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Le scriventi organizzazioni sindacali, a seguito della situazione di incertezza che continua a perdurare in relazione al ridimensionamento della rete scolastica provinciale, ribadiscono la propria contraddittorietà ad operazioni affrettate e prese senza la condivisione con comparti sociali e utenza, come richiesto dalla delibera regionale del 19 settembre 2011.
Il quadro legislativo non è mutato:
- l’art. 19 della legge 111/2011 richiede un nuovo dimensionamento delle scuole in Italia con l’unico, dichiarato, scopo di contenere la spesa e stabilizzare la finanza pubblica (altri 200 milioni di euro sottratti alle scuole per finanziare per il triennio 2012-2014 il sistema nazionale di valutazione), senza alcuna valutazione o programmazione didattica e invadendo un campo (la programmazione della rete scolastica) di competenza delle regioni;
- parecchie regioni, tra cui l’Emilia-Romagna impugnano tale articolo in quanto invasivo di prerogative regionali;
- in data 19 settembre la Regione Emilia-Romagna emana gli indirizzi di programmazione triennale dell’offerta di istruzione che invita gli enti locali a soluzioni graduali, condivise con scuole, parti sociali e famiglie che comportino come punto fermo della programmazione l’invarianza del numero di autonomie scolastiche provinciali;
- in data 26 ottobre 2011 la conferenza Stato-Regioni in materia di applicazione del citato art. 19 L.111/2011 propone di accorpare Direzioni Didattiche e Scuola Medie in Istituti Comprensivi, solo per favorire la verticalizzazione dei percorsi e la continuità didattica per una maggiore qualità dell’offerta formativa che tenga conto delle condizioni del territorio; se l’accorpamento risultasse piuttosto una forzatura “quantitativa” rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni meglio mantenere le attuali istituzioni e, soprattutto, si impegna a raggiungere l’obiettivo previsto nel 2014/2015.
Ad oggi non siamo a conoscenza delle operazioni complessive di ridimensionamento della provincia. Le operazioni devono concludersi entro il 30 novembre e ci appare chiaro che non ci sarà spazio per la consultazione, né delle parti sociali, né delle famiglie.
Da notizie provenienti dai singoli comuni si profila un vero e proprio tsunami sulle nostre istituzioni scolastiche dell’infanzia, primarie e medie, soprattutto nel capoluogo. L’aspetto più preoccupante riguarda la mancanza di informazione all’utenza coinvolta. Siamo a conoscenza di incontri effettuati con i genitori solo nei distretti di Correggio, Casina e Carpineti. Chiediamo pertanto che non si prendano decisioni affrettate, potenziale fonte di confusione per le famiglie su dove andranno ad iscrivere i figli nel prossimo anno e quali offerte formative le scuole saranno in grado di proporre. I termini previsti dalla programmazione Regionale e dalla Conferenza Stato-Regioni lasciano ampi margini perché queste operazioni vengano fatte nei prossimi anni con un percorso più condiviso. Ribadiamo che non siamo contrari alle razionalizzazioni e alle verticalizzazioni che migliorino la qualità dell’offerta formativa, se questo è il reale fine.
(Le segreterie provinciali di Reggio Emilia dell’FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e Gilda degli insegnanti)