Ancora un calo per la manifattura reggiana, con un peggioramento ulteriore della già critica situazione evidenziata dopo i primi nove mesi del 2024. Il quarto trimestre si è chiuso con un calo del 3,8%.
A certificarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di -3,8% per la produzione industriale in senso stretto rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; il dato è lievemente peggiore di quello medio regionale (-3,2%) ma è migliore di quello del terzo trimestre, quando la flessione era stata del 4,2%.
Il fatturato complessivo risulta in calo del 3,3% (-6,0% alla fine di settembre scorso), mentre risale il dato del fatturato legato ai mercati esteri, che segna un +1,0% (era a -3,1% a fine settembre).
Il dato degli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – è apparso ancora in flessione (-2,2%), sebbene anch’esso in miglioramento rispetto alla situazione registrata a fine settembre (-4,7%) grazie all’inversione di tendenza degli ordinativi esteri, passati da -0,3 a +1,5%.
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del quarto trimestre sono risultate 9 (contro 12,4 della media regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 69,2% (inferiore al 72,9% regionale e al 70,2% del trimestre precedente).
Analizzando i principali settori produttivi, si nota che a fine dicembre la produzione industriale reggiana è aumentata solo nel comparto alimentare (+1,9%), mentre negli altri settori si sono registrati generalizzati ed evidenti cali: dal -6,8% del tessile, abbigliamento calzature e pelletteria al -4,9% della metalmeccanica, -4,3% dell’industria elettrica ed elettronica, fino al -3,8% delle materie plastiche.
Insieme all’entità dei volumi, come si è detto, anche il fatturato complessivo è sceso del 3,3%. Valori in crescita si sono registrati per l’industria alimentare, con +5,8%, e per la ceramica (+0,6%), mentre tra i settori con fatturato totale negativo troviamo l’industria tessile, abbigliamento calzature e pelletteria (-3,3%), l’industria metalmeccanica (-5,1%), le industrie elettriche ed elettroniche a -5,2% e l’industria delle materie plastiche (-1,9%).
Secondo le previsioni di produzione per il primo trimestre 2025, il 59% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 18% aumento e il 23% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi, il 54% ipotizza stabilità, il 13% aumento e il 33% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 56% per la stabilità, 15% per un aumento e 29% per un calo.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 17% delle imprese, di stabilità per il 51% e di calo per il 31%.
Focus artigianato
Anche per l’artigianato manifatturiero, nel quarto trimestre 2024, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, si evidenzia un calo nella produzione del 4,7% (in linea col regionale -4,6%), con una contemporanea diminuzione degli ordinativi totali dell’8,1% (dato peggiore del regionale -5,0%) e del 4,2% sull’estero (rispetto al regionale -1,5%).
Il fatturato complessivo evidenzia un calo del 5,1% (contro un -4,0% regionale), che sui mercati esteri pesa per lo 0,8%, lievemente migliore del -1,0% regionale.
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del quarto trimestre sono 6 (erano 7,1 a fine settembre), contro un dato medio regionale di 7,9. Il grado di utilizzo degli impianti è 68,1% (era 69,3% alla fine del terzo trimestre), inferiore al dato medio regionale del 69,4%.
Secondo le previsioni di produzione per il quarto trimestre, il 47% delle imprese artigiane reggiane ipotizza stabilità, il 9% aumento e il 44% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 44% ipotizza stabilità, il 9% aumento e il 47% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano poca fiducia di stabilità (32%), timori di calo per il 51% e crescita per il 17%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 9% delle imprese, di stabilità per il 46% e di calo per il 44%.