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LA LETTERA

«Qualcuno vuole accendere la luce in Regione?»

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*di Giuseppe Bonacini

Con un comunicato di qualche giorno fa Anna Fornili – consigliera regionale neoeletta - informa di avere sottoscritto, con molta convinzione, la risoluzione del gruppo PD regionale “Montagna e aree interne indirizzata al governo perché sblocchi le risorse per le tre nuove aree montane ed interne regionali.

Il documento segnala che la Regione ha già stanziato oltre 87 milioni di euro per il periodo 2021-2027, finanziando più di 170 progetti territoriali attraverso vari Fondi Strutturali (FESR, FSE+, FSC).

Serve maggiore chiarezza sui fondi citati, in particolare, sul FSC (Fondo di Sviluppo e Coesione) siglato un anno fa tra la Presidente del Consiglio Meloni e l’allora Presidente regionale Bonaccini

Il Fondo per lo sviluppo e la coesione insieme ai Fondi strutturali e di investimento europei (SIE), rappresenta lo strumento finanziario principale attraverso il quale vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali (come previsto dall’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dall’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Si tratta di risorse pari a 687 milioni in un arco pluriannuale.

Come verranno spesi i fondi FSC e quali specifiche misure sono destinate all’emergenza crinale per contrastare il declino?.

Segnalo che UNCEM (Unione naz. comuni montani,..) nel corso dell’Audizione sul DDL Montagna del 30/1/2025 alla Camera dei Deputati ha presentato un suo documento da cui estraggo il seguente passaggio:

“Per fare molte delle cose previste nel ddl, 200 milioni dal 2025 non bastano. Dunque, lavoriamo per aumentare il fondo nazionale per la montagna…. Anche le Regioni, come Uncem ha sempre detto, facciano la loro parte.

Investano. Non aspettino solo il fondo nazionale. Solo cinque Regioni oggi hanno un Fondo regionale per la montagna. Non basta chiedere fondi allo Stato”

In Parlamento sono chiamati a lavorare i Deputati ed i Senatori mentre ai Consiglieri regionali compete elaborare proposte, osservazioni e interpelli secondo norme e priorità dello statuto dell’ente.

Il declino del crinale appenninico è la prima emergenza della nostra Regione ma, ad oggi, nessun Consigliere o Partito ha posto, in questi termini, la questione e richiesto interventi straordinari di riequilibrio del territorio.

C’è una inspiegabile disattenzione verso i dati su popolazione, invecchiamento, crollo delle nascite, reddito, mancanza di lavoro, infrastrutture e servizi segnalati da demografi, economisti, studiosi...

La Regione, tuttavia, continua a procedere con la ‘normale amministrazione’.

Qualcuno vuole accendere la luce in Consiglio Regionale?.