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“La strada non è un circuito”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La tragedia di domenica scorsa sulla ex SS 513 tra Rosano di Vetto e Casino di Castelnovo ne' Monti con il pesantissimo bilancio di un morto e di due feriti gravi lascia davvero sbigottiti e senza parole. Saranno gli accertamenti di legge a stabilire le dinamiche e le responsabilità di questo ennesimo dramma della strada che, purtroppo, temo tuttavia non sarà l’ultimo se tanti motociclisti non si convinceranno che la strada non è un circuito e che il pilotare mezzi con il rapporto peso/potenza oramai prossimo a 1 (significa che il numero dei cv è uguale al peso del mezzo) non li autorizza a poter disporre della strada a proprio piacimento.

La Federazione Motociclistica Italiana è fortemente impegnata da tempo sul tema della sicurezza e dell’educazione stradale; ad esempio al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini la FMI, con il Dipartimento educazione stradale, è presente all'interno dello stand del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

A livello provinciale la FMI e l’Osservatorio provinciale sicurezza stradale intendono realizzare un progetto che coinvolge direttamente tutti i 29 motoclub della provincia reggiana (affiliati FMI) e di conseguenza le migliaia di appassionati delle due ruote. Tale progetto, che sarà posto al vaglio di tutti i presidenti dei motoclub in tempi ristrettissimi, si svilupperà lungo un percorso a medio termine che prevede una serie di iniziative, la prima delle quali sarà l’approvazione di alcune “norme regolamentari” che verranno inserite nei rispettivi statuti associativi.

L’obiettivo è quello di far maturare una maggiore consapevolezza dei rischi della strada ed incentivare discussioni sulla circolazione e sicurezza stradale, chiamando in causa in prima persona i singoli motociclisti.

I punti salienti sono:
1 - il Club si impegna a diffondere, sostenere e stimolare ogni buona azione che possa aumentare, fra i propri iscritti, la consapevolezza che soltanto attraverso il rispetto delle regole e di conseguenza del codice stradale si possono ottenere quei risultati in termini di diminuzione dell’incidentalità stradale riguardante i veicoli a due ruote;
2 - il Club si impegna a svolgere ogni anno almeno due iniziative a tale riguardo, fornendo preventiva comunicazione al delegato provinciale F.M.I. Tali iniziative saranno inserite in un calendario che verrà reso noto alla stampa ed alla pubblica opinione per sottolineare il forte impegno dei club motociclistici nelle tematiche di sicurezza stradale;
3 - il Club si impegna ad attuare un attento monitoraggio dei comportamenti dei propri iscritti, escludendo dall’associazione coloro che sono stati oggetto di provvedimenti relativi al Codice della strada a seguito dei quali è stata loro sospesa la patente di guida;
4 - i rappresentanti di ciascun Club, nell’intento di favorire il raggiungimento degli obiettivi descritti, si impegnano a riunirsi almeno una volta l’anno - coordinati dal delegato provinciale F.M.I. e con l’ausilio dei rappresentanti dell’Osservatorio provinciale sicurezza stradale - al fine di analizzare la situazione infortunistica locale che riguarda i veicoli a due ruote ed attuare ulteriori iniziative di contrasto.

Ma tutto questo nulla può e potrà fare se non è il singolo motociclista a razionalizzare il proprio approccio con la strada, a comprendere che la potenza, per certi versi allucinante, e l’incredibile tecnologia oggi presente sulle moto non autorizzano e tanto meno legittimano inaccettabili comportamenti da “padroni” della strada; già pilotare una moto significa sfidare le leggi inalienabili della fisica; ritenere però di poterle vincere è semplicemente folle.

Si contano sulla dita di una mano i motociclisti che riescono a domare e padroneggiare le enormi potenze di moto come quelle appartenenti al segmento delle super sportive purtroppo protagoniste di tante tragedie come questa ultima di Rosano di Vetto; ma domare e padroneggiare significa soprattutto usare tutti i talenti che il buon Dio ci ha fornito. Talenti che impongono spesso di ruotare il polso destro dal basso verso l’alto e non viceversa. Questa è una regola inalienabile, che si tratti di uno scooter di 50 cc o di una super sportiva da 180 cv. Regola che se non rispettata spesso, purtroppo, conduce ad un rischiosissimo e perverso meccanismo che fa imboccare, davvero in tutti i sensi, la strada sbagliata.

(Paolo Comastri, delegato provinciale Federazione motociclistica italiana)

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Correlati:
- Gravissimo incidente sulla SP 513 tra Rosano e il Casino (23 agosto 2009)
- Quei proiettili dei fine settimana… (24 agosto 2009)

2 COMMENTS


  1. Apprezzo quanto scritto dal Sig. Paolo Comastri e penso che, nel nostro Appennino, il problema sia molto sentito, soprattutto d’estate. Mi è capitato varie volte di trovarmi in auto a percorrere la SS 63 e di dover segnalare alle forze dell’ordine motociclisti che, senza un minimo di cognizione, sfrecciavano veramente come proiettili costituendo un grave pericolo per sè e per gli altri. Non ritengo sia giusto andare a fare un giro al Cerreto al sabato o alla domenica e avere il terrore, dietro ad ogni curva sulla Sparavalle, di trovarsi appunto nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ringrazio chiunque si prodighi perchè la strada non venga trattata dai motociclisti come un circuito.

    (Chiara Spelti)

  2. Collaborazione
    Il fatto che i motociclisti si siano messi in discussione e che sia addirittura intervenuta la F.M.I. è un risultato positivo e per certi versi inaspettato. Speriamo che da questa collaborazione (fortemente voluta dal nuovo delegato provinciale FMI Paolo Comastri) possa nascere qualcosa di positivo per arginare il fenomeno infortunistico che riguarda le due ruote.

    (Isp. Sup. Roberto Rocchi, Comandante Polizia stradale di Castelnovo ne’ Monti)