e di contrappeso e il “più forte” ha ingiustamente il sopravvento.
(Robertino Ugolotti, responsabile enti locali Udc Reggio Emilia)