Pietro mi scrive, dedico questo racconto alla mamma e al papà della mia nipotina:
Perché racconto questo? Forse perché da due anni sono diventato felicemente nonno di una bambina, la gioia della famiglia e questo grazie va a lei.
Questo nonno soprannominato “nonno nanna” non ha caso, ma dovuto al fatto che quando la piccolina, pur avendo sonno non riesce ad addormentarsi, vicino a me, non so dirvi il perché si addormenta subito.
I miei genitori mi dicevano spesso che diventare papà e mamma era molto bello, ma diventare nonni era bellissimo.
Io li ascoltavo, ci pensavo su, ma ero poco convinto, anche se facevo finta di crederci.
Ora che quel ruolo lo vivo in prima persona, posso benissimo sostituire il loro “bellissimo” con un “favoloso”.
Tante volte vi ho parlato dei miei nonni e alle volte mi confronto con loro.
La nonna Peppa da sola, nei mesi estivi, spesso accudiva a quattro o cinque nipoti, molto vivaci, questo ve lo posso garantire, perché facevo parte anch’io della truppa.
Oggi in due, mia moglie ed io, come del resto tanti altri nonni, facciamo fatica ad accudirne una o uno, (ma la gioia che questo ci procura è tanta non potremmo farne a meno). Saranno i troppi stimoli che i bambini del giorno d’oggi hanno? O saranno i troppi pericoli che ci sono in giro?
No signori miei, né l’uno, né l’altro, sono soltanto le nostre attenzioni e le nostre ansie, che forse trasmettiamo loro, durante le tante bellissime, ore del giorno, che dedichiamo a questi piccoli.
Coi nipotini giochiamo, leggiamo loro un libricino, se non ci gira la testa saliamo con loro sull’altalena e ci inventiamo tante altre cose per tenerli buoni e occupati.
Tutto ciò per me si spiega con una parola sola “amore”, questa parola che si pronuncia sempre più raramente, qualche volta sottovoce o attraverso SMS.
Un consiglio, suggerito dal cuore e dalla emotività di un vecchietto, neo nonno: Non abbiate paura o soggezione a usare la parola “amore” perché è la radice dell’albero della vita.
Questo è un racconto corto, ne sono ben consapevole, ma non è la lunghezza di un racconto che lo rende leggibile, ma i contenuti, le riflessioni, le considerazioni e i valori che il racconto trasmette
Pietro Guazzetti