VALLISNERA DI COLLAGNA (Reggio Emilia, 2 luglio 2009) – A Vallisnera due nuovi cittadini affettivi all’insegna di un casato che, in Italia e nel mondo, ha portato il seme della tenacia della gente di montagna. Sono Graziano Vallisneri, di Parma e Giuliana Valisneri, di Livorno. Una vita, quella di Giuliana dedicata alla cultura. A 16 anni già scriveva per una importante casa editrice, successivamente per due quotidiani nazionali molto quotati: La Nazione di Firenze e La Notte di Milano. Oltre alla cultura ha dedicato molto tempo allo sport. E’ stata campionessa nazionale di pattinaggio a rotelle, vincendo numerose medaglie d’oro. Graziano Vallisneri, è laureato in Giurisprudenza. Impegnato prima con l’Azione Cattolica e poi in politica come consigliere comunale nella città ducale, ha lavorato in diversi Enti pubblici, in questi ultimi anni si è dedicato a ricerche storiche sulla sua famiglia pubblicando il volume “I Vallisneri da Veltro ai giorni nostri”.
Domenica scorsa, a Vallisnera, all’interno della celebrazione della Festa di San Pietro,nell’ambito del progetto Parco nel mondo del Parco nazionale, Graziano e Giuliana hanno ricevuto l’attestato che li crea cittadini affettivi del Parco. Alla cerimonia, insieme a tanta gente convenuta nella splendida località montana hanno partecipato Ugo Caccialupi, sindaco di Collagna, Martino Dolci membro del Consiglio direttivo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Clementina Santi assessore alla Cultura della Comunità montana dell’Appennino Reggiano, Rachele Grassi incaricata progetto Parco nel mondo per l'area reggiana.
L'attestato non richiede che chi lo riceve abbia meriti particolari, i nuovi cittadini vengono individuati grazie alla collaborazione con le amministrazioni e le associazioni locali semplicemente sulla base del loro legame affettivo col paese di origine, rimasto immutato malgrado la lontananza. Così,ogni anno aumenta il numero degli attestati consegnati, che nelle intenzioni del progetto dovrebbero diventare decine e poi centinaia.
“Il sano realismo della gente di montagna ammette che l’iniziativa non potrà mai chiudere il vuoto creato dall’esodo che ha rischiato di spopolare questa comunità nel secolo appena trascorso – spiegano i referenti del progetto Parco Nel Mondo - . La cittadinanza affettiva rappresenta un tributo a questa gente che la montagna l’ ha portata nel cuore e che quasi sempre ha trasmesso ai propri discendenti l’affetto per questi luoghi, anche in paesi lontani. Oggi, semplicemente, si prova a ricostruire un po' di quel tessuto sociale che è andato perso nel tempo e di arricchire anche chi è sempre rimasto sulle nostre montagne mettendolo a contatto con coloro che sono andati nelle diverse parti del mondo e con i loro discendenti, sviluppando esperienze e culture diversa da quella che hanno vissuto le generazioni passate”.