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Investimenti per l'Appennino

Fornili e Costa (PD): «Nuove misure per sostenere i comuni montani»

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«Raccogliendo l’appello dei sindaci della nostra montagna, in difficoltà nell’anticipare le risorse economiche per i grandi lavori di manutenzione o ripristino del dissesto, ci eravamo assunti l’impegno a trovare una soluzione – spiegano i dem reggiani Anna Fornili e Andrea Costa -. Il problema è che un piccolo Comune che deve intervenire su una frana, pur avendo certezza del contributo della Regione, è in difficoltà nell’anticipare con la propria cassa il costo dei lavori».

Da qui l’emendamento, approvato nell’ultima Commissione Bilancio (con il documento economico-finanziario di viale Aldo Moro che approderà la prossima settimana in aula per l’approvazione definitiva), che definisce lo strumento ‘salva cassa’: insieme ad Uncem ed Anci, la Regione definirà le modalità con cui evitare l’esposizione finanziaria degli enti appenninici, agevolando i trasferimenti che consentano di procedere celermente con i lavori straordinari che hanno ottenuto un contributo dai livelli di governo sovraordinati.

La seconda grande questione che è stata inserita a chiare lettere nel DEFR (il documento di economia e finanzia) riguarda le strade.

«Lo avevamo detto in campagna elettorale - affermano - ribadito negli incontri sul territorio fatti nelle scorse settimane, e poi confermato nella riunione con l’Unione del nostro Appennino avvenuta a Castelnovo ne’ Monti - che sulla manutenzione delle strade occorreva cambiare passo, perché non si può aspettare solo il livello nazionale che convoca le Regioni a distanza di anni e poi non ha comunque risorse a disposizione.

Per intervenire sulla rete viaria esistente la Regione si sta dotando di uno strumento proprio di programmazione e finanziamento degli interventi, così da evitare chiusure di strade per lunghi periodi, disagi alle comunità e difficoltà per i servizi e il comparto economico.

Siamo stati chiari su una cosa però: la Regione, pur di dare risposta ai suoi Comuni, va oltre le proprie competenze e interviene con risorse e progetti sulla rete viaria esistente, ma nel frattempo continuerà a chiedere ad Anas e ai ministeri competenti le risorse necessarie a realizzare nuove arterie di collegamento di cui c’è bisogno.

Come siamo abituati a fare da queste parti, di fronte ad un problema proviamo a farcene carico, ma non si può tacere di fronte al sottofinanziamento nazionale dei capitoli legati alle infrastrutture viarie e alla messa in sicurezza del territorio: l’Emilia-Romagna, e Reggio Emilia, meritano di essere ascoltate di più dal livello nazionale».