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Arriva “Il canto del mondo”

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Il 22 luglio a Castelnovo ne’ Monti nella Piazzetta della Luna alle ore 21,00, Maurizio Maggiani inaugura il Festival IL CANTO DEL MONDO con “Racconto” (Racconto epico su grandi fatti che sconvolsero il mondo ed egli medesimo). In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso il Teatro Bismantova.

Nel pomeriggio, alle ore 17,30, Maggiani incontrerà i giornalisti presso il foyer del Teatro Bismantova a Castelnovo ne’ Monti.
Interverranno: Andrea Tagliasacchi, Presidente della Provincia di Lucca, Leana Pignedoli, Presidente della Comunità Montana dell'Appennino Reggiano, Clementina Santi, Assessore alla Cultura della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano, Gianluca Marconi, Sindaco di Castelnovo ne’ Monti e Claudia Corbelli, Assessore alla Cultura del Comune di Castelnovo ne’ Monti.
Alla conferenza saranno presenti anche i sindaci dei comuni compresi nel territorio del Festival.

“Racconto” sarà replicato l'1 agosto alle 21 in loc. Pieve di Crespiano, nel comune di Comano (Massa Carrara), anziché il 5 agosto come precedentemente annunciato.

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Maurizio Maggiani, nato a Castelnuovo Magra (SP) nel 1951, da genitori di modesta condizione, abita a Genova e vanta un curriculum da scrittore americano dei tempi eroici: è stato maestro carcerario, maestro di bambini ciechi, operatore cinematografico, aiuto regista, montatore, fotografo, pubblicitario, costruttore di pompe idrauliche, impiegato comunale. Legge di tutto, da Dylan Thomas a Stephen King. Ha sempre vissuto nella regione in cui è nato, ma intimamente si sente apolide, un cittadino del mondo. Si è fatto conoscere come scrittore nel 1987, vincendo il concorso per la narrativa del settimanale “L'Espresso”. Ha pubblicato in seguito altre opere narrative tra le quali: Màuri, Màuri, Il coraggio del pettirosso con il quale ha vinto il Premio Viareggio – Rèpaci e il premio Campiello, La regina disadorna e Il viaggiatore notturno, vincitore del Premio Strega (2005).

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Il Festival IL CANTO DEL MONDO

Da un’idea di Maurizio Maggiani
22 luglio - 31 agosto 2005
Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano

Appennino luogo di narrazioni. Questa la storia antica e questo il futuro di un Festival, alla sua prima edizione, nato da un’idea dello scrittore Maurizio Maggiani in collaborazione con Luca Baccelli, Alba Donati, Massimo Marsili, Clementina Santi e Alessandra Trabucchi, e organizzato dalla Provincia di Lucca, in qualità di ente capofila per i progetti culturali del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, con la collaborazione dei Comuni e delle Comunità Montane delle Province di Reggio Emilia, Parma e Massa Carrara, e la consulenza del Centro Tradizioni Popolari di Lucca.
Fino alla fine di agosto nel quadrilatero del Parco dell’Appennino, che comprende i territori della Garfagnana, della Lunigiana, del Parco del Gigante e il versante appenninico parmense, si incontreranno scrittori, poeti, attori, musicisti, maggianti, cantafole e cantastorie, tutti uniti da una passione: la narrazione orale.
Il Canto del mondo rappresenta anche un’occasione davvero unica per conoscere questo luogo straordinario e struggente, misterioso e favoloso che è il Parco dell’Appennino con i suoi castelli, i mulini, i borghi, i boschi di castagni, i laghi, le pievi.
Tra gli ospiti del Festival, oltre a Maurizio Maggiani, ci saranno Ascanio Celestini, Giovanni Lindo Ferretti, Alba Donati, Ivana Monti, Elisabetta Salvatori, Lisetta Luchini, Marco Cattani e Petra Magoni, i Maggianti del Monte Cusna e Andreino Campoli detto Tatone il Contafole. Molti di questi artisti hanno posto la narrazione al centro del loro lavoro, sia esso di tipo testuale sia musicale che teatrale. Alcuni di loro (come Maggiani, Ferretti, Donati, Monti) hanno anche un legame biografico con l’Appennino, essendovi nati o avendo scelto i suoi luoghi per viverci.

Il Parco dell’Appennino
Il Festival unisce i luoghi del crinale appenninico tosco-emiliano, luoghi che dal crinale sono stati divisi ma che hanno avuto una storia culturale simile: la comune vocazione alla conservazione delle tradizioni orali e del sapere a queste connesso. La narrazione si è espressa nei secoli in varie forme popolari come i Maggi, i cantafole e i cantastorie e ha rappresentato la trama di un territorio veramente unito dai racconti tramandati da una generazione all’altra, passati da borgo a borgo, da un versante all’altro. I luoghi del Festival sono molti: da San Romano e Varliano in Garfagnana a Sassalbo e Comano in Lunigiana; da Castelnovo ne’ Monti e Villaminozzo sul versante Reggiano a Corniglio nel Parmense. Saranno proprio le piccole piazze, come la piazzetta della Luna, o i sagrati, le Pievi, come la Pieve di Crespiano, le aie, le radure, come quella mitica di Varliano dove da sempre si rappresentano i Maggi, ad accogliere i nuovi e i vecchi narratori, proprio su quei sassi o in quei boschi di castagni laddove un tempo qualcuno sul far della sera si sedeva e iniziava a raccontare.

L’Appennino è un’identità che si è formata in una singolarità geografica fisica e umana che permane oltre le epoche. “È per chi ci vive, per chi ci è nato per chi ci torna - dice Maurizio Maggiani - radici che si sono fatte albero, un albero che vive da millenni, che conserva le tracce fossili delle sue età, che ad ogni mutare di stagione porta nuovi segni sul tronco e nuovi germogli sui rami. È nell’immaginario di chi vi si è nei secoli inoltrato e ancora lo transita un luogo dell’Altrove, un luogo del Fantastico. Per gli uni e per gli altri è un luogo di narrazioni. Gli abitanti dell’appennino tosco-emiliano hanno costruito nel tempo macchine di narrazione complesse e originali, hanno insegnato qualcosa all’Ariosto, hanno imparato forse qualcosa da lui. Hanno una sorta di coazione alla costruzione del fantastico e con quello alimentano il loro albero, la propria identità. La montagna è una Voce.”
Il Canto del mondo, intende dare spazio a questa voce, far rivivere e creare uno spazio della narrazione, fare della montagna appenninica il corpo e il luogo delle Voci del Mondo. Il Parco dell’Appennino diventerà un punto di riferimento nazionale ed internazionale “per chi si occupa, ha piacere, è curioso del raccontare”.

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Gli altri ospiti

- Ascanio Celestini - 25 luglio ore 21, San Romano in Garfagnana (Lucca)
Scemo di guerra. Roma 4 giugno 1944
“Mio padre raccontava una storia di guerra. Una storia di quando lui era ragazzino. L’ho sentita raccontare per trent’anni. È la storia del 4 giugno del 1944, il giorno della Liberazione di Roma. Per tanto tempo questa è stata per me l’unica storia concreta sulla guerra. Era concreta perché conoscevo le strade di cui parlava. Conoscevo il cinema Iris dove aveva lavorato con mio nonno e poi era concreta perché dopo tante volte che la ascoltavo avevo incominciato a immaginarmi pure i particolari più piccoli del suo racconto. Ogni volta che raccontava faceva delle digressioni, allungava o accorciava il discorso inserendo episodi nuovi o eliminando parti che in quel momento considerava poco importanti. Così quando ho incominciato a fare ricerca ho deciso di registrarlo e provare a lavorare sulle sue storie. Da queste storie nasce Scemo di guerra. Adesso credo che questa sua storia per me sia diventata il modo per mantenere un duplice legame sentimentale: quello politico con la mia città e quello umano con mio padre.”

Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. Lavora con la Compagnia Teatro del Montevaso di Livorno e con Canti per l’Agresta di Roma, gruppo musicale che svolge un’attività di raccolta e rielaborazione di canti e musiche popolari. Ha lavorato come mascheraio per diversi artisti italiani e insegna tecniche del racconto orale, costruzione e uso della maschera ad anziani, adulti, bambini, ad attori professionisti e non. Tra i suoi spettacoli, di cui è autore, regista e interprete, Cicoria (1998), In fondo al mondo e Pasolini (1999) con Gaetano Ventriglia. Vita morte e miracoli è il primo movimento di Milleuno, una trilogia sulla narrazione di tradizione orale, di cui fanno parte anche gli spettacoli Baccalà, Il racconto dell’acqua e La fine del mondo.

- Ivana Monti - 30 luglio, ore 21, loc. Tavernelle, comune di Licciana Nardi, (Massa Carrara) – 7 agosto, ore 21, loc. La Centrale, comune di Ligonchio (Reggio Emilia)
Mia cara madre
Ricordi e voci della nostra terra dal 1913 alla Liberazione 1945
Uno spettacolo rievocativo, un omaggio alla memoria di cinquant’anni di storia italiana: brevi e semplicissime lettere di una figlia alla madre, ricostituiscono uno spaccato di vita delle nostre campagne d’Emilia dal 1913 al 1945 .
L’attrice ha rievocato l’epopea degli emigranti, l’avvento del fascismo, gli orrori della guerra, la storia delle lotte operaie e contadine, il duro lavoro delle Mondine, l’anelito di speranza rappresentato dalla lotta di Liberazione. Vengono riproposti musiche e canti popolari d’epoca: gioiosi , di guerra ,di lavoro e di protesta. Ci saranno anche i canti liturgici e le campane che con i loro rintocchi hanno scandito la dura vita dei nostri vecchi e le hanno dato il senso del solenne.

Ivana Monti, attrice formatasi al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strheler, ha recitato in commedia, tragedia, dramma, grottesco, operetta e commedia musicale. Lavora in Teatro, Cinema, Radio e Televisione. Dal 1996, alla scomparsa del marito, il giornalista Andrea Barbato, vuole essere testimone responsabile del suo tempo, come lui le chiedeva, e si dedica al Teatro Contemporaneo, non abbandonando tuttavia i grandi classici. Attualmente in TV, dopo Distretto di Polizia, recita in Incantesimo.In Teatro è Helga ne "Lo zio" di e con Franco Branciaroli, regia di Claudio Longhi (stagione 2005).

- Giovanni Lindo Ferretti - 4 agosto, ore 21, Sassalbo (Massa Carrara)
Allevare menti, pascolare pensieri
Mia nonna mi ha insegnato che quando va male, davvero, bisogna salvare la forma. Raccontava di grandi carestie che hanno attraversato, nei secoli, le nostre valli. Le donne, nelle case, continuavano ad impastare e cuocere qualsiasi rimedio, anche la terra, il muschio, la segatura, l’erba, in forma di pane. Mio padre, per sopravvivere, in campo di prigionia tedesco, ha masticato e rimasticato pezzi di cuoio, residui di scarpe, bolliti a minestra. Era festa se catturavano un topo e veniva cotto allo spiedo, di nascosto. Insieme alla vita l’uomo deve salvaguardare l’umanità.
Se manca la sostanza diventa la forma il limite invalicabile dell’esistenza. Preziosa comunque.

Giovanni Lindo Ferretti, nato tra le montagne di Cerreto Alpi (RE), si è trasferito da bambino a Reggio Emilia, dove abita tuttora. Fondatore, voce e leader carismatico dei CCCP - Fedeli alla linea - il gruppo rock che ha scosso il torpore musicale degli anni Ottanta italiani -, dà vita, con Massimo Zamboni ed altri musicisti, ai CSI nel 1992. Sempre con Zamboni fonda l’etichetta “I dischi del Mulo”, che diverrà poi “Consorzio Produttori Indipendenti” a sostegno della musica alternativa. Rotto il sodalizio con Zamboni, Ferretti recentemente ha inciso il primo album come solista: Litanie, un album di composizioni sacre e canti popolari degli Appennini. E’ stato direttore artistico della sezione musicale di “Bologna 2000”.

- Elisabetta Salvatori - 6 agosto, ore 21, San Romano in Garfagnana (Lucca)– 20 agosto, loc. Cècciola, comune di Ramiseto (Reggio Emilia) - 21 agosto, ore 18, loc. Rocca Sigillina, comune di Filattiera (Massa Carrara)
La Bella di nulla
E’ la storia di Giuseppina Silvestri, nata in Versilia nel 1881 e che chiamavano la Bella di nulla. Aveva un rapporto particolare col mare: tutti i giorni si immergeva nell’acqua, recitava il rosario e gli parlava dandogli del “voi”, era la sua casa la sua chiesa e il suo camposanto. Aveva una capacità comunicativa straordinaria e sapeva raccontare. Rimase vedova molto giovane con due figli e con i pochi soldi che aveva si comprò un revolver per difendersi e un grammofono per ascoltare la musica e per mantenersi raccontava storie. Lo faceva nella sua casa e per pochi spiccioli, mezza bottiglia d’olio, improvvisava sul tema richiesto dal pubblico, da piangere, da ridere, d’amore. Morì nel 1967 davanti al mare.

Scalpiccìi sotto i platani
E’ il racconto dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, ricostruito attraverso la storia di quattro superstiti. Sant’Anna di Stazzema nell’estate del 44 era un piccolo paese sulle Alpi Apuane, dove molti avevano trovato rifugio alla guerra. Uno spaccato di vita serena, fatto di bambini e di mamme, che ce la mettevano tutta per difendere quel mondo dalla guerra. Poi un sabato mattina, poco dopo che il pane era stato infornato, tre colonne di nazisti, guidate dai fascisti versiliesi, irrompe nel paese e con una brutalità ormai conosciuta, uccide 560 persone, donne e bambini, in poco meno di tre ore.

Elisabetta Salvatori è nata a Viareggio nel 1963 e vive a Forte dei Marmi, in una casa che da due anni ospita il piccolo Teatrino dei Favolanti, con una sua programmazione teatrale aperta al pubblico. Racconta favole per bambini e storie per adulti tratte da episodi veri, trascritti poi per il teatro. I testi sono per metà in versiliese. Ha curato per 10 anni una rassegna per bambini Fiabe a teatro in Versilia.

- Andreino Campoli detto Tatone il Contafole - 10 agosto. ore 21, Corfino (Lucca)
Fole della Garfagnana
Le “fole” sono antiche favole della tradizione popolare. A volte narrano episodi realmente accaduti, a volte sono invece completamente inventate, ma hanno sempre uno sfondo contadino ed un tono buffo, vòlto a strappare il riso a grandi e piccini. La Garfagnana ne è particolarmente ricca.

Andreino Campoli è nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1952. Adesso vive a Sant’Anastasio, nel comune di Piazza al Serchio, e lavora come operaio presso la Gorghi, un’industria metalmeccanico della zona che produce attrezzature per gommisti. Nel 1990 è stato eletto Consigliere nel comune di Piazza al Serchio e, durante il mandato, è stato tra gli ideatori della manifestazione “Natale insieme”, che portava dei raccontatori di favole, le “fole” appunto, nelle varie frazioni del comune. E così è nata la sua passione per questa antica tradizione popolare.

- Alba Donati - 12 agosto, ore 21, Cerreto Alpi (Reggio Emilia) – 18 agosto, ore 21, Mulino di Civago, comune di Villaminozzo (Reggio Emilia)
La poesia è una bambina che ascolta
Racconto e lettura di poesie
Con immagini di Giovanni Giovannetti
Molti pensano che la poesia nasca da sola, nel giardino astratto dell’immaginazione. Alba Donati, come altri, non ci crede. Per lei, come testimonia il suo primo libro La repubblica contadina (che costituì, alla sua uscita un piccolo caso letterario e riportò sulla scena parole come poesia civile e poesia epica), la poesia nasce a Lucignana, alle pendici della Garfagnana, dai racconti mille volte ascoltati di suo padre e di sua madre. Entrambi segnati alla fine della Seconda Guerra Mondiale da grandi tragedie familiari: il padre perde il fratellino Valerio, in un’inondazione causata da una bomba dei tedeschi in ritirata che aveva fatto saltare una diga, la madre aspetta il marito giovanissimo disperso, per sempre, nella Campagna di Russia. Ma altri racconti ancora: la piccola Giulia, scomparsa nell’alluvione della Versilia nel 94, e la piccola Angela, protagonista di una poesia dove rappresenta tutta la potenzialità della vita e della nascita, e dell’essere donna. E il grande affresco (hanno scritto una nuova e rovesciata Spoon River) dei nomi-volti-destini degli abitanti del suo borgo, portatori di malinconia ma anche di luce, di valori, segno di una comunità dei viventi a cui l’umanità intera dovrebbe ancora ispirarsi per sopravvivere e capovolgere il cinismo dilagante. Il racconto e la lettura di Alba Donati saranno accompagnati dalla proiezione dei volti della Repubblica contadina, fotografati da Giovanni Giovannetti.

Alba Donati vive tra Firenze e Lucignana, il piccolo paese della Garfagnana dove è nata. Ha una rubrica di poesie sulle pagine culturali de "Il Giorno"/"La Nazione"/"Il Resto del Carlino”. Ha esordito con la plaquette Ballata della repubblica contadina (Lietocollelibri, 1994). Ha pubblicato La repubblica contadina ( City Lights Italia 1997, Premio Mondello "Opera Prima" 1998, Premio Sibilla Aleramo 1999) e Non in mio nome (Marietti 2004, Premio Città dell’Aquila e Premio Diego Valeri 2004). Ha curato Costellazioni italiane 1945-1999. Libri e autori del secondo Novecento (Le Lettere, 1999), Poeti e scrittori contro la pena di morte (Le lettere, 2001), l’edizione completa delle poesie di Maurizio Cucchi (Oscar Mondadori, 2001) e, insieme a Paolo Fabrizio Iacuzzi, il Dizionario della libertà (Passigli 2002), con interventi Todorov, Yehoshua, Adonis, T.B. Jelloun, Bauman, O’Connor, Luzi, Gustafsson e altri.

- Lisetta Luchini - 16 agosto, ore 21, loc. Ca’ Ferrari, comune di Busana (Reggio Emilia) - 21 agosto, ore 18,30, Varliano (Lucca)
Musica da terra
Lo spettacolo è un rinnovato insieme di canti e musiche popolari, attinte dall’infinito repertorio della tradizione orale toscana e d’altri luoghi, proposto questa volta con il contributo artistico di due amici ed artisti “proiettati nel nuovo”, ricercatori di sonorità e stili alternativi… Lo spettacolo sarà brillante…divertente…dissonante… “in progresso” come si usa dire adesso, alla ricerca di nuovi spazi che la cultura deve alla musica popolare di tutto il mondo.

Lisetta Luchini è nata a Firenze da una famiglia proveniente dal Valdarno, è chitarrista, cantante di musica popolare toscana e voce di contralto. E’ una cantastorie e possiede la tessera n. 13 dell'AICA, (Associazione Cantastorie Italiani "Lorenzo De Antiquis") E’ autrice di storie al femminile. Ha vinto il Premio "Giovanna Daffini" nel 2000 con il " Il Valzer che…" ed un secondo posto nel 2004 con il testo "Con chissa' chi".

- I Maggerini Monte Cusna – 21 agosto, ore 15.30, Varliano (Lucca)
La leggenda della Bema
La Leggenda della Bema, racconta una vicenda realmente accaduta nel ducato di Parma e Piacenza sul finire del 1500, al tempo del duca Ranuccio I Farnese.
La Bema è una maga e trova rifugio dall’ira e del duca presso il castello di Montechiarugolo, sulle rive del fiume Enza, tra le verdi colline della campagna pamense, ospitata dal conte Pomponio Torelli, letterato e poeta, che la accoglie facendo egli stesso da garante nei confronti del duca.
L’amore tenero e clandestino fra la Bema e Pio Torelli, figlio ed erede del conte Pomponio, non impedisce che il giovane si lasci andare alle dissolutezze della corte di Parma, fino a che non sarà imprigionato per volere del duca con la falsa accusa di ordire un complotto ai suoi danni. La Bema tenta in tutti modi di salvarlo.
Come andò a finire? Non si può svelare il finale, ma una leggenda vuole che il fantasma della Bema, la notte del 19 maggio, torni nel castello alla ricerca del suo innamorato.

La compagnia dei Maggerini del Monte Cusna è di Asta (RE) ed è attiva dal 1973. Sotto la direzione artistica di Giordano Zambonini, ha messa in scena più di 30 copioni per un totale di 400 rappresentazioni. Ha preso parte a tutte e le edizioni della Rassegna nazionale del Maggio. Caratteri distintivi della compagnia sono il grande risalto che i maggerini danno alla gestualità e alla mimica che accompagna il canto, la grande enfasi che caratterizza i combattimenti e le scenografie mitologiche. Nella compagnia ci sono molte attrici che interpretano regine e damigelle, ma anche guerriere capaci di dar vita a memorabili battaglie.

- Marco Cattani group e Petra Magoni - 29 agosto, ore 21, Corniglio (Parma) - 31 agosto, ore 21, loc. Frascaro, comune di Castelnuovo ne’ Monti (Reggio Emilia)
Trenta giorni di macchina a vapore
Canzoni sull’immigrazione
Concerto dedicato al “canto del mondo”, all’emigrazione,alla contaminazione delle culture. La canzone come veicolo di espressione delle emozioni e dei drammi provenienti dalla realta’ della vita, delle storie degli emigranti italiani che hanno tramandato alle generazioni successive la propria cultura e la musica del proprio paese. Lo spettacolo, da un’idea di Marco Cattani, propone attraverso la splendida voce di Petra Magoni, una lettura contemporanea delle vicende legate ai viaggi,alla paura dell’ignoto, al sentimento di appartenenza vissuto attraverso la musica. Lo spettacolo propone arrangiamenti di canzoni di autori quali Fossati, Dalla, De Gregori, Paoli, Tenco, Piazzolla, Lauzi e Morricone. con un omaggio alla musica della tradizione (“Mamma mia dammi 100 lire”….ecc)

Marco Cattani ha collaborato con Paolo Fresu e il percussionista Naco alla realizzazione del cd “Naufragi”, in veste di chitarrista-arrangiatore e produttore. Nel 2001 realizza il cd di musica e poesie “Sorvoli” e nel 2002 scrive le musiche per la performance d’arte contemporanea “L’albero wak-wak”, commissionate da Artedove. Nel 2004 produce come arrangiatore e chitarrista lo spettacolo “L’albero dell’emigrazione – trenta giorni di macchina a vapore, per la Provincia di Lucca e la Fondazione Cresci per l’Emigrazione italiana, con la partecipazione di Petra Magoni.

Petra Magoni ha studiato musica perfezionandosi in musica antica con Alan Curtis. Prende parte due volte al festival di Sanremo (1996, 1997). Eclettica da sempre, ha collaborato anche col rapper Stiv e con musicisti jazz come Stefano Bollani, Antonello Salis e Ares Tavolazzi. Ha inciso due dischi a proprio nome (“Petra Magoni”,1996 e “Mulini a vento”, 1997), uno sotto lo pseudonimo Sweet Anima e come Aromatic, insieme a Giampaolo Antoni, l'album ellettro-pop "Still Alive" uscito nel 2004. Nel 2004 è uscito l'album “Musica nuda” in duo con il contrabbassista Ferruccio Spinetti per l'etichetta Storie di Note, che ad oggi ha venduto quasi 7.000 copie e si è classificato al terzo posto al prestigioso Premio Tenco 2004. In ambito teatrale è voce solista dell'operina “Presepe vivente e cantante”, con musiche di Stefano Bollani e testi di David Riondino (appena uscito libro cd per la Donzelli Editore).

Per la prima edizione del Canto del Mondo Giovanni Giovannetti ha realizzato un servizio fotografico sui luoghi e i volti dell’Appennino e sugli artisti che partecipano alla manifestazione.

Giovanni Giovannetti è nato a Lucca nel 1955. Fotogiornalista, collabora con i principali giornali italiani e le sue foto sono riprese anche dalla stampa estera. Da oltre vent’anni lavora a un archivio fotografico sulla letteratura contemporanea. Nel 1988 ha fondato l’agenzia Effigie.
Tra i suoi libri: “Belfast. Appunti sulla realtà nord-irlandese” (1981), “Diario polacco. Immagini di un anno di sindacato libero” (1982), “Genti” (1983), “Ritorno a Danzica” (con Sowa, 2004). Numerose le sue mostre, di ritrattistica e di reportage, in Italia e all’estero; ricorderemo “Diario polacco” (Milano, 1980, Bologna 1982, Berlino 1982) “Belfast” (Milano 1981, Bologna 1982) “Ritorno a Danzica” (Pavia 2000) e, per la ritrattistica, “Un archivio italiano” (Monaco, Wolfsburg, Amburgo 1993), “Nella luce delle muse” (Torino 2004, Salonicco 2005), “Canto del mondo” (Perugia 2004, Milano 2005) e “Latinoamerica” (Piacenza 2004).

L’ingresso agli spettacoli è gratuito. Per informazioni consultare il sito www.provincia.lucca.it.

Ufficio stampa: Davis & Franceschini 055.2347273