"Goditi il tuo compleanno": la frase preimpostata da Facebook fa riflettere su quanto la tecnologia stia rubando il nostro spazio emotivo.
Oggi, nell'era dei social, sembra che tutto si riduca a un rito da compiere in fretta, senza un vero coinvolgimento emotivo, quasi in modo automatico. Viviamo in un mondo sempre più connesso, dove la tecnologia ci permette di essere più vicini che mai, ma ci rende anche più lontani nei gesti quotidiani più semplici.
Ciò che ci sfugge spesso è che la velocità e la comodità dei mezzi digitali non sostituiscono la profondità di un legame genuino.
Non è cambiato il concetto di "auguri", ma la modalità con cui li scambiamo.
Una volta c'era un coinvolgimento diverso: un biglietto scritto a mano, accompagnato da un pensiero speciale. Una telefonata. Oggi, il “Tanti auguri!” arriva in maniera impersonale, con una risposta automatica.
E se pensiamo ai social media, l’augurio di compleanno è diventato quasi un dovere, una risposta preimpostata: non c’è più un pensiero, una parola, nemmeno un sorriso.
Quante volte ci ritroviamo a scrivere un "Grazie a tutti per gli auguri!" senza nemmeno fermarci un attimo a riflettere su chi ci abbia fatto gli auguri e su cosa ci stesse realmente augurando? È un gesto che sembra sincero, ma spesso è un mero adempimento.
Avremo un'app che soffia sulle candeline al posto nostro? Forse non è poi così lontana come idea, in un mondo dove ormai siamo abituati a delegare ogni emozione alla tecnologia.
C'è ancora speranza?