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Centrale di Baiso sul Secchia / “Siamo favorevoli a questo tipo di interventi (ma controllati)”, dice Becchi di Legambiente

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Si è svolto nei giorni scorsi un incontro fra i tecnici Enìa e i soci di Legambiente per illustrare le caratteristiche della nuova centrale idroelettrica che verrà realizzata sul fiume Secchia in comune di Baiso, che, sfruttando un saldo idraulico di 18 metri delle tre traverse oggi presenti, permetterà di risparmiare più di 7000 tonnellate all'anno di anidride carbonica. A fronte di 200 metri di condotta nell'alveo del fiume, circa 500 metri verranno realizzati a lato del greto e tutta la centrale idroelettrica sarà interrata, minimizzando quindi l'impatto ambientale e paesaggistico dell'opera.

Siamo favorevoli a questo tipo di interventi, che sfruttando dei manufatti già esistenti ne migliorano le caratteristiche con rampe di risalita dei pesci e sfruttano la forza dell'acqua per produrre energia pulita, riducendo al minimo gli interventi nel greto del fiume. Ovviamente, come previsto dalla normativa di settore, le centrali idroelettriche devono avere una congrua distanza fra l'una e l'altra in modo da non trasformare i fiumi in un susseguirsi di impianti con l'acqua rilasciata di una centrale e subito ripresa da una dopo, soprattutto il Secchia, molto ambito per questo tipo di considerazioni e dove le domande depositate per nuove centrali idroelettriche sono molte.

Considerato comunque l'ingente prelievo d'acqua dal Secchia (mediamente di 7 metri cubi/secondo) chiediamo che venga permesso anche a Legambiente un controllo del deflusso minimo vitale (DMV) che dovrà essere di 1 metro cubo/secondo, in quanto è fondamentale che nel fiume, nel tratto di circa 750 metri dove sarà presente la condotta, restino sempre le condizioni minime per la vita acquatica e biologica del fiume stesso. Avere in certi momenti dell'anno infatti la portata ad 1 metro cubo/sec (al di là di quanto prevede la normativa che comunque consente questi valori), significa comunque per il Secchia ridurre sensibilmente in qual tratto di fiume la presenza di vita acquatica, quindi uno scompenso ambientale non indifferente.

Non ci fidiamo inoltre degli organi preposti al controllo, visto anche quanto accaduto sul Po per il controllo delle draghe dotate di scatola nera, dove materialmente raramente vengono analizzati o scaricati i dati trasmessi dai sensori e troppo spesso in passato, per non dire sempre, chi doveva rilasciare l'acqua da questo tipo di impianti ha preferito tenersela tutta. Per questo Legambiente chiede di poter avere un controllo diretto sul DVM e la possibilità di visitare il cantiere soprattutto nelle fasi di inizio dei lavori in Secchia, momento molto delicato in cui verrà spostato il corso del fiume in un ramo secondario per permettere i lavori di realizzazione dell'opera di presa e della vasca di dissabbiatura.

E' positivo che Enìa si stia interessando delle energie rinnovabili, con un progetto che prevede l'autosufficienza energetica della valle del medio ed alto corso del Secchia, realizzando nei prossimi anni impianti eolici, a biomasse e fotovoltaici, in un sistema di produzione di energia diffusa che permetterà di avere un primo esempio concreto di una vasta comunità reggiana ad emissione zero di anidride carbonica. E' necessario però, come anche per la centrale idroelettrica, che ci siano ricadute economiche oltre che ambientali per le comunità locali, sul cui territorio vanno ad insistere questi impianti.

(Massimo Becchi, presidente di Legambiente Reggio Emilia)

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