E’ stata reintegrata nel suo posto di lavoro e nelle mansioni precedentemente svolte l’educatrice in servizio in Appennino che era stata trasferita in un'altra sede.
Si è conclusa positivamente la ‘procedura di raffreddamento’ in Prefettura tra la cooperativa Papa Giovanni XXIII e ADL Cobas, in rappresentanza dell’educatrice, con la partecipazione anche dei rappresentanti dell’Unione Comuni Appennino Reggiano.
«La Prefetta – spiega Silvio Rosati, segretario dell’Adl Cobas - ha convocato l’incontro in seguito all’apertura dello stato di agitazione da parte del sindacato, sollecitato dalle educatrici operanti nei territori dell’Unione dei Comuni. L’apertura dello stato di agitazione, che precede lo sciopero, ha rappresentato il tentativo del sindacato per risolvere la questione del trasferimento di un’educatrice, decisione imposta dalla cooperativa Papa Giovanni XXIII».
«L’educatrice coinvolta, insieme alle sue colleghe, - afferma - è stata protagonista delle vertenze sindacali attivate nei Comuni dell’Appennino Reggiano, attraverso le quali è stato ottenuto il riconoscimento degli spostamenti tra i luoghi di lavoro, ore di lavoro precedentemente non riconosciute, ma svolte quotidianamente dalle lavoratrici.
Inoltre, grazie all’impegno dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano, è stata formalizzata la figura dell’educatore d'Istituto, un miglioramento che ha stabilizzato i servizi educativi essenziali, garantendo la qualità dell’assistenza e potenziando la presenza delle educatrici nelle scuole.
La decisione unilaterale della cooperativa, che aveva minato questo percorso virtuoso, è stata oggi recuperata grazie alla mediazione della Prefettura. La cooperativa ha infatti deciso di reintegrare l’educatrice nel suo posto di lavoro e nelle mansioni precedentemente svolte».
«Come sindacato – conclude - siamo soddisfatti del risultato raggiunto grazie alla mediazione e al dialogo con tutte le parti coinvolte, risultato che si aggiunge al riconoscimento della figura dell’educatore d'Istituto, un passo importante per il rafforzamento della qualità del servizio educativo scolastico e per la valorizzazione del lavoro delle educatrici. Per presentare questo importante traguardo, le educatrici e ADL Cobas hanno organizzato un incontro pubblico durante il quale verranno illustrate le linee guida dell’educatore d'Istituto. L’incontro si terrà mercoledì 19, alle ore 20, presso il Centro Don Bosco in Via alla Pieve 5 a Castelnovo né Monti».
La vicenda
«L’educatrice si era esposta pubblicamente nella difesa dei propri diritti e per questo sottoposta ad un trasferimento obbligatorio», denunciavano i sindacalisti.
L’insegnante, che lavora e risiede nel territorio della montagna da anni e opera nei servizi educativi da prima dell'arrivo della Coop. Papa Giovanni XIII, era stata trasferita a Reggio Emilia, a 45 km di distanza (90 km giornalieri e più di 2 ore di viaggio) dal suo posto di lavoro originario, servizi educativi scolastici e domiciliari, in una comunità di accoglienza di persone adulte con dipendenza da sostanze e in misura alternativa alla detenzione, «senza che siano state fornite motivazioni oggettive per tale decisione, che riteniamo essere ritorsiva ed esempio per tutte le altre lavoratrici», dichiarava il sindacato.
«Come O.S Adl Cobas abbiamo da subito impugnato il trasferimento e porteremo il caso nelle sedi opportune, con l'obiettivo di garantire a tutte le educatrici ed educatori che lavorano nel territorio dell'Unione, per la Cooperativa Papa Giovanni XIII, gli stessi diritti delle lavoratrici di Reggio Emilia, non essendo le educatrici della montagna, lavoratrici di serie B rispetto a quelle della città, e la tutela contro queste azioni ritorsive che hanno la sola finalità di punire chi ha mostrato disaccordo nei confronti dei trattamenti della Coop. Papa Giovanni XIII».
Nei giorni scorsi l’epilogo.