Home Cronaca “Alla Pietra abbiamo colmato una lacuna. E la scelta è stata condivisa”

“Alla Pietra abbiamo colmato una lacuna. E la scelta è stata condivisa”

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Ancora sulla (discussa) installazione del Parco alla Pietra di Bismantova. Ci scrive il presidente del Parco, Fausto Giovanelli.

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Il pannello informativo in legno di castagno sul piazzale, il sentiero del Sassolungo ripulito, i punti info al rifugio e al ginepro... il materiale cartaceo su "La Pietra segreta" qualche panchina e mappa dei sentieri.T

utto è parte di un’unica visione resa pubblica, discussa, condivisa, in via di attuazione e aperta a correzioni e suggerimenti sui colori (che dovrebbero sbiadire o cambiare) e non solo su quelli. Sono lavori in corso. Ben venga la critica - è segno di attenzione - la ascolteremo e chiediamo a chi critica di essere aperto al confronto senza pronunciare sentenze definitive…

Quanto si va facendoha già alle spalle un po’ di confronto (recentemente ricordo la tesi di Chiara Borghi, gli incontri con Comune, Soprintendenza, Sservizio geologico regionale, Cai, Gal, Confesercenti,  commercianti, parrocchia, comitato per l’eremo, operatori e tanti altri.  C è anche  chi propone funivie, chi strade e/o opere in asfalto e cemento… Chi ascensori e persino nuove costruzioni sul pianoro sommitale. Il Parco propone solo informazioni per tutti coloro che arrivano e, parcheggiata l’auto, la moto o il pullman , si soffermano un attimo per uno sguardo o un pensiero,prima di imboccare la scala o la strada per l eremo o i sentieri alti. Anche in questo caso si poteva e si potrà fare meglio . Gli info point all'interno del rifugio e del ginepro ci sono già e qualcosa già dicono. Peró alle migliaia di persone - italiani e stranieri - che arrivano al parcheggio del piazzale (siamo in un parcheggio e non su un sentiero natura o sulla sommità) bisogna pur segnalare i valori del luogo che vanno oltre il primo sguardo; e segnalaranche le opportunità  di esplorazione in base alle possibilità e agli interessi di ciascuno; far capire che alla Pietra c’è anche di più che un bellisimo panorama; chiedere così, ai tantissimi frequentatori, considerazione e rispetto per l’ambiente prezioso circostante. Tutto qui! L’ intenzione è buona e colma una lacuna. Si discuta e si migliori... comunque l’attenzione fa crescere la responsabilità. Gli enti pubblici stanno operando anche per la manutenzione e i servizi  igienici, cercando collaborazione coi gestori privati e, purtroppo, facendo i conti - come tutti - con tutte le burocrazie.La strada intrapresa è quella condivisa in un documento del Consiglio Comunale ,che mette al centro la complessità e l’ equilibrio degli usi di Bismantova , come chiavi della sua tutela e del suo valore. È stato adottato all’ unanimità . Anche questo certamente significa qualcosa.

(Fausto Giovanelli)

2 COMMENTS

  1. Non era mia intenzione criticare ad ogni costo, soprattutto per questioni tutto sommato accessorie come i colori dei cartelli del punto informativo. Forse era sfuggito il mio precedente commento (post del 27 ottobre) dove sottolineavo come lo stato di incuria di certi percorsi, in particolare lo Spallanzani, fosse una priorità sostanziale. Per quanto riguarda il punto informativo in questione non discuto gli interessanti contenuti ma, oltre all’impatto visivo, ne obietto i costi che mi sembrano sproporzionati allo scopo. Ho letto su questo sito che il pannello è costato 40.000 euro, quello dello Sparavalle 85.000 e nel complesso le dodici porte, mi pare aver capito, costeranno tra i 500.000 e i 600.000 euro.
    Ogni investimento risponde, con un beneficio, all’espressione di un bisogno. Posso convenire che ci sia un bisogno insoddisfatto in relazione alle informazioni date a chi transita o è diretto nel territorio del Parco: ritengo, a mio parere, sproporzionato il costo comparato al beneficio prodotto.
    Comprendo le difficoltà che possono sorgere quanto si tratta di accordare molteplici soggetti, pubblici e privati, che esprimono volontà a volte condivise e altre divergenti. Ci si può trovare di fronte a chi ipotizza ascensori e resort sulla sommità della Pietra o, per contro, a chi vorrebbe riportare a prato il parcheggio del piazzale impedendo alle automobili di arrivare fin lassù. Ogni azione concreta diventa davvero difficile.
    Vorrei aspettarmi da un Ente dal respiro nazionale, come è questo Parco, anche strategie di ampi orizzonti. La realizzazione di punti info, cartine o aree attrezzate con panchine sono cose sicuramente pregevoli e utili ma per le quali non è strettamente necessaria l’istituzione di un Parco nazionale.
    Vorrei fare un esempio, magari utopistico ma che porterebbe il territorio del nostro Parco a innestarsi in una rete molto più ampia.
    Esistono tipologie di visitatori interessantissime per un territorio come il nostro, tra queste i cosiddetti “cicloturisti” che in Trentino, Svizzera e Austria trovano veramente pane per i loro pedali con numerose, lunghe e strutturate ciclabili che sfruttano i fondovalle.
    Questo tipo di visitatore (tipicamente costituito da famiglie) è sicuramente più “slow” rispetto al gitante automobilista domenicale e vive una relazione più intensa con il territorio che attraversa.
    Un timido progetto in questo senso si era prospettato con la ciclabile che dovrebbe scorrere parallelamente alla Gatta-Pianello, anche se così concepita è isolata è con poche prospettive.
    Nel recente passato ho avuto modo modo di percorrere un’interessante pista esclusivamente ciclabile che segue integralmente il corso del fiume Mincio da Peschiera sul Garda fino a Mantova e da qui con strade a bassa percorrenza raggiunge il fiume Po presso San Benedetto.
    Pur non appartenendo alla competenza diretta del Parco sarebbe comunque bello, attraverso il respiro nazionale dell’Ente, sognare di creare le sinergie necessarie a creare questo tipo di collegamento attraverso la valle del Secchia (Gatta-Pianello-ciclabile di Castellarano-strade a bassa percorrenza) fino al Po. Considerato poi che da Peschiera sul Garda sono facilmente raggiungibili le ciclabili che collegano Rovereto, Trento, Bolzano, Merano e poi, ad esempio, la ciclabile della Val venosta con l’Austria e le sue magnifiche ciclabili sul Danubio o verso la Slovenia o la Svizzera. Quasi tutte queste ciclabili sono servite da treni con la possibilità di caricare bici o con punti noleggio delle stesse. Lungo i percorsi le strutture ricettive sono spesso “dedicate” a questo tipo di utenza.
    Diventerebbe ipotizzabile, per una famiglia di Castelnovo, partire per una vacanza in bicicletta partendo direttamente da casa per collegarsi a un circuito veramente ampio e strutturato.
    Allo stesso tempo il territorio del Parco nazionale diventerebbe attraente per un numero inaspettato di persone, italiane e non, che organizzano in questo modo le loro vacanze.

    (Emanuele L.)

  2. Dal mio punto di vista è positivo che il dibatito sia aperto: tante teste, tante idee. Le critiche, purchè costruttive, sono importantissime. La conoscenza è alla base della tutela attiva: la conservazione è difatti tutto l’insieme di attività volte a far durare nel tempo e tramandare un bene. La sua conoscenza, la sua trasmissione alle generazioni successive è uno dei punti più importanti in materia di conservazione. Un punto informativo nel piazzale era fondamentale. Certo, a mio avviso sono importantissime anche altre cose: la trasmissione della conoscenza delle peculiarità del territorio a livello locale ma non solo, la costruzione dell’appartenenza alla medesima identità territoriale attraverso percorsi e laboratori didattici (e qui insisto, per valorizzare un luogo è strettamente necessario farlo conoscere a tutti, in primo luogo a chi nasce e vive in quel luogo), l’apertura di un punto informativo dove poter trovare informazioni, depliant, guide turistiche, un centro accoglienza per l’infanzia, un centro di ospitalità e di accompagnamento didattico, un luogo che, a mio avviso, non deve e non può essere legato alle attività private ma deve essere legato agli enti e soprattutto con personale specializzato (non si può pretendere che il gestore di un locale abbia il tempo e la voglia di spiegare ai turisti la formazione geologica della Pietra…!!!). Importantissima è la manutezione, come dimostrano i molti commenti. La pulizia dei sentieri deve essere un’operazione stabilita in modo ordinario, non straordinario. E il discorso di Campo Pianelli e più in generale degli aspetti archeologici di Bismantova deve essere necessariamente preso in considerazione più seriamente. La nostra è una piccola necropoli ma di importanza nazionale. Molti studi devono essere completati, molti ancora effettuati. Dal punto di vista archeologico e storico (trovo importantissimo anche io che i reperti di Bismantova, in qualche modo e quale modo debba essere certamente ancora discusso, siano riportati a Bismantova!) ma come hanno dimostrato i progetti dell’Università di Reggio e Modena la sua particolarità strutturale, unica, potrebbe dar vita ad un centro di studi permanente, in geologia per esempio. Moltissime sono le cose da fare, il fatto che sia sia aperto un dibattito pubblico è importantissimo perchè permette di inserire nello stesso piano di discussione le persone e la politica, cercando punti di incontro reali. Si è cominciato un percorso importante con il pannello informativo e la pulitura del Sassolungo. Ma non è tutto… la Pietra deve essere valorizzata meglio e di più perchè per noi è una risorsa importantissima, unica.

    (Chiara Borghi)