
Da diverse settimane il dibattito europeo si concentra sul concetto di “riarmo” e sulla difesa europea. Tema che periodicamente riaffiora nel dibattito pubblico.
Tra i politici e giornalisti favorevoli al riarmo, non è mancato chi si è paragonato ad Alcide De Gasperi.
Non è nemmeno mancato chi ha paragonato il programma “Rearm Europe” all’idea di una Comunità Europea di difesa elaborata dai padri fondatori dell’Europa. Proviamo a fare chiarezza.
Il riferimento storico
Quello della sicurezza e difesa comune non è un dibattito recente, infatti ha radici lontane. Già nell’ottobre del 1950 il Primo Ministro francese René Pleven presentava all’Assemblea Nazionale un piano ispirato da Jean Monnet su una possibile integrazione militare tra i sei Stati fondatori della CECA. L’intento era razionalizzare i costi per raggiungere obiettivi militari comuni unificando i mercati di produzione e consumo. Questa iniziativa portava con sé un alto valore politico. Il Trattato prevedeva la creazione di forze europee di difesa, formate da contingenti forniti dagli Stati membri. Inoltre, continuava il testo del Trattato, i membri della CED non dovevano disporre di armate nazionali, salvo alcune particolari eccezioni. Come spiego dettagliatamente nel mio libro, (De Gasperi e l’Europa Unita), in cui dedico un intero capitolo all’integrazione militare europea, all’epoca tra le capitali europee era presente un forte sentimento antitedesco ed una paura di un possibile riarmo di Berlino. Questo era uno dei tanti ostacoli alla creazione di una Comunità Europea di Difesa.
Il contributo di De Gasperi
Anche all’interno dell’opinione pubblica italiana, era presente un forte sentimento contrario alla partecipazione ad alleanze militari. Il Presidente del Consiglio De Gasperi riuscì a cogliere però la necessità di reciprocità tra la nascente NATO e l’integrazione europea. In questo scenario, non si poteva escludere a priori un riarmo, anche parziale, della Germania ovest. Fu importante il contributo di Altiero Spinelli, il quale suggerì a De Gasperi di sfruttare il progetto di una Comunità Europea di Difesa come strumento per conseguire un’unità politica, nella quale l’Italia avrebbe ricoperto un ruolo paritario a Francia e Germania ovest. Il principale contributo di De Gasperi, fu quello di sottoporre la creazione di un possibile “esercito europeo” ad un’autorità legislativa. Sempre il testo del Trattato CED prevedeva che le forze di difesa europee venissero affidate al comando supremo della NATO. Con il Consiglio Atlantico di Lisbona del 1952 venne sancita la creazione della CED, tuttavia il mutamento degli eventi internazionali e il crescente disagio e opposizione presenti in Francia portarono al fallimento del progetto. In Francia Schuman venne sostituto da Bidault al Quai d’Orsay e con l’elezione di Pierre Mendès-France nel 1954 la CED venne definitivamente affossata dall’Assemblea Nazionale per 319 voti contro 264, nonostante altri Paesi si erano detti favorevoli alla ratifica del trattato CED.
PESCo e altre iniziative
Facendo un salto in avanti dal 1955 ed evitando di addentrarci nel dettaglio, un livello importante di integrazione militare è stato raggiunto con l’istituzione di PESCo. Si tratta di una struttura di comando e controllo permanente (Permanent Structured Cooperation) col fine di ottimizzare l’efficacia delle spese per la difesa e rafforzare le capacità di sicurezza interna ed esterna dell’Unione. Questa struttura di comando e controllo venne avviata nel 2016 all’interno del quadro della Politica di Sicurezza e Difesa Comunitaria. Tra le altre iniziative menzioniamo la Bussola Strategica, prevista dal Consiglio dell’Unione nel 2022 e che tra i suoi obiettivi dovrebbe prevedere entro quest’anno una capacità di forze di intervento rapido di 5000 unità, in grado di intervenire velocemente in aree di crisi esterne. Insomma, le molteplici iniziative nel campo della difesa e della sicurezza, hanno seguito principalmente un approccio “funzionalista”, integrando vari settori e andando nella direzione di creare un mercato unico dei prodotti e servizi della difesa comprendendone anche il rafforzamento dell’industria europea. A livello politico credo sia importante citare anche Ia nomina di un Commissario alla Difesa, ricoperto dal lituano Andrius Kubilius e al famoso “Libro Bianco.
Il Libro Bianco
In linguaggio diplomatico, un libro bianco è un documento ufficiale elaborato da un’autorità governativa in cui si presentano analisi dettagliate, proposte e le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il libro bianco presentato dalla Presidente Von der Leyen, prevede lo stanziamento di 150 miliardi in 4 anni sottoforma di prestiti a tassi favorevoli. Cito: “Il fondo, che servirà ad offrire prestiti a tassi molto favorevoli, intende sostenere le acquisizioni comuni di equipaggiamento militare fra almeno due stati: uno deve necessariamente essere un partner UE, ma il secondo può anche essere un paese candidato (Turchia e Ucraina comprese), un membro dello Spazio Economico Europeo (come Norvegia e Islanda) e/o uno stato terzo con cui l’UE abbia siglato una partenariato in materia di sicurezza e difesa (se ne sta discutendo con il Canada e, potenzialmente, con la stessa Gran Bretagna)”[1].
L’altro strumento previsto è quello della deroga alle regole del patto di stabilità, con la possibilità di prevedere un incremento della spesa nel settore della difesa fino al 1,5% del PIL.
Rearm Europe rappresenta sicuramente un passo in avanti, tuttavia ritengo errato accostare questa iniziativa al progetto di una Comunità Europea di Difesa con la creazione di un esercito europeo, come la pensavano i padri fondatori.
Questo piano di incrementare le spese nel settore della difesa attraverso prestiti a tassi agevolati (un po’ come il NextGenerationEU) e deroghe, riflette quell’approccio funzionalista che citavo sopra. Un approccio in cui si procede con l’integrazione di un settore o più settori specifici e la creazione di un mercato unico della difesa. Ben altra cosa a quella Comunità di Difesa che poteva essere prodromica ad un progetto politico di unione federale.
(Gino Fontana)
Nota [1] ISPI: Difesa UE: il nuovo Libro Bianco e la svolta strategica dell’Europa. 19 marzo 2025