Martedì 8 aprile il Teatro Bismantova, luogo dove nell’ottobre del 1944 furono imprigionati decine di montanari poi avviati verso i campi di lavoro in Germania, si terrà il convegno “La deportazione dei montanari reggiani a Kahla”.
L’incontro sarà moderato da Massimo Storchi di Istoreco; interverranno il sindaco Emanuele Ferrari; gli storici Roberto Bortoluzzi e Matthias Durchfeld di Istoreco; la ricercatrice Giovanna Caroli.
L’evento è promosso da Istoreco, Unione dei Comuni Appennino Reggiano, Comune di Castelnovo Monti, Teatro Bismantova e Anpi in occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione del campo di lavoro di Kahla in Germania, in cui vennero deportati e morirono molti montanari reggiani, e della fine della Seconda guerra mondiale in Europa.
Saranno proposte le testimonianze videoregistrate da Cleonice Pignedoli, docente e ricercatrice; Chiara Torcianti di Istoreco interverrà sulle Pietre d’inciampo; i ricercatori Niels Hoelmer e Sebastian Wemhoff sul percorso compiuto dai deportati; parenti dei deportati, e a chiudere Erica Spadaccini, assessora alla cultura e gemellaggi.
Per informazioni e iscrizioni, è possibile scrivere a viaggimemoria@istoreco.re.it oppure telefonare al 375 6459728 il lunedì, mercoledì, giovedì dalle 14.30 alle 16.30.
I lager
Non si può parlare del lager a Kahla nel senso di un’unica struttura. Si tratta invece di un complesso di lager in funzione tra aprile 1944 e aprile 1945 con numerosi sottocampi presenti a Kahla, Großeutersdorf, Leubengrund, Eichenberg, Hummelshain. L’esistenza di questo complesso di campi era finalizzata a fornire manodopera per l’impianto industriale nelle gallerie sotterranee del monte Walpersberg, dove vennero prodotti gli aerei Messerschmitt Me262 per conto della Rimahg BauGmbH.
Gli italiani furono soltanto uno tra i gruppi nazionali di lavoratori deportati: ci furono anche sovietici, polacchi, belgi, olandesi, francesi, cecoslovacchi e jugoslavi. L’alloggio, l’alimentazione e il trattamento dei 12.000 lavoratori stranieri erano organizzati in maniera che la salute del deportato veniva inevitabilmente distrutta.
Si conoscono i nominativi di 805 morti di cui 460 italiani.
Il viaggio a Kahla
Per ricordare questa ricorrenza e questo legame, nel maggio 2025 si terrà anche un Viaggio a Kahla aperto alla cittadinanza. Molti civili catturati nel 1944 dall’esercito nazista nella montagna reggiana vennero destinati proprio a Kahla, in Turingia, dove lavorarono in un grande impianto dell’aviazione bellica nazista. Kahla è diventato un nome noto nella montagna reggiana grazie ai racconti dei sopravvissuti e alle ricerche storiche che, negli anni, hanno gettato luce su queste vicende. Tale legame ha portato alla nascita di un gemellaggio ufficiale tra Castelnovo Monti e Kahla.
Il commento dell’assessore Spadaccini
«Per noi parlare di ciò che avvenne a partire dal 1944 – afferma la Spadaccini – e poi degli anni successivi alla guerra, quando ricostruire la storia dei nostri deportati risultò molto difficile dato che Kahla era nella Germania Est, significa onorare e tramandare la memoria di coloro che vissero questa esperienza terribile. E parlare di quanto è successo dopo la caduta del muro, con la possibilità di conoscere i dettagli di quella esperienza anche grazie all’impegno dei parenti di coloro che non fecero ritorno, arrivando poi a costruire opportunità di scambio, e fino ad arrivare alla firma del patto di gemellaggio, significa evidenziare come da quel sacrificio sia nato un percorso di vicinanza europea e amicizia, che dà un senso al sacrificio dei nostri deportati. Un senso che ci può trasmettere anche un monito forte sul nostro presente, e una supplica: difendere la pace. Invito davvero chi ne ha la possibilità di iscriversi al viaggio a Kahla, per vedere di persona quello che è stato e quello che è ora. Un invito rivolto a tutti i residenti dell’Appennino».