Ammettiamolo: come italiani non sempre siamo riconoscibili al primo sguardo! Spiacevole dirlo, ma quale impressione abbiamo lasciato in quella giovane donna straniera, che si vede morire il proprio uomo, ucciso da una canagliesca azione di camorristi, che sparano all’impazzata tra la gente, ferendo a morte un innocente? La loro azione, dal colore dell’infamia, ce l’hanno data in televisione: lei stava in piedi come un’altra Donna sul Calvario, la “mater dolorosa” di ogni tempo e di ogni stagione. In piedi, mentre per terra e non in croce, il fisarmonicista da strada, spirava in una solitudine disperata: nessun aiuto, anzi una fuga da chi s’imbatteva nel povero disgraziato, straniero in una Italia che lo lasciava a terra, senza risollevarlo, senza chiamare un’ambulanza… Gli italiani brava gente, che nel mondo ogni giorno scrivono pagine meravigliose di carità, in quel tragico momento, erano assenti! Paura? Indifferenza? Durezza d’animo? Mi chiedo come riusciranno a dormire quelle persone, rivedendo il loro comportamento nel video? Per ritrovare sonni tranquilli, le invito a chiedere perdono. Sarebbe ritrovare il coraggio che riscatta dalla chiusura di cuori di chi rifiuta di mettersi nei panni dei poveracci. E la Passione ricomincia ogni giorno: cambiano i protagonisti ma i drammi sono sempre gli stessi, si alternano le vittime e i vili, chi subisce e coloro che dicono che tocca a qualcuno intervenire, ma non fanno una piega loro per primi! Spero di non capitare mai in questa categoria!
Intanto, un’altra tragedia al femminile mi ha sconvolto, un’altra “Mater dolorosa”, che apre la porta di casa e vede suo figlio di nove anni con gli occhi sbarrati dell’ “impiccato”! Forse per un gioco, un assurdo gioco, di cui il bimbo non si è reso conto come non si è reso conto del dolore e dei sensi di colpa, che ha lasciato nel cuore di sua madre, di suo padre… Troppe madri dolorose in giro: la loro sofferenza la cogli nello sguardo, negli occhi tristi, nella persona dimessa, nella voce appena sussurrata. Spesso sono sole ad affrontare la prova: l’incidente inatteso, la droga, un atto di violenza!
E i padri? Se sono forti, riescono a condividere il dolore della madre, alleviandone il peso. Se sono fragili, rischiano di cadere o di fuggire, non sopportando la violenza della morte improvvisa, che è venuta a sconvolgere ogni progetto, il futuro proprio e quello della famiglia, dei figli.
Non si è mai preparati abbastanza di fronte alla morte. Una cosa è certa: solo un padre fedele, che ama, può operare il miracolo della consolazione e della speranza.